Con Tim e Noovle Cisco lancia la sfida all’hybrid cloud

di Chiara Volontè ♦︎ Con la nuova economia app-centrica la nuvola deve essere integrata in ogni aspetto del business di imprese e Pa. Le soluzioni della multinazionale del networking? Intersight, piattaforma per amministrare le risorse all’interno dell’infrastruttura; Orchestrator, che semplifica i flussi di lavoro complessi; Ucs X-Series, la platform di computing che integra moduli differenti per le singole entità funzionali. La nuova Webex Suite

Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia

La parola d’ordine di ogni azienda che voglia digitalizzare e automatizzare i propri processi? Cloud! E poco importa che sia pubblico, privato o ibrido: ciò che conta è integrarlo in ogni aspetto del business, soprattutto con la nuova economia in cui sono le applicazioni a far girare gli affari di imprese e Pa. Infatti sono le app, costituite da tanti microservizi, a generare enormi quantità di dati, sempre più centrali in questi nuovi modelli operativi. Ma in che modo è possibile gestire gli insight? E come possono essere sfruttati, per ricavarne valore?

«È proprio a questo punto che il cloud si rende necessario – chiosa Enrico Mercadante, direttore Architetture e Innovazione Southern Europe di Cisco – Si tratta di un modello operativo che consente di mantenere le applicazioni in sicurezza e garantendo la sovranità dei dati, in maniera semplice e gestita as a service. Un ambiente di questo tipo è multicloud, ibrido e app centric: al centro troviamo il business dell’applicazione, intorno ci sono le infrastrutture eterogenee. Tutto questo verrà accelerato dall’IoT, dato che buona parte delle app finirà in cloud distribuiti, con edge e fog computing che avranno ruoli sempre più preponderanti».







Enrico Mercadante, direttore Architetture e Innovazione Southern Europe di Cisco

Ma quali sono le ultime frontiere tecnologiche in materia di cloud ibrido della multinazionale guidata da Chuck Robbins? Tutte le innovazioni più recenti nell’ambito dell’automazione sono incluse in Cisco Intersight, piattaforma nel cloud per amministrare le risorse all’interno dell’infrastruttura, a cui si aggiunge Orchestrator, che fornisce un framework di automazione low-code e semplifica i flussi di lavoro complessi. Senza dimenticare Ucs X-Series, la platform di computing che consente di integrare moduli differenti per le singole entità funzionali. Novità anche per gli utenti della piattaforma di collaboration Webex: grazie al nuovo data center di Francoforte, infatti, potranno archiviare e gestire il trattamento dei loro dati Webex – comprese le registrazioni delle riunioni, i file condivisi o le chat – in conformità con le leggi dell’Unione Europea.

Lo sviluppo delle attività cloud di imprese e pubblica amministrazione è invece l’obiettivo della collaborazione tra Cisco, Tim e Noovle – la cloud company del Gruppo -, che intende creare un percorso condiviso per realizzare infrastrutture cloud all’avanguardia e supportare la migrazione delle aziende verso modelli di lavoro ibridi, caratterizzati dalle nuove esigenze tecnologiche.

Per vincere la sfida all’hybrid cloud, Cisco si è focalizzata in particolare su quattro criticità. In primis garantire la continuità aziendale in ogni condizione, abilitando un nuovo modo di lavorare attraverso un sistema cloud ibrido, multicloud e app centric. In secundis tutelare sempre la customer experience. Terzo, assicurare la sicurezza in ambienti zero trust. Infine certificare la connessione e la connettività, in un mercato che si sta polarizzando sempre più verso architetture Sase (Secure access service edge) che consolidano funzioni di networking e security. Di tutto questo si è parlato durante un recente evento organizzato da Cisco.

