Cloud, cybersecurity e mainframe, nuove assunzioni: la strategia di Kyndryl spiegata da Paolo Degl’Innocenti

di Piero Macrì ♦︎ La filiale italiana dell'azienda di servizi infrastrutturali cresce rapidamente. I dipendenti sono aumentati del 40%. Molti i clienti top nel manifatturiero, come Stellantis e Prysmian. Cybersecurity: il nuovo cyber operation center di Roma. Automazione: la piattaforma Bridge. Il focus sui mainframe. Le collaborazioni con Microsoft, Intel, Dell, Nokia e Aws

In un solo anno Kyndryl Italia, spin off di Ibm, ha aumentato del 40% il numero dei propri dipendenti. 600 le nuove assunzioni, con un organico salito a 2.000 persone. Più del 90% delle nuove risorse hanno competenze tecniche e vanno a rafforzare le aree strategiche per lo sviluppo dell’azienda numero uno al mondo dei servizi Ict. In primis il cloud, per la gestione di ambienti ibridi, on e off premise e multicloud, a seguire la cybersecurity, con investimenti che hanno portato alla creazione del Cyber Operations Center, e infine, sorpresa, l’area mainframe, dove risiedono ancora molte delle attività mission critical di grandi aziende e gruppi industriali. Nel periodo aprile-dicembre 2022, a livello globale, sono stati firmati contratti di cloud service integration per un valore di 750 milioni di dollari, cifra che a chiusura dell’anno fiscale, a marzo di quest’anno, raggiungerà il miliardo. L’accelerazione verso il cloud è una tendenza che si riflette a livello locale e coinvolge aziende come Stellantis e Prysmian così come gran parte degli attuali 200 clienti italiani. Le partnership tecnologiche si estendono a tutte le più importanti aziende dell’Ict, da Cisco a Vmware, da RedHat a Dell, da Nokia a Intel e Lenovo. «Abbiamo la capacità di integrare tutte le tecnologie abilitanti le infrastrutture a supporto di nuovi progetti di modernizzazione. Stiamo facendo crescere le competenze su tutti gli strati infrastrutturali, legacy e non legacy», afferma Paolo Degl’Innocenti, presidente di Kyndryl Italia. Nel corso del 2022 è stato anche avviato un esteso piano di upskill che ha coinvolto le 1.600 persone che erano a bordo dell’azienda. «Abbiamo raggiunto oltre 570 certificazioni per le tre più diffuse piattaforme hyperscaler, rafforzando le partnership globali con Amazon, Google e Microsoft». Il denominatore comune delle iniziative messe in atto dalla multinazionale è la capacità di unificare e sincronizzare tutte le componenti Ict per assicurare la massima produttività e resilienza delle infrastrutture che sostengono i processi aziendali. Analisi dati, intelligenza artificiale, automazione, sono gli ingredienti sui quali è basata la gestione dei servizi e la nuova progettualità in ambienti cloud. Elemento chiave per la resilienza in logica predittiva delle infrastrutture è la nuova piattaforma Bridge, che integra il più ampio spettro di strumenti per il monitoraggio di tutti i sistemi e apparati Ict, dai server, al networking allo storage. In base alle esperienze finora condotte da Kyndryl, la piattaforma è in grado di ridurre del 74% il numero di “incident per server” al mese.

