Con TeamViewer la Realtà Aumentata entra in fabbrica

di Filippo Astone e Renzo Zonin ♦︎ Il settore dell'Ar varrà 88 miliardi di dollari nel 2026, con una crescita cagr superiore al 31%. Sta sostituendo i manuali cartacei e rendendo più efficiente la manutenzione dei macchinari. Alla scoperta del forte impatto che questa tecnologia potrebbe avere sul manifatturiero, rendendolo più competitivo e cambiandone ancora una volta gli equilibri. Ne parliamo con Sudhanshu Kapoor, Vp di TeamViewer Emea per i settori AR/MR

Realtà Aumentata e Realtà Virtuale sono due tecnologie – cui spesso ci si riferisce collettivamente con il termine Mixed Reality – pronte a fare il grande balzo, trasformandosi da strumenti di nicchia a soluzioni di impiego massivo. «Nell’ambiente della Mixed Reality sono 10 anni che diciamo che questo sarà l’anno della svolta, e poi ogni volta posponiamo la data – racconta Sudhanshu Kapoor, dallo scorso ottobre Vp di TeamViewer Emea per i settori AR/MR – ma stavolta sono sicuro che  che ci siamo. E per trovare conferma basta guardare gli investimenti che i grandi brand stanno facendo nel settore, da Apple a Facebook, a Google». In effetti, anche gli analisti gli danno ragione: Technavio nel suo ultimo report di settore ipotizza per il quadriennio 2021-2025 un Cagr intorno al 46%, una crescita del mercato intorno ai 163 miliardi di dollari e un +25% solo per quest’anno. MarketsandMarkets dà stime più prudenti sulle dimensioni del mercato, ma parla comunque di un valore complessivo per l’AR di 88 miliardi di dollari entro il 2026, e di un cagr sopra il 31%. Nei prossimi anni, a fare la parte del leone saranno gli utilizzi nel segmento consumer, dai videogiochi ai social media, e questo porterà vantaggi anche al mercato degli impieghi professionali/industriali, perché consentirà di disporre di dispositivi hardware (smart glasses e tutto il resto) a costi inferiori e progettati con maggiore attenzione all’ergonomia rispetto ai dispositivi attualmente in uso. 

Ma di che cosa parliamo esattamente quando usiamo il termine “Realtà Aumentata”? È l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente. In pratica, si indossano occhiali 3D o 2D attraverso i quali altre immagini si sovrappongono alla realtà che vede l’operatore. Quelle immagini – insieme a una voce registrata o in diretta telefonica – possono guidare l’operatore nel compiere operazioni di riparazione, ma anche di manutenzione, di picking e magazzinaggio. E di controllo qualità.  Venir guidati dalla Realtà Aumentata permette, in altre parole, di compiere con poche difficoltà operazioni che altrimenti sarebbero riservate a specialisti. 







Sudhanshu Kapoor, dallo scorso ottobre Vp di TeamViewer Emea per i settori AR/MR

La Realtà Aumentata viene utilizzata per sostituire i manuali cartacei con istruzioni digitali che vengono sovrapposte al campo visivo dell’operatore di produzione, riducendo lo sforzo mentale necessario per operare. La Realtà Aumentata rende efficiente la manutenzione della macchina perché offre agli operatori l’accesso diretto alla cronologia di manutenzione di essa. Inoltre, i manuali virtuali aiutano i produttori ad adattarsi ai progetti di prodotti in rapida evoluzione, poiché le istruzioni digitali sono modificabili in tempo reale. Le istruzioni digitali aumentano la sicurezza eliminando la necessità per gli operatori di guardare uno schermo o un manuale lontano dall’area di lavoro, atto che può essere pericoloso. Grazie alla Realtà Aumentata, infatti, le istruzioni sono sovrapposte all’area di lavoro.  