Il cloud è un modello operativo che consente di mantenere le applicazioni in sicurezza e garantendo la sovranità dei dati, in maniera semplice e gestita as a service. Un ambiente di questo tipo è multicloud, ibrido e app centric

Continuità, insight, sicurezza, connettività e operations: così Cisco affronta la sfida dell’hybrid cloud

Diego Zucca, Data Center Sales & Cloud di Cisco Italia

Un ambiente cloud è caratterizzato da tre aspetti: multicloud, che prevede la coesistenza; ibrido, che contempla risorse di diversa natura; app-centric, con focalizzazione evidente all’applicazione. Ma in un contesto così eterogeneo, come si prevede l’automazione delle risorse e un adeguato insight di quello che sta accadendo, offrendo al contempo esperienze digitali di qualità?

«Tramite il cloud operating model: tutti i team in gioco dispongono di un ambiente comune per gestire le applicazioni world cloud all’interno dello scenario composito e ibrido che abbiamo con il multicloud – sottolinea Diego Zucca, Data Center Sales & Cloud di Cisco Italia – Il mondo iperconnesso e distribuito in cui le aziende operano oggi non può prescindere da una corretta strategia della nuvola e dall’esigenza di garantire alle persone un’esperienza digitale ottimale, indipendentemente dal luogo in cui si trovano e dal momento in cui accedono ad una applicazione. È necessario adottare un modello operativo in cui il cloud è al centro e che si fondi su velocità, insight e controllo per gestire la sempre maggiore distribuzione di applicazioni, utenti e persone. Negli ultimi sei anni abbiamo concentrato le energie nell’aiutare i clienti a sviluppare strategie cloud complete in cinque aree chiave: continuità, insight, sicurezza, connettività e operations. Con automazione e observability come pilastri di un modello operativo cloud di successo».

Continuità, insight, sicurezza, connettività e operations: così Cisco affronta la sfida dell’hybrid cloud

Ma quali sono le ultime frontiere tecnologiche in materia di cloud ibrido della multinazionale guidata in Italia da Gianmatteo Manghi? Tutte le innovazioni più recenti nell’ambito dell’automazione sono incluse in Cisco Intersight, che semplifica la gestione dell’infrastruttura e la fa apparire a chi sviluppa le applicazioni come se fosse codice. Si tratta di una piattaforma nel cloud per amministrare le risorse all’interno dell’infrastruttura: indirizza gli aspetti di gestione della virtualizzazione, gestisce l’ambito di sviluppo con un paradigma a container, integra gli aspetti multicloud, di ottimizzazione, di observability e di infrastructure as a code, vedendoli come se fossero codici e programmandoli come se fossero righe addizionali.

A questo si aggiunge Intersight Cloud Orchestrator, che fornisce un framework di automazione low-code e semplifica i flussi di lavoro complessi, in modo che l’IT Ops possa facilmente orchestrare l’infrastruttura e i carichi di lavoro e accelerare il delivery dei servizi. Infine il sistema operativo Cisco per HyperFlex con gestione SaaS Intersight Workload Engine: costruito su open-source Kubernetes e Kernel-based virtual machine (Kvm) utilizza la virtualizzazione container-native. Questo permette di avere un ulteriore strumento di configurazione. Senza dimenticare la nuova estensione di Intersight Kubernetes Service, Cisco Service Mesh Manager, che offre una profonda observability e una gestione semplificata con sicurezza policy- based e una visualizzazione intuitiva delle topologie dei servizi su cluster K8s on premise e nel cloud.

Tutte le innovazioni più recenti nell’ambito dell’automazione sono incluse in Cisco Intersight, che semplifica la gestione dell’infrastruttura e la fa apparire a chi sviluppa le applicazioni come se fosse codice

Infine Cisco Ucs-X Series, la piattaforma di computing che affianca Csc Blade e Ucs Rec. Orchestrata in cloud da Intersight, è ibrida e versatile perché consente di integrare moduli differenti per le singole entità funzionali. Inoltre, integrando nuove tecnologie permette una maggiore rappresentazione di risorse in termini di core, storage e memoria. Cisco Unified Computing SystemTM è utilizzato nei data center da oltre 50.000 clienti in tutto il mondo ed è progettato per operazioni ibride dal cloud e attraverso i cloud.