Nata nel novembre del 2021 dallo spin-off della divisione Global technology services (Gts) di Ibm, un fatturato globale di 18,7 miliardi di dollari, dal momento della sua costituzione Kyndryl ha dimostrato di essere l’interlocutore di riferimento per le aziende di ogni settore industriale e manifatturiero che si confrontano con la modernizzazione delle infrastrutture e il digital journey. «Siamo un service integrator a 360 gradi. Abbiamo una conoscenza superiore a chiunque altro sulle tecnologie a più ampia diffusione. Nell’ultimo anno abbiamo consolidato 6 data center in soli 4 data center. Per farlo abbiamo migrato fisicamente tutte le risorse Ict di 37 nostri clienti senza far loro perdere un’ora di servizio, afferma Degl’Innocenti. La crescita occupazionale ha comportato una revisione organizzativa straordinaria e una contaminazione positiva. Nuove risorse portano una maggiore apertura mentale, un “new thinking” che non è condizionato da stereotipi pregressi. Il rinnovamento è una condizione necessaria per far sì che il passato non comprometta le opportunità future», afferma Degl’Innocenti. Ultimo, ma non meno importante, il tema dell’efficientamento energetico in ottica di sostenibilità. La missione di Kyndryl è ridurre l’impatto ambientale puntando al target “zero emissioni” entro il 2040. Per il 2030 l’obiettivo è ridurre del 50% le emissioni in tutte le sedi e del 75% le emissioni di gas serra provenienti da attività dirette e indirette spingendo al 100% l’utilizzo di energia rinnovabile. Per quanto riguarda l’efficienza dei data center (oltre 260 in tutto il mondo) tutte la attività condotte finora hanno consentito una riduzione energetica globale pari a 32.800 MWh con riduzione delle emissioni pari a 10.600 milioni di tonnellate di Co2.







Apertura al mercato, collaborazioni in open innovation per realizzare infrastrutture a supporto di un’impresa connessa e integrata

Paolo Degl’Innocenti, presidente di Kyndryl Italia

L’infrastruttura di medie e grandi aziende è ormai un caleidoscopio di tecnologie che occorre mettere a fattore. La connected enterprise si gioca su un perimetro molto più esteso rispetto al passato. Anzi, non esiste un vero e proprio perimetro. Tutto diventa molto più liquido, risorse interne vengono trasferite in cloud e viceversa, e server virtuali vengono creati e dismessi a seconda delle necessità, su questo o quel data center, su questa o quella piattaforma. È un mondo ibrido, che permette una flessibilità e configurabilità estrema. Tuttavia, come dice Degl’Innocenti, «Per trarre vantaggio dalle opportunità di mercato si deve gestire una complessità senza uguali. E questo è il nostro mestiere». Per centrare questi obiettivi serve una collaborazione e un’apertura al mercato. Nel corso del terzo trimestre 2023 sono stati siglati accordi con Aws per l’erogazione di servizi gestiti di sicurezza. Con Dell e Microsoft, sono state messe a punto soluzioni cloud ibride integrate e con Intel si lavora per la progettazione e l’implementazione di reti private 5G. Con Nokia, infine, si è estesa la partnership globale focalizzata su networking ed edge computing per lo sviluppo di servizi wireless privati 5G e Lte e soluzioni Industry 4.0

 

Analisi dati + automazione + intelligenza artificiale = quality of service al quadrato

Sede di Kyndryl a New York

I driver di mercato sono l’analisi dati e l’automazione. «La qualità dei servizi che eroghiamo è direttamente proporzionale alla capacità di utilizzare dati che vengono acquisiti da tutti gli apparati e sistemi che compongono un’infrastruttura. L’obiettivo è avere un monitoraggio e visibilità end-to-end dei processi Ict per individuare e risolvere le vulnerabilità, i punti critici, i colli di bottiglia che causano un rallentamento delle performance», spiega Degl’Innocenti. Un’intelligenza software che serve a minimizzare il numero di incidenti. E poi automazione, per creare maggiore produttività dell’ambiente informatico, che va considerato alla stessa stregua di una fabbrica. La differenza è che al posto di macchine automatiche o utensili si deve garantire il buon funzionamento in ottica predittiva delle tre principali componenti infrastrutturali, vale a dire computing, networking e storage. Automazione, quindi, per ridurre l’intervento umano in tutte le fasi ripetitive e a basso valore. Il che, per esempio, significa introdurre aggiornamenti software in maniera automatica, fare commissioning e decommissioning di server virtuali. «Automatizzando si riduce la percentuale di errore umano e allo stesso tempo si valorizza il ruolo del personale, che non deve più occuparsi dei lavori più noiosi e time consuming», afferma Degl’Innocenti. Attività che ormai trovano un supporto insostituibile nell’intelligenza artificiale.  Il tutto da luogo a una semplice equazione: analisi dati + automazione + intelligenza artificiale = quality of service al quadrato. Un’equazione che sembra funzionare. Secondo la formula che misura la soddisfazione dei clienti, net promoter score, basata sui feedback dei clienti, Kyndryl ha il punteggio più alto del mercato.