Per avere un’idea più precisa delle capacità e delle potenzialità dei sistemi per Realtà Aumentata e Realtà Mista in ambito aziendale, abbiamo posto alcune domande a Sudhanshu Kapoor, recentemente approdato in TeamViewer ma veterano del settore AR, nel quale vanta oltre 10 anni di esperienza. Kapoor ha la responsabilità delle vendite Emea per le soluzioni AR/MR di TeamViewer, azienda tedesca (con sede a Goppingen, vicino a Stoccarda) da 460 milioni di euro di fatturato che, partendo dalle piattaforme per la connessione e l’assistenza da remoto, ha costruito un portfolio di offerta che comprende alcune fra le più avanzate soluzioni di Realtà Aumentata, sia in 3D che in 2D, con vari e significativi esempi attivi nei settori e nelle applicazioni più diversi, dall’automotive, al food&beverage, dalla logistica all’aerospaziale, per impieghi di teleassistenza, picking, inspection eccetera.

Secondo Kapoor, la Mixed Reality è tutto tranne una tecnologia futuribile: decine di aziende la usano già oggi, da Coca-Cola ad Airbus, e l’utilizzo si espanderà in futuro, nonostante alcuni ritenessero che il successo di queste soluzioni fosse legato alla pandemia. Per questo TeamViewer ha acquisito alcune aziende molto specializzate nel settore e si è costruita una formidabile base di know-how interno sull’argomento. Know-how che permette a TeamViewer, che si occupa di software, di collaborare con aziende di hardware (rispetto al quale è agnostica) e di offrire consulenza sui device ai suoi clienti. Eventualmente tramite partnership, come in Italia con le soluzioni proposte insieme a Bars, Melchioni e Alleantia. E senza dimenticare che alcune soluzioni sono pronte all’uso e non richiedono nemmeno l’intervento di un integratore. Nei prossimi anni, con l’entrata sul mercato di nomi come Apple, Meta (ex Facebook), Google, Kapoor si aspetta una forte espansione del mercato AR nel B2c, e di riflesso device migliori e meno costosi anche per l’impiego nel comparto enterprise.

 

L’intervista

D. Alcune persone sono convinte che dopo la pandemia ci sarà meno bisogno di tecnologie di controllo e assistenza remote. Immaginiamo che questa non sia l’opinione di TeamViewer. Quali sono le sue aspettative sull’evoluzione del mercato dell’accesso remoto nella “new reality” che  sta arrivando? Su quali segmenti di mercato si concentrerà di più TeamViewer? 

R. Beh, prima di tutto l’assistenza remota è solo un piccolo pezzo del mondo della Realtà Aumentata, che ovviamente ha visto crescere il suo potenziale durante la crisi Covid, perché tutti avevano bisogno della business continuity, e gli esperti non potevano viaggiare. Direi che non è giusto dire che la Realtà Aumentata serva solo per l’assistenza remota, c’è molto di più, si tratta di rendere i lavoratori in prima linea più produttivi ed efficienti nello svolgere il proprio compito, sia nel settore logistico che nella produzione o nell’aerospaziale. 

D. Negli ultimi mesi TeamViewer ha condotto una campagna di acquisizioni nel settore della Realtà Aumentata e della realtà mista. Avete acquisito Upskill, Ubimax, Viscopic. Quali armi hanno aggiunto queste aziende all’arsenale tecnologico di TeamViewer? Pensate di essere ora ben posizionati nel mercato professionale della Realtà Aumentata/mista, o c’è ancora qualche altra tecnologia che potreste comprare? 

Beh, non posso commentare la strategia di acquisizioni di TeamViewer, ma posso parlare degli strumenti di cui disponiamo. TeamViewer proviene dal settore della connettività remota, nel quale da tempo esprime una leadership indiscussa. Dieci o quindici anni fa, se avevi un problema con il tuo Pc, allora un tizio dell’It entrava da lontano nel tuo computer, faceva un po’ di magia e risolveva i tuoi problemi. È così che è nata TeamViewer, la connettività remota era il primo passo verso l’assistenza remota, e poi su quella base è arrivata la Realtà Aumentata. Poi TeamViewer ha acquisito numerose aziende, per diventare il numero Uno sull’AR. Oggi siamo l’unica società nel segmento dell’AR – e lo dico perché io sono nella Realtà Aumentata da 10 anni – che è in grado di offrire un ampio portafoglio di soluzioni 2D e 3D per il mercato b2b. Certo, ci sono molte aziende altamente specializzate nel lato 3D oppure nel 2D, ma scommetto che non riuscirà a trovare nessuno che possa proporre un portafoglio così ampio per i clienti aziendali. 

