Confindustria: «Economia italiana non decolla»

||Frenata dei consumi. Fonte Centro Studi Confindustria|Eurozona

Secondo Viale dell’Astronomia, al nostro Paese mancano politiche di sviluppo credibili. Anche nell’Eurozona e negli Usa si registrano rallentamenti. Stabile, invece, la Cina

L’economia italiana «non decolla, penalizzata da tassi sovrani troppo alti» e da un’elevata incertezza internazionale che frena gli scambi mondiali. La produzione industriale è «attesa in calo dello 0,7%, nonostante un modesto recupero in maggio-giugno», mentre le imprese «vedono la domanda in affievolimento, sia quella interna, sia quella estera».

È quanto emerge dalla “Congiuntura flash” emanata dal Centro Studi Confindustria, che sottolinea quanto lo scenario dell’Eurozona sia preoccupante, anche a causa dell’export «poco positivo», visto che le vendite italiane di beni sono cresciute in aprile (+0,2%) e quelle extra-Ue in maggio (+0,8% in valore), anche grazie all’euro debole fino a tale mese. Inoltre, Viale dell’Astronomia registra investimenti in flessione – dato che tra le imprese la fiducia è diminuita e sono in peggioramento gli ordini industriali – e consumi che non accelerano, poiché a causa dello scenario globale incerto, le famiglie sono propense al risparmio.







Frenata dei consumi. Fonte Centro Studi Confindustria su dati Istat

Tassi sovrani alti solo in Italia

A giugno il tasso sul Btp decennale italiano è calato, in media, di due decimi, al 2,29%. Ma negli altri paesi dell’Eurozona i rendimenti stanno scendendo molto di più e sono ai minimi storici, non lontano da zero: in Irlanda, per la prima volta, è in territorio negativo (-0,08%), privilegio finora solo della Germania (-0,27%); in Spagna è a 0,51%, in Portogallo a 0,60%. Tale deviazione dell’Italia dal trend dei tassi riflette le carenze nella programmazione di una politica economica credibile, in grado di dare fiducia a investitori, lavoratori e imprese. La competitività delle aziende italiane ne soffre. A causa della stretta nell’offerta di credito da metà 2018, infatti, prosegue il calo dei prestiti (-0,6% annuo in aprile), anche se il costo è ancorato ai minimi (1,5%).

Andamento Eurozona. Fonte Centro Studi Confindustria su dati Commissione Europea

Usa in frenata, ma la Cina tiene

Indizi di rallentamento negli Stati Uniti, a causa dello scenario globale caratterizzato da forte incertezza: fiducia dei consumatori in ribasso, con indice pmi manifatturiero appena sopra la soglia neutrale (50,1). La produzione industriale è rimbalzata a maggio ma dopo vari mesi negativi, gli ordini di beni durevoli calano, le vendite di nuove case segnano un -8%. Tuttavia, il mercato del lavoro resta solido e l’inflazione è solo poco sotto l’obiettivo (+1,8%).

La Cina, invece, continua la lunga fase di crescita, provando ad archiviare i timori di frenata: per il 39esimo mese gli indici pmi fanno registrare espansione dell’attività. A trainare sono i servizi, ma anche la manifattura resta in zona positiva. Tra i paesi emergenti svettano l’India, dove il pmi manifatturiero segnala ulteriore accelerazione (52,7 a maggio), e la Turchia che si va stabilizzando.














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