Bonometti (Confindustria): la cig non è la soluzione. Investire su progetti che generano lavoro

La produzione industriale in Lombardia segna -20,7% e i livelli occupazionali rimangono stabili solo a causa del blocco dei licenziamenti

Marco Bonometti, presidente Confindustria Lombardia

Il secondo semestre del 2020 è andato ancora peggio del precedente sotto il profilo della produzione industriale, che ha registrato un -20,7%. Il fatturato è crollato del 19,6% e gli ordini -22,2% (interni) e -19,8% (esteri)
L’indice della produzione industriale ha oltrepassato il punto di minimo registrato nella crisi del 2009, scendendo fino a quota 87,7 (dato destagionalizzato) e annullando gli effetti positivi dell’andamento dell’ultimo decennio, mentre la situazione è ancora più grave per le aziende artigiane, il cui indice di produzione crolla a quota 74,7 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100).

L’occupazione, di contro, tiene e registra solo un -0.3% per l’industria, ma non è un dato positivo, considerato che è influenzato dal blocco dei licenziamenti e dalla possibilità di ricorrere alla cig. L’impatto effettivo sui livelli occupazionali sta slittando in avanti.







«Questi numeri drammatici ed i mancati interventi a sostegno delle aziende si ripercuoteranno inevitabilmente sui livelli occupazionali, che ad oggi tengono fittiziamente soltanto per il blocco dei licenziamenti adottato dal governo. Blocco che moltiplica il ricorso alla Cassa Integrazione, senza affrontare in alcun modo le cause, il che determinerà pesanti e negative ripercussioni, alla sua inevitabile scadenza», spiega Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia. «La cassa integrazione, che ha interessato il 71% delle aziende, non è la soluzione del problema. Bisogna investire su progetti che possano generare lavoro e occupazione, ma su questo versante non si vede ancora una precisa assunzione di responsabilità da parte governativa».

Bonometti prosegue sottolineando che «Le diagnosi ci sono, probabilmente ce ne sono fin troppe. Bisognerebbe cominciare a parlare con i fatti. Confindustria Lombardia è pronta a dare il suo positivo contributo a tutti i tavoli che si volessero aprire per lavorare per una ripresa vera, così come Confindustria nazionale, che lo ha ripetutamente proposto. Settori strategici, come l’automotive, la sanità, la chimica, il tessile richiedono immediata attenzione, e il tempo non è una variabile indipendente».














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