Cdp scommette sul fintech e inaugura a Milano l’acceleratore Hyper

di Laura Magna ♦︎ Frutto di un’operazione congiunta fra Cdp Venture Capital, Digital Magics, Startupbootcamp e Fintech District, l’iniziativa vede l’adesione di Sia nella duplice veste di investitore e partner industriale. Il fondo ha inoltre deliberato ulteriori 2 milioni di euro per successivi follow-on post accelerazione. L’investimento si colloca in un’ottica di politica industriale, di cui la tecnofinanza deve essere uno dei capisaldi

Milano, capitale della tecnofinanza. Cassa Depositi e Prestiti delinea la sua nuova strategia, con l’inaugurazione nel capoluogo lombardo di una nuova sede – non più di rappresentanza ma operativa – e soprattutto dell’acceleratore Hyper dedicato a FinTech e InsurTech. Una strategia che vuole porre la città al centro di un sistema territoriale dell’innovazione finanziaria, ma che nel cambiamento digitale vuole coinvolgere tutto il Paese.

«L’obiettivo da piano industriale è inaugurare 26 punti su tutto il territorio nazionale e 20 acceleratori con diverse specializzazioni entro la fine del 2021», dice Fabrizio Palermo, ad di Cdp. Cassa depositi e prestiti ha già inaugurato a Modena il Motor Valley Accelerator, per accompagnare lo sviluppo di start-up nel settore dei motori e il WeSportUp, acceleratore dedicato a sport e salute, che apriranno entrambi i processi di selezione nei primi mesi del 2021: Hyper è il terzo nodo di una rete nazionale.







«L’Italia è il Paese dei Leonardo da Vinci e degli Enzo Ferrari – così Stefano Buffagni, vice ministro allo sviluppo economico, intervenuto nel corso della presentazione della nuova strategia milanese di Cdp – Questa è un’occasione da non perdere e da Milano può ripartire il Paese. Abbiamo visto che la tecnologia abilita il cambiamento: siamo sicuri che Milano possa essere un centro nevralgico per garantire lo sviluppo dell’innovazione e delle start-up».

 

Una tappa del percorso di avvicinamento al territorio

La nuova sede di Cdp a Milano

Quella milanese è solo dunque una «tappa del percorso che avvicina Cdp al territorio – dice Palermo – Stiamo compiendo noi stessi un percorso di cambiamento ponendoci come partner di innovazione». Milano è dunque solo un nodo – anche se probabilmente il più importante – di una rete che mira a diventare complessa e pervasiva. «Questa è la dodicesima apertura territoriale e laddove ci siamo insediati abbiamo visto un aumento degli investimenti in tecnologia – aggiunge Giovanni Gorno Tempini, presidente Cdp – La sede di Milano rafforza il rapporto storico di Cdp con il capoluogo lombardo. Qui siamo presenti da dieci anni e fino a pochi mesi avevamo l’unica sede oltre a quella romana. In generale, una struttura come quella che stiamo realizzando ci avvicina alle nostre omologhe francese Bpifrance e alla tedesca Kfw, che hanno una logica territoriale», che si dimostrerà più efficace.

Perché, come aggiunge Paolo Calcagnini, vice direttore di Cdp: «abbiamo constatato che sia difficile ascoltare i bisogni delle nostre controparti stando lontano, e comunicare quello che facciamo. Inoltre abbiamo ampliato in maniera significativa i servizi che possiamo fornire e questo richiede che le nuove attività vengano veicolate a soggetti che sono su tutto il territorio nazionale. Milano è una delle aree più importanti, dove abbiamo fatto negli ultimi due anni interventi per complessivi 4 miliardi, di cui circa 2 per i privati e altrettanto per le pa e le infrastrutture. Immaginiamo una crescita esponenziale con una sede fisica».

 

L’acceleratore Hyper

Enrico Resmini, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Fondo Nazionale Innovazione – Cdp Venture Capital Sgr

E se Cdp si struttura come una rete, anche Hyper è una delle molte iniziative che mettono insieme Milano e il FinTech. Qualche giorno fa è stato inaugurato il FinTech Hub di Banca d’Italia e si è svolto del Milan FinTech Summit, evento che mira a diventare un punto di riferimento in Europa sotto l’egida del FinTech District, l’Associazione che rappresenta le società italiane del comparto. C’è uno sforzo collettivo per fare di Milano il centro europeo del FinTech. Lo conferma anche l’ad Palermo: «L’aggregazione di Nexi che punta a creare maggior operatore europeo del mondo fintech, Euronext che è di fatto la piattaforma europea delle Borse in aggregazione anche con Borsa Italiana. Tutto questo porta Milano al centro del fintech», dice.

