Arvind Krishna, ceo Ibm worldwide: i nostri nuovi piani su cloud ibrido e intelligenza artificiale

di Alice Ampola ♦︎ Cosa ha detto il nuovo numero uno di Big Blue in occasione di Think 2021 sulle nuove tecnologie del colosso

Arvind Krishna, Presidente e ceo di Ibm
Arvind Krishna, Presidente e ceo di Ibm

Cloud ibrido, intelligenza artificiale ed elaborazione quantistica: è questa la ricetta attraverso cui Ibm è pronta a rivoluzionare aziende ed industrie nel prossimo futuro. Il cambiamento, in realtà, è già iniziato ed è stato catalizzato proprio dal Covid-19. «Quando riguarderemo a quest’anno, lo ricorderemo come il momento in cui il mondo è entrato a pieno regime nel secolo digitale», ha affermato Arvind Krishna, Presidente e Ceo di Ibm, in occasione di Think 2021. «Abbiamo vissuto 10 anni di trasformazione digitale in soli 13 mesi».

Siamo, però, ancora all’inizio di un cammino che rivoluzionerà il nostro modo di lavorare ed il lavoro stesso. «Nello stesso modo in cui abbiamo elettrificato fabbriche e macchine nel secolo scorso, utilizzeremo il cloud ibrido per infondere l’Ia nel software e nei sistemi nel 21° secolo», annuncia Arvind Krishna. «E una cosa è certa: questo è un futuro che deve essere costruito su una base di profonda collaborazione industriale. Nessuno lo capisce meglio di Ibm, che è uno dei motivi per cui stiamo incrementando gli investimenti nel nostro ecosistema di partner».







Cloud ibrido, una piattaforma mista di calcolo, storage e servizi costituito da un’infrastruttura on-premise, pubblica e privata, ed intelligenza artificiale sono le due grandi scommesse del colosso tecnologico: attraverso i due ingredienti, insieme, «stiamo già aiutando migliaia di clienti in ogni settore a trasformare le loro attività. È il caso, tra gli altri, di Siemens, un’azienda che ha una storia ancora più lunga della nostra, che ha collaborato con noi per migrare su un cloud ibrido. Una scelta di questo genere fa la differenze nelle aziende» che possono modernizzare i propri «sistemi mission-critical», spiega il presidente e ceo di Ibm.

Grazie a Cloud Pak for Data la tecnologia del cloud si unisce all’intelligenza artificiale, permettendo ai «nostri clienti di accedere, unificare, gestire i dati ovunque ed in pochissimi secondi», dice Arvind Krishna. La piattaforma consente di ottenere risposte alle query distribuite fino a 8 volte più velocemente rispetto al passato, con quasi la metà del costo di altri data warehouse confrontati.

«Tra le nostre tecnologie che sfruttano l’AI c’è AutoSQL»: è dedicata, come si intuisce, alla mobilità e “permette ai nostri clienti di integrare e gestire i dati senza mai doverli spostare, indipendentemente da dove risiedono i dati o da come sono archiviati».

Sfrutta tutte le potenzialità dell’intelligenza artificiale anche Watson Orchestrate, una funzionalità che aiuta «un venditore, per esempio, in tutte le sue attività di routine, come la pianificazione di riunioni o l’acquisizione di approvazioni, o attività più critiche, come la preparazione di proposte o piani aziendali, consentendogli di risparmiare una grande quantità di tempo. Manda mail, si connette con applicazioni, strumenti, dati e cronologia rapidamente», ha raccontato Krishna.

Maximo Mobile, invece «è nato per trasformare il lavoro dei tecnici sul campo che effettuano la manutenzione di asset fisici come strade, ponti, linee di produzione, centrali elettriche, raffinerie» e altro ancora. Con Project CodeNet, set di dati open source su larga scala composto da 14 milioni di campioni di codice, 500 milioni di righe di codice e 55 linguaggi di programmazione, invece, si punta a migliorare la comprensione e la traduzione del codice da parte dell’Ia.














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