D. Può parlarci dei suoi clienti in Europa per questo settore di attività? 

Oliver Steil, amministratore delegato di TeamViewer

R. Posso parlare delle referenze pubbliche. Per esempio, Coca-Cola è uno dei nostri più grandi clienti di riferimento in questo momento. Abbiamo iniziato con loro in un magazzino dove le persone lavorano come “picker”, raccoglitori. Il loro compito è quello di prelevare migliaia di pacchi di Coca-Cola dagli scaffali e metterli dove serviva per la consegna. Abbiamo iniziato con loro da un singolo magazzino, e ora abbiamo circa 40 magazzini in Europa dove usano le nostre soluzioni, 24/7. Quindi non è un progetto pilota, è una soluzione implementata in cui abbiamo aumentato la loro precisione di prelievo al 99,99%. Il che significa che i lavoratori ora raccolgono le loro merci correttamente, risparmiano tempo e diventano più produttivi. Un enorme miglioramento sul Roi delle operation di Coca-Cola. Oppure Airbus, che sta applicando la nostra soluzione agli scenari di ispezione. Come potete immaginare, la maggior parte dei lavoratori in questo momento usa carta e penna, è la metodologia di base, qualcuno dà loro una lista di controllo stampata e devono fare il check, questo sì, questo no, guardando l’oggetto: ovviamente questo sistema è tutt’altro che efficiente. Grazie a noi è invece possibile utilizzare flussi di lavoro digitali per consentire a un operatore di essere guidato a passare dal punto A al punto B su un’attrezzatura, in modo che possa sfruttare la conoscenza digitale o le procedure operative standard per fare il lavoro in minor tempo e senza errori. 

D. Oggi l’hardware professionale di Realtà Aumentata è ancora costoso mentre l’hardware consumer sembra sottodimensionato per questo tipo di attività: manca di robustezza, e ha scarsa ergonomia. TeamViewer ha preso in considerazione l’idea di creare una  collaborazione con i produttori di hardware per migliorare la situazione? 

R. Siamo una società di software, ciò che stiamo cercando di fare è di costruire relazioni con tutte le aziende di hardware che dispongono di dispositivi promettenti e scalabili livello enterprise. Quindi, per esempio, abbiamo abbiamo stretto relazioni con Realwear, che ha gli occhiali per la realtà assistita, gli occhiali 2D. E per il settore 3D abbiamo un ottimo rapporto con Microsoft, che produce i visori Hololens, il top sul mercato. Vogliamo essere completamente indipendenti dall’hardware, in modo da non vincolare il cliente.  Ma al tempo stesso abbiamo già ottimizzato il nostro software per i fornitori di hardware più promettenti, perché la vera libertà di scelta richiede questo requisito. E al cliente diamo loro la nostra consulenza sull’hardware più adatto.

D. Come TeamViewer avete una partnership con Bars, Melchioni e Alleantia, ma è a livello italiano. Lei pensa che farete accordi come questo anche nel resto d’Europa o in altre situazioni? 

Dispositivo di realtà aumentata realizzato da TeamViewer

R. Certamente. Sono un grande sostenitore delle partnership, perché capisco che non possiamo essere ovunque a risolvere i problemi di tutti. Quindi abbiamo bisogno di partner, che sono culturalmente più adatti a un ecosistema locale, che sia l’Italia o la Francia o la Spagna, dove i clienti preferiscono avere un contatto “naturale” con i loro partner locali. Per esempio, un accordo di alto livello annunciato pubblicamente è quello con Mahindra, che è uno dei più grandi integratori di sistemi a livello globale, e stiamo facendo partnership con loro su grandi Oem in tutto il mondo. Questo è un esempio, ma siamo decisamente aperti a nuove partnership, cerchiamo partner specializzati in diversi ambiti e sì, vogliamo lavorare insieme a loro. 

D. Cosa è importante per lei sottolineare della visione di TeamViewer sulla Realtà Aumentata, e qual è la differenza tra l’approccio di TeamViewer e quello di Ptc o di altre società di software che lavorano in questo campo? 