Hyper è a sua volta il frutto di una operazione congiunta fra Cdp Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione, Digital Magics, Startupbootcamp e Fintech District. La dotazione iniziale è di 1,65 milioni di euro, interamente sottoscritti da Cdp Venture Capital Sgr, che ha inoltre deliberato ulteriori 2 milioni di euro per successivi follow-on post accelerazione. L’iniziativa, aperta a partner sia finanziari che industriali, ha visto inoltre l’adesione di Sia – società hi-tech europea leader nei servizi e nelle infrastrutture tecnologiche di pagamento – nella duplice veste di investitore e partner industriale.

 

… 50 start-up da finanziare in tre anni

Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cdp

Con il Fni, gestito dall’ad Enrico Resmini, Cdp ha realizzato uno sforzo congiunto con il Mise per finanziare le strat up attraverso il Vc: «abbiamo in dotazione un miliardo e sei fondi attivi e abbiamo investito 200 milioni di euro in 144 start-up – ricorda Resmini – con l’obiettivo di aggiungere quota mille entro fine 2021. Sul fronte del capitale umano gli acceleratori completano il quadro, rivolgendosi alla fase di scale up». L’accelerazione è un passaggio fondamentale per le start-up, che hanno bisogno di essere accompagnate soprattutto nelle fasi iniziali.

«Negli acceleratori le start up entrano che sono poco più di idee, prodotti neppure testati ed escono dal programma come imprese – dice Resmini – Per il Fni l’accelerazione è un pilastro strategico, esiste un fondo da 125 milioni proprio dedicato all’obiettivo di finanziarie 20 programmi sul territorio nazionale e che devono essere focalizzati su un segmento per più anni e devono essere supportati da corporate». Per quanto riguarda Hyper, Resmini informa che «allocheremo 4 milioni di euro per le prime fasi di accelerazione e almeno 10 sulle start-up. Il programma sarà molto selettivo: finanzieremo nel triennio una 50ina di start-up su 2.500 candidature».

 

Da Hyper possono nascere le nuove Soldo, Prima, Satispay

Giovanni Gorno Tempini, presidente Cdp. Photo credits Di Mabario – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=94430804

La speranza è, come precisa Francesca Bria, presidente di Cdp venture capital che da questo humus «vengano fuori le nuove Soldo, Prima, Satispay. Le start-up fintech hanno raccolto finanziamenti per 78 miliardi di dollari nel 2019, il doppio rispetto al 2018 nel mondo». Fintech e Insurtech rappresentano settori strategici in forte crescita sia in Italia che nel resto del mondo. Il mercato globale supera i 137 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 58 in Europa e 373 milioni di euro in Italia. «Inevitabilmente – continua Bria – perché andiamo incontro a un cambio epocale, del sistema bancario e in cui anche le banche centrali stanno valutando di introdurre un euro digitale. È un settore che catalizza la trasformazione digitale dell’economia italiana, ed è cardine della politica di innovazione del governo e del Next generation Ue. Dobbiamo continuare a lavorare per diffondere le transazioni elettroniche promuovendo una cultura dell’open banking e favorire un reale processo di democratizzazione della tecnologia e dei dati nella società».

 

Una questione di politica industriale

Marco Gay_Vicepresidente Esecutivo Digital Magics_web
Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte e ad di Digital Magics

«Si tratta di una questione di politica industriale, di cui 4.0 e Fintech devono essere capisaldi – secondo Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte e ad di Digital Magics, uno dei più importanti acceleratori italiani – Siamo in un momento in cui cresce la consapevolezza: aziende tradizionali, mercato, startupper capiscono che per fare un percorso che le porti a essere scale up hanno bisogno di supporto, investitori, programmi di accelerazione. E quindi cresce la domanda e cresce l’offerta, e molte startup che riescono a diventare player nazionali e internazionali». In questo modo si incentiva la possibilità di crescere e svilupparsi di tutte le aziende che lavorano in una filiera e si punta «sul valore aggiunto delle produzioni che ancora ci contraddistingue. Se perseguiamo una visione di politica industria che ha al centro FinTech e il 4.0 porteremo il made in Italy a scalare».

Per Antonella Grassiglio, ceo e cofounder di Doorway, piattaforma fintech di investimento attraverso la quale investitori professionali e retail possono sottoscrivere quote di startup innovative, «è necessario sviluppare un mercato del venture capital per garantire ai progetti la crescita e lo sviluppo e infine la exit sul mercato sottoforma di Ipo o cessione. Il FinTech District si pone al centro della rivoluzione tecnologica, aggregando aziende corporate, start-up e tutti gli stakeholder pubblici e privati, facilitando anche il processo di condivisione delle competenze. Nel post pandemia vedremo che velocità di esecuzione e validazione delle soluzioni innovative migliori sarà determinante. Il distretto serve anche a garantire un quadro regolatorio efficace, facendosi portavoce delle istanze del Fintech».














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