Tutti al… CLab! Dove si incontrano mondo accademico e industriale

di Piero Formica* ♦︎ Concepiti dal Miur, i Contamination Lab promuovono l’imprenditorialità, la sostenibilità, l’innovazione e l’interdisciplinarietà. I partecipanti durante il percorso coltivano idee di business e le trasformano in realtà commerciali, in grado di attrarre finanziamenti privati. I casi Stevanato Group e Irinox al CLab di Padova

I CLab sono un terreno fertile per relazioni innovative e pionieristiche tra le comunità accademiche ed imprenditoriali, ampliano il campo d’azione delle università e dell’industria, arricchiscono il ventaglio delle competenze e assicurano che l’autonomia delle due parti si rafforzi di pari passo con una maggiore responsabilità reciproca. Concepiti dal Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) questi laboratori, si legge nell’Italian CLab Network «sono luoghi di contaminazione tra studenti universitari (e non solo) di discipline diverse che espongono i partecipanti ad ambienti stimolanti e multidisciplinari, pensati anche per incoraggiare approcci imprenditivi. I CLab promuovono la cultura dell’imprenditorialità, della sostenibilità, dell’innovazione e del fare, così come l’interdisciplinarietà e nuovi modelli di apprendimento, tali da ridurre il divario tra il mondo accademico e l’innovazione. I partecipanti durante il percorso sperimentano, riflettono, pensano, agiscono e arrivano a generare vere e proprie idee di impresa: start-up innovative potenzialmente in grado di attrarre finanziamenti privati».

La scoperta (l’atto di osservare o trovare qualcosa di sconosciuto), l’invenzione (il processo di creazione di una nuova tecnologia), e la trasformazione in innovazione imprenditoriale (il processo di portare effettivamente sul mercato la scoperta e l’invenzione): è dalla messa a punto di questi eventi che dipende la catena del valore della conoscenza. Un’istituzione rinomata come il Massachusetts Institute of Technology ha riconosciuto che la relazione tra università e industria non dovrebbe essere basata sulla visione che l’università è la fonte centrale di conoscenza, ma sulla convinzione che la nuova conoscenza e le scoperte avvengono in tutta la società, e che il movimento non è mai unidirezionale. Lo storico della scienza Steven Shapin ha scritto che per la ricerca condotta nel settore industriale rispetto a quella che si fa nel mondo accademico «molte delle differenze propagandate descrivono la situazione piuttosto male. Se l’autonomia è il problema, molti scienziati industriali sin all’inizio del XX secolo ne hanno goduto al pari dei loro colleghi accademici. Un netto contrasto di qualità della scienza tra università e industria, a favore della prima, non si giustifica alla prova dei fatti, mentre è puramente dogmatica la presunzione che ricerca applicata e sviluppo richiedano meno potenzialità cerebrali rispetto alla ricerca pura» (Shapin, S., The Scientific Life. A Moral History of a Late Modern Vocation, The University of Chicago Press, 2008).







Industria e Università si incontrano per collaborare nei Contamination Lab (CLab) diffusi nell’intero territorio nazionale: una rete fluida di agenti interconnessi che svolgono attività specifiche e traggono forza e vitalità gli uni dagli altri. La rete è un sistema adattivo i cui agenti cambiano le regole di condotta mentre il sistema evolve. La forza trainante del cambiamento sono le idee nella testa delle persone. I partecipanti ai CLab, i CLabber, sono gli ideatori che guardano il mondo come se lo stessero vedendo per la prima volta. Le loro visioni, direbbe Vladimir Nabokov, «sono rotonde, come l’universo o gli occhi di un bimbo la prima volta che vede uno spettacolo circense». I CLab possono aprire inedite visioni sul mondo imprenditoriale del nuovo secolo. I progetti industriali di gemellaggio con i CLab aprono la porta ad iniziative imprenditoriali di successo che, a loro volta, promuovono nuove ed emergenti comunità imprenditoriali di alta qualità. Confini aperti, educazione senza frontiere, nuove connessioni, viaggi sia fisici che virtuali in altri luoghi e discipline: tutti questi sono ingredienti che favoriscono nuove idee. Con la mobilità all’interno della rete dei CLab, prendono forma circoli informali di scambio che sono fonti di creatività e fertilizzazione incrociata di idee. In prospettiva, predisponendosi a progettare e gestire reti create e sviluppate per mezzo di alleanze internazionali con partner di apprendimento e organizzazioni aziendali che collegano l’apprendimento incentrato sugli studenti alle attività d’impresa, i CLab potranno disegnare ambienti cooperativi i cui partecipanti coltivano originali idee di business e le trasformano in realtà commerciali.