 

Investimenti per la cybersicurezza. Inaugurati a Roma il cyber operations center e il command center. E in un prossimo futuro prevista la creazione del networking operation center

 

Il Cyber Operations Center di Kyndryl a Roma. Un centro attivo 24/7. dove lavorano 170 esperti di sicurezza informatica

Nel 2022 importanti investimenti sono stati dedicati alla creazione del nuovo cyber operations center di Roma. Operativo dall’estate scorsa è considerato da Kyndryl un assett strategico per la propria evoluzione e crescita. «Ci affidavamo a risorse esterne ma siamo convinti che la cybersecurity deve diventare parte del nostro core business integrando strutture proprie e aumentando le competenze e il numero di persone dedicate. È il nostro nuovo centro di eccellenza per la gestione combinata e adattiva della sicurezza e della resilienza cibernetica dei clienti», racconta Degl’Innocenti. 170 gli specialisti dedicati che lavorano presso il nuovo centro, oltre 180 certificazioni e collaborazione con oltre 7.500 colleghi in tutto il mondo che operano su più di 4.000 clienti di ogni industria. Sempre a Roma è stato inaugurato il nuovo command center. La gestisce un team di oltre 30 specialisti con una solida esperienza e competenze cybersecurity certificate e offre ai servizi di monitoraggio h24, 365 giorni all’anno e supporto tecnico di primo livello. Basata su un’infrastruttura di monitoring & event management di nuova generazione, sviluppata su container platform nel cloud di Microsoft eroga un servizio modulare, scalabile e flessibile che viene proposto a tutti quei clienti che non hanno una propria struttura interna per gestire interventi di incident response. «Prossimi investimenti riguarderanno la creazione di un network operation center», afferma Degl’Innocenti.

Bridge, la piattaforma di servizi di monitoraggio che integra tecnologie e servizi multivendor

Kyndryl Bridge

«L’investimento globale che è stato fatto nel 2022, da cui trarremo beneficio a livello locale, è la creazione della piattaforma Bridge abilitante monitoraggio e controllo “always on” delle infrastrutture, racconta Degl’Innocenti. Integra tutti i più diffusi tool di monitoraggio in utilizzo presso i nostri clienti più nostre capacità addizionali per migliorare la visibilità e l’analisi dati, anche attraverso l’uso di algoritmi, con l’obiettivo di prevenire incidenti e risolvere problemi di performance. La stiamo installando presso tutti i clienti che supportiamo con servizi gestiti».

È la soluzione che sfrutta l’uso intelligente dei dati e l’automazione per creare servizi resilienti. Acquisendo dati dal campo si riesce a capire cosa sta succedendo, mettendo gli operatori nella condizione di intervenire nel modo più opportuno. «Sono servizi che possono essere creati solo portando a bordo nuove professionalità, data scientist o data engineer, per sviluppare tutti quegli automatismi che risolvono le criticità che si possono riscontrare a livello di produzione Ict», dice Degl’Innocenti. Insomma, Bridge ridefinisce il modo in cui le imprese migliorano e accelerano i loro obiettivi di analisi e di business basati sull’intelligenza artificiale. La gestione di ambienti It sempre più complessi richiede infatti maggiore supervisione, interoperabilità e analisi basate sull’intelligenza artificiale. 