Per quanto riguarda l’observability, Cisco ha cercato di mettere a disposizione una piattaforma comune ai diversi team al fine di avere gli insight necessari per poter stabilire una correlazione tra l’esperienza applicativa e la performance di rete dell’applicazione. Per fare ciò si è avvalsa dell’integrazione di ThousandEyes Internet and Cloud Intelligence con CiscoCatalyst 8000 Edge Series for Sd-Wan e gli switch Cisco Nexus 9000 per data center: obiettivo è fornire ai clienti informazioni preziose sullo stato della rete e sulle prestazioni delle applicazioni, monitorando il perimetro, le filiali, i data center e ogni punto della rete Wan tra l’utente e le applicazioni. Mentre Nexus Dashboard Orchestrator agisce come pannello di controllo per la configurazione e la gestione di policy comuni attraverso più siti Aci on-prem, Aws, Microsoft Azure e Google Cloud a disposizione dal prossimo autunno.

Cisco Ucs-X Series, la piattaforma di computing che affianca Csc Blade e Ucs Rec. Orchestrata in cloud da Intersight, è ibrida e versatile perché consente di integrare moduli differenti per le singole entità funzionali

Cisco, Tim e Noovle: l’alleanza per lo sviluppo delle attività cloud di imprese e Pa

Alfredo Nulli, head of Portfolio & Center of Excellence di Noovle

Creare un percorso condiviso per realizzare infrastrutture cloud all’avanguardia e supportare la migrazione delle aziende verso modelli di lavoro ibridi, caratterizzati dalle nuove esigenze tecnologiche. È questo l’obiettivo alla base della collaborazione tra Cisco, Tim e Noovle, la cloud company del Gruppo guidato da Luigi Gubitosi, per lo sviluppo delle attività cloud per imprese e Pubblica Amministrazione.

Le tre aziende faranno leva sulle rispettive infrastrutture e competenze, avvalendosi tra l’altro del Cisco Co-Innovation Center di Milano dedicato alla Cyber Security e alla Data Privacy e della rete di vendita del Gruppo Tim, distribuita su tutto il territorio nazionale. Al tempo stesso, Noovle, guidata da Carlo d’Asaro Biondo, metterà a disposizione i propri servizi e soluzioni multi-cloud, oltre ai propri Data center e circa 1.000 professionisti dedicati.

«Il cloud deve essere visto come metodologia per risolvere il problema della digitalizzazione delle imprese e della pubblica amministrazione – chiosa Alfredo Nulli, head of Portfolio & Center of Excellence di Noovle –

Luigi Gubitosi, ceo di Telecom Italia

 

Il reparto IT delle aziende gira a gran velocità e con un’architettura ben collaudata, ma c’è troppa lentezza se ci confrontiamo con la celerità degli hyperscale come Google e Aws. La nostra mission? Rendere reale l’hybrid e il multicloud per uniformare queste due velocità. Noovle nasce proprio per trasformare l’offerta cloud di Tim secondo un modello che parli la lingua delle aziende: sono saltate le gerarchie del modello IT tradizionale, perché le stesse applicazioni possono essere deliverate dal data center all’edge dei clienti, senza contare che è cambiato anche il modo in cui le applicazioni si parlano tra di loro. Lavoriamo sulla costumer experience, ed è in questo ambito che si inseriscono i componenti di security e compliance: il nostro obiettivo è assicurare la sovranità digitale al cliente».

Intelligenza artificiale, machine learning, digital sovereignty e cloud networking: sono queste le linee di azione della data company di Tim, che vuole realizzare un modello multi-livelli del moderno IT, in cui i propri data center saranno integrati. E a proposito della sovranità dei dati, la partnership beneficerà dell’esperienza nel cloud del Gruppo Tim che aderisce al progetto Gaia-X, per la creazione di un’infrastruttura europea per la condivisione e l’accesso ai dati, perseguendo proprio questo obiettivo.