R. Come è noto io provengo da Ptc, dove ho lavorato per tre anni e mezzo prima di unirmi a TeamViewer. Ptc ha ottime competenze, ha un portafoglio di prodotti ampio, a partire da Cad, Plm, Iot e AR. Anche TeamViewer ha i suoi prodotti “core”, ma provengono dall’area della connettività remota, che dà in qualche modo una marcia in più.  Quando si tratta di integrazione con l’infrastruttura esistente – per esempio ticketing; software di gestione di un magazzino; Crm, Erp o Mes – noi di TeamViewer possiamo agganciarci senza problemi a qualsiasi back-end. Il cliente quindi non deve pensare a costruire una nuova infrastruttura, magari comprando plug-in aggiuntivi. Noi abbiamo già quella connessione! Puoi pensare a Ptc, che è una grande azienda, adoro Ptc, ma hanno principalmente soluzioni autonome, stand alone, che fanno il loro lavoro molto bene ma non si integrano perfettamente con l’infrastruttura dei loro clienti, il che a volte è un grosso collo di bottiglia. Noi di TeamViewer integriamo le nostre soluzioni di assistenza remota con le soluzioni di ticketing esistenti, in modo che si possa monitorare cosa viene fatto esattamente, quando, da chi e quanto tempo ha impiegato la persona a farlo. Credo che questo sia un punto di forza di TeamViewer ancora ineguagliato. 

D. Qual è la copertura geografica delle vostre soluzioni? E come arrivate al cliente?

Sistema di realtà aumentata di TeamViewer

R. Vendiamo le nostre soluzioni in tutto il mondo, ma sotto la mia responsabilità c’è l’Europa, nella quale abbiamo una penetrazione capillare. I clienti possono acquistare il software direttamente da noi, o attraverso partner di canale. Non c’è sempre e necessariamente obbligo di partner di canale per installare in azienda i prodotti TeamViewer.  Abbiamo diversi tipi di soluzioni disponibili. Per esempio, quando parliamo di assistenza remota, che è la soluzione xAssist, non c’è bisogno di alcuna installazione, è pronta all’uso.  Nel caso invece di soluzioni per magazzino e logistica – ovvero le nostre proposte in tema di picking – sono invece necessari integratori o terze parti per l’integrazione con i software del sistema di gestione del magazzino e altre applicazioni presenti in azienda. 

D. Quali sono per voi i principali mercati europei? 

La Germania è il più grande, è il più strategico, anche perché la Germania è la prima economia manifatturiera. E il secondo è l’Italia, che è la seconda nazione industriale in Europa. Poi la Francia, dove aerospaziale e automotive sono importanti. Quarto, ma comunque fondamentale, il Regno Unito. 

D. Quindi è esattamente la classifica delle economie manifatturiere che si riflette nella sua classifica di target, perché la prima economia manifatturiera è tedesca, la seconda è italiana, la terza è la Francia e la quarta è la Gran Bretagna…  Vi concentrate principalmente sul comparto del manufacturing?

R. La produzione è una componente chiave, ma siamo anche molto forti nelle soluzioni logistiche. Facciamo un altro esempio. Quando parliamo di picker che fanno la stessa cosa migliaia di volte, con oggetti piccoli, le persone commettono errori. Se spostano lattine di Coca-Cola, o raccolgono dadi e bulloni, dopo un po’ commettono errori, perché la giornata è lunga per il lavoratore. Ed è lì che forniamo loro informazioni digitali: dove devono scegliere, cosa, quale quantità e dove devono andare. 

D. Ma nella logistica del futuro non ci saranno più picker, perché le scatole verranno spostate automaticamente grazie a robot semoventi collaborativi. Se il futuro dei magazzini è questo, perché mi dovrebbe servire la Realtà Aumentata? 

Il quartier generale di Teamviewer a Göppingen

R. In realtà vediamo ancora più opportunità in questi casi. Certo, i robot arriveranno e la maggior parte dei lavori nella logistica verrà automatizzata. Ma ora, pensiamo a questo: un robot sta venendo da te, deve raccogliere la merce, metterla da qualche parte, se qualcosa va storto con quel robot cosa farai? O chiami il produttore, che può essere lontano, o l’esperto, che è anch’egli lontano da te. Oppure, usando l’AR, i pochi lavoratori presenti diventano tutti esperti in grado di risolvere eventuali problemi con robot. Perché ora puoi controllare, con le istruzioni di lavoro digitali guidate, cosa c’è che non va esattamente, e puoi avere le istruzioni guidate con l’animazione 3D: apri questa cosa da qui, cambia questo, assicurati che questa manopola sia nella posizione giusta sul robot. Tutto questo lo puoi fare con un’esperienza guidata visivamente.  