Clab In Italia

Nel CLab le idee da sviluppare fino a immetterle nel percorso imprenditoriale provengono dalle imprese, dagli stessi partecipanti e dai loro team. Nel corso della sperimentazione le idee si diffondono, mutano, evolvono e diventano virali. Ne nascono costruttivi conflitti cognitivi tra gli stessi CLabber che, ripensando e disapprendendo per collegare fenomeni apparentemente scollegati, percepiscono il mondo in modi nuovi. Il disaccordo intellettuale che sorge nei conflitti cognitivi alimenta, stimola e rinnova le energie sotto forma di nuove intuizioni e conoscenze prodotte dalla collisione di idee. Il conflitto cognitivo è paragonabile ad un acceleratore di particelle; le idee che si scontrano tra loro ne generano di nuove. I Contamination Lab avvertono oggi forti scosse provocate dai movimenti dell’industria causati dall’esigenza di sostenibilità ambientale e dall’insieme di iniziative politiche della Commissione europea con l’obiettivo generale di rendere l’Europa climaticamente neutrale nel 2050: il cosiddetto “European Green Deal”.

Al CLab di Padova, Stevanato Group, azienda leader nel settore del packaging primario in vetro per la farmaceutica e la salute, ha lanciato la sfida sul come ridurre l’impronta ecologica dei propri processi e prodotti. Ad accoglierla è chiamato un team transdisciplinare con il compito di individuare una soluzione innovativa che coniughi virtuosamente la tecnologia con il mercato. Irinox, specializzata nella surgelazione rapida, si rivolge al CLab padovano per migliorare l’uso delle sue attrezzature innovative impiegate nella conservazione e freschezza degli alimenti, al fine di preservare la qualità dell’alimentazione. In piena epidemia, il Contaminatio Lab dell’ateneo patavino ha registrato un boom di candidature. Dai 72 candidati del 2018 ai 232 del 2021, con le donne in maggioranza (52%), questi numeri apparentemente piccoli esprimono qualcosa di grande. Ci dicono che non mancano i giovani che vogliono sognare, esplorare e scoprire territori di creatività, impazienti di afferrare la vita che il ventunesimo secolo sta svelando. Una realtà che comporta un’intelligenza, un saper scegliere che in tutto si discosta dalla capacità di intendere la realtà del secolo passato. Giovani che aspirano ad essere ideatori oggi e imprenditori domani.


CLab Padova: candidati 2018-2021. Con la maggioranza al femminile, cova sotto le ceneri l’imprenditorialità in rosa

 

Spinto dall’economia di massa, dalla quantità di cose prodotte e vendute, il lavoro del secolo trascorso è al tramonto. Nel 2021 si sente già forte la voce della qualità che richiede un modo affatto diverso di essere e fare impresa. Gli 83 vincitori che quest’anno agiranno nel Laboratorio sono tra i pionieri di una schiera di ideatori decisi ad utilizzare le proprie energie creative per accendere i motori dell’imprenditorialità trasformativa dello status quo. I cambiamenti si esauriscono in breve tempo se le idee originali si manifestano in ambienti impermeabili alla loro trasmissione. Al contrario, se le idee entrano in reti densamente connesse e sensibili all’innovazione più che agli aggiustamenti marginali, come nel caso dei CLab, le conseguenze permarranno e si moltiplicheranno. Un’idea balzerà dal suo creatore a un altro agente che, a sua volta, ne forgerà un’altra da impiegare in un campo diverso, talvolta adiacente alla prima, in modalità complementare, concorrente o ibrida. Una rete è tanto più ricca quanto più variegata per cultura e provenienza dei suoi membri. Nei CLab si intrecciano competenze scientifiche, tecnologiche, sociali ed umanistiche. È così che il Laboratorio vive il conflitto che dagli anni Trenta del Novecento vede coinvolti i sostenitori del progetto per la “Scienza unificata” e i seguaci dell’iperspecializzazione. Fu con il suo manifesto del 1929 che il filosofo, sociologo ed economista austriaco Otto Neurath avviò l’opera di unificazione dei diversi campi scientifici, anticipatrice di una rivoluzione dell’istruzione ancor oggi attesa.

Nel CLab di Padova, quest’anno si confrontano dodici team transdisciplinari composti da circa sette persone, tra studenti, laureati e dottorandi. Undici team risponderanno alle sfide proposte dalle aziende, tra queste Stevanato e Irinox; un team si impegnerà su un’idea proposta da una partecipante; ciascun team presente nella scuola estiva elaborerà un’idea emergente dalla conversazione tra i suoi membri. Dalla materia bruta dell’ideazione si apriranno diversi percorsi di idee innovative tramite lo sforzo intellettuale per cavare, trasportare e trasformare quella materia. Creatori di sentieri, i CLabber sono ideatori che esplorando territori cognitivi vergini e sconosciuti creano idee e le immettono in strade del sapere originali da loro tracciate ex nihilo. Muovendosi lungo quei percorsi quelle idee sono rapidamente scalabili e la loro trasformazione imprenditoriale è accessibile e inclusiva. All’orizzonte si apre alla vista un tempo e uno spazio inedito e migliore. La ricerca di una nuova percezione e il passaggio all’azione rafforzano il potere della mente umana che costruisce volontariamente il suo futuro ricorrendo alla ginnastica mentale per gestire le incertezze, non potendo prevedere cosa porterà il domani.

 

 

*Piero Formica è Professore di economia della conoscenza, Senior Research Fellow dell’International Value Institute presso la Maynooth University in Irlanda. Presso il Contamination Lab dell’Università di Padova e la Business School Esam di Parigi svolge attività di laboratorio per la sperimentazione dei processi di ideazione imprenditoriale














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