Cloud e on premise, come valorizzare l’universo ibrido delle aziende italiane

Martin Schroeter, ceo Kyndryl

Secondo le più recenti stime degli analisti l’infrastruttura Ict delle aziende italiane è per un terzo in cloud e per due terzi on premise. «La migrazione al cloud è molto più rapida laddove si utilizzano software che sono diventati standard di mercato. Un esempio è il settore manifatturiero dove l’evoluzione è semplificata da una sempre più forte propensione al cloud dei vari software vendor», spiega degl’Innocenti. Più lenta invece la penetrazione del cloud in quegli ambienti dove esiste ancora una forte presenza di applicazioni custom sviluppate nel passato. La strategia messa in campo per questi clienti? Rendere queste architetture aperte verso l’esterno. Un esempio è proprio il mainframe, sistema legacy per antonomasia, ancora oggi un asset critico per molte grandi aziende. «Lo si può valorizzare facendo in modo che tutta una serie di dati siano esportati all’esterno, su infrastrutture open oppure in cloud per trarre vantaggio dall’analisi dati che può essere fatta su piattaforme alternative. Insomma, ibridiamo l’infrastruttura legacy con il cloud», dice Degl’Innocenti.

Stellantis, Prysmian e manifatturiero. Servizi gestiti e nuova progettualità in cloud

Kyndryl vanta una grande presenza nel tessuto manifatturiero del nord ovest. Un’eredità che viene dal passato che si è evoluta nel tempo. Un esempio è la partnership con Stellantis, nata in Fiat e poi proseguita con Fca, e oggi riconfermata da un contratto di servizio pluriennale in tutte le aree del mondo (Italia, Stati Uniti, America Latina, Francia, Polonia e India). «Stellantis è una delle aziende più all’avanguardia per quanto riguarda l’automazione Ict. È uno dei clienti più avanzati del mercato», dice Degl’Innocenti. Tra i clienti del manifatturiero anche Prysmian per il quale Kyndryl contribuisce all’evoluzione e alla trasformazione del sistema informativo verso un’architettura multicloud. «Per molti clienti il prossimo passo sarà l’implementazione di Bridge. Potrà garantire una migliore analisi dei dati e automazione dei processi», afferma Degl’Innocenti.

Kyndryl ha stretto numerose partnership con realtà manifatturiere, soprattutto nel Nord Ovest. La collaborazione con Stellantis è nata ai tempi di Fiat

Un’infrastuttura Ict è complessa, rete, sistemi… Voi di cosa siete responsabili? «Dipende dai contratti. Abbiamo clienti di cui siamo responsabili di tutto, dalla connettività geografica e locale al funzionamento di tutti gli strati Ict intermedi fino al layer applicativo, spiega Degl’Innocenti. Ci sono poi organizzazioni che decidono di avere una contrattualizzazione separata per la parte di network geografico, altri che gestiscono loro infrastruttura presso nostri data center. Insomma, la responsabilità varia in funzione del servizio richiesto dal cliente. In Italia gestiamo le infrastrutture di circa 200 aziende e tutte hanno un contratto diverso dall’altro. In linea di massima viene stabilita una matrice di responsabilità e per quelle di nostra pertinenza ci impegniamo a garantire determinati service level agreement che, se non rispettati, implicano delle penali». Tutti i progetti che mettono al centro l’evoluzione di processo sono di grandissimo interesse per i clienti di Kyndryl. «L’evoluzione verso il cloud comporta importanti decisioni architetturali. Non ci sono grandi implicazioni tecniche in questo passaggio. La componente tecnologica è una frazione del tutto, dice Degl’Innocenti. La criticità maggiore consiste nel cambiare profondamente le modalità operative con cui si è sempre gestito l’It. Ci sono molti system integrator che sanno portare una macchina virtuale da on premise al cloud ma sono pochi quelli che sono in grado di accompagnare le aziende in un percorso di trasformazione che implica una profonda revisione dei processi It, da quelli di sicurezza a quelli di compliance a quelli di cost management. È questo il motivo per cui siamo sempre più coinvolti in nuovi sviluppi. Fatto 100 il volume di fatturato di Kyndryl Italia, la percentuale che deriva da nuova progettualità è destinata ad aumentare rispetto ai normali sevizi gestiti».














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