D. Forse difficile rendersi conto delle possibilità di utilizzo della Realtà Aumentata. Come può crescere un mercato dove il cliente non sa di aver bisogno di un prodotto?

R. Direi che il bisogno di Realtà Aumentata sta crescendo proprio ora che si diffondono massivamente nel mondo manifatturiero le tecnologie di automazione, interconnessione, industria 4.0, robotica. Perché anche con l’uso estremo di tecnologie avanzate, gli errori accadono e hanno conseguenze talvolta molto pesanti. Faccio un esempio relativo alle operazioni di ispezione. Nell’automotive, quando il veicolo sta arrivando alla fine della linea di montaggio deve essere sottoposto a ispezione: la maggior parte delle volte il lavoratore ha una lista di controllo con carta e penna, guarda se tutto è a posto, controlla le luci e tutto ciò che deve essere sottoposto a verifica. Se qualcosa va storto e non se ne accorgono, i produttori spediscono le auto. Poi il guasto emerge e magari devono richiamare indietro mezzo milione di veicoli. Ma quante auto sono davvero difettose? Forse quattro o cinque, giusto? Quindi, solo per questo piccolo numero di auto difettose, devono richiamarle tutte. Immaginate i costi generali associati a questo. Ed è qui che l’AR può aiutare, migliorando la produttività e riducendo gli errori a zero. 

D. Avete qualche programma per l’utilizzo della Realtà Aumentata in scuole e università a fini didattici? 

R. Per noi si tratta di un’attività molto importante. Invece di leggere libri di testo in formato 2D, grazie all’introduzione dell’AR i ragazzi potranno davvero vedere un universo dal vivo, sperimentare. E questo cambierà davvero la loro percezione del mondo, oltre che la qualità del loro apprendimento. Preparandoli a un mondo dove la Realtà Aumentata avrà una diffusione capillare. Abbiamo appena annunciato un’iniziativa chiamata “Classroom Trainings”. Serve soprattutto per unire le persone, ma il prossimo passo è arrivare in classe con la Realtà Aumentata.  

Teamviewer è sponsor del team di Formula 1 Mercedes AMG

D. Pensate anche ad applicazioni di AR per le smart city? 

R. Certamente. Ma ritengo importante chiarire bene che cosa si intende per smart city. Noi abbiamo una visione olistica, che comprende anche le abitazioni e molti aspetti della vita delle persone. Pensiamo per esempio ai consumatori. Oggi grazie ai sensori ormai disseminati nelle loro case e all’IoT possono monitorare i consumi, tenere sotto controllo molte attività da remoto e svolgere funzioni davvero interessanti. Grazie alla Realtà Aumentata potranno fare molto di più, come ricevere istruzioni per riparare da soli il loro impianto elettrico, che magari necessita di interventi urgenti o è vecchio, quindi è difficile trovare qualche tecnico in grado di provvedere. Ci sono molti ambiti in cui la Realtà Aumentata può intervenire. Oggi, per sistemare e aggiustare tutto ciò di cui si ha bisogno occorre leggere un manuale. Invece con la AR non abbiamo bisogno di manuali, non abbiamo bisogno di carta e penna, tutto è digitalizzato nel tuo campo visivo proprio di fronte a te, in modo che tu possa ricevere aiuto quando ne hai bisogno. Questo è ciò che ti offre la Realtà Aumentata. Può essere con modelli 3D, può essere con immagini, schemi, qualsiasi cosa:  ma questo è l’input, questa è la visione. E avremo bisogno di molti creatori di contenuti, visto serviranno contenuti per realizzare tutto ciò: ritengo che sarà un grande progresso, che metterà ancora di più l’uomo al centro. E noi di TeamViewer lo abiliteremo dal punto di vista tecnologico. Non è poco. 














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