 

Cisco Webex Suite: un nuovo modo di affrontare il lavoro ibrido

Enrico Miolo, collaboration leader di Cisco Italia

Il Covid ha portato all’affermarsi di nuove forme di lavoro a distanza, che sono piaciute sia ai dipendenti sia alle aziende: in molti casi l’hybrid work ha anche portato a un aumento della produttività, e per questo non verrà abbandonato con il ritorno alla normalità. Per poter mantenere il lavoro ibrido sul lungo termine, però, è necessaria una solida cultura aziendale, con comunicazioni frequenti ed efficaci fra i lavoratori, e capace di garantire maggiore riconoscimento e sviluppo professionale ai dipendenti. Bisogna poi tenere conto del fatto che i dipendenti ora vogliono una maggiore libertà e possibilità di scegliere dove e quando lavorare – un mix tra l’essere in ufficio e il lavorare da remoto. Man mano che le aziende definiscono i loro modelli di lavoro ibrido, si trovano a dover implementare soluzioni su misura a lungo termine che trasformino veramente le esperienze dei dipendenti, indipendentemente dalla loro posizione, e supportino la produttività. Dotare il personale degli strumenti adeguati per connettersi e collaborare è una parte fondamentale di questo viaggio. Le piattaforme di collaboration basate sul cloud, come Cisco Webex, supportate dall’intelligenza artificiale e dall’analisi avanzata che abilitano funzionalità come il riconoscimento facciale, le trascrizioni e le traduzioni, giocano un ruolo chiave nel riunire i team dispersi e nel promuovere maggior coinvolgimento virtuale e innovazione.

«Sempre più spesso le persone scelgono un’azienda per la sua cultura e i suoi valori. Nel lavorare da casa, dall’ufficio o da qualunque altro luogo, dobbiamo sempre essere inclusivi, portando tutti con noi in questo nuovo “Workplace” ibrido – spiega Enrico Miolo, collaboration leader di Cisco Italia – Dobbiamo fare dei passi in più per assicurarci che tutti si sentano partecipi. La tecnologia, come la nostra piattaforma di collaborazione Cisco Webex, gioca un ruolo fondamentale nel garantire che le persone e i team distribuiti si sentano connessi».

tutti i clienti europei sia del settore pubblico che privato, potranno archiviare e gestire il trattamento dei loro dati Webex – comprese le registrazioni delle riunioni, i file condivisi o le chat – in conformità con le leggi dell’Unione Europea. Un risultato ottenuto anche grazie al nuovo data center Webex a Francoforte (Germania), abbinato a un secondo centro dati ad Amsterdam (Paesi Bassi) per il backup, la resilienza e la disponibilità

Da settembre 2020, la multinazionale americana ha presentato oltre 800 nuove innovazioni della platform, tutte sostenute dai principi di sicurezza e privacy. Inoltre, tutti i clienti europei sia del settore pubblico che privato, potranno archiviare e gestire il trattamento dei loro dati Webex – comprese le registrazioni delle riunioni, i file condivisi o le chat – in conformità con le leggi dell’Unione Europea. Un risultato ottenuto anche grazie al nuovo data center Webex a Francoforte (Germania), abbinato a un secondo centro dati ad Amsterdam (Paesi Bassi) per il backup, la resilienza e la disponibilità. Al di là dei contenuti generati dagli utenti, a partire da luglio i dati analitici e Webex Identity – la soluzione che abilita un profilo utente coerente tra Webex e la directory del cliente – saranno elaborati a Francoforte. Obiettivo di Cisco è che entro la fine del 2022 tutti i restanti dati di utilizzo, relativi alla fatturazione o alle operations, saranno elaborati nell’UE o le informazioni di identificazione personale verranno rimosse.














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