Sostenibili, tecnologici e più efficienti. I cavi del futuro secondo Prysmian

di Marco de' Francesco ♦︎Viaggio con Srinivas Siripurapu, chief innovation officer e responsabile della R&S della multinazionale da oltre 10 miliardi di ricavi. L’azienda guidata da Valerio Battista entro il 2022 investirà per essere più green lungo tutta la supply chain. Il nuovo High Depth Submarine cable, rinforzato da un’armatura in Kevlar. PGConnect, la piattaforma che consente anche ai collaudatori di assistere ai test da remoto

«Il cavo del futuro? Sarà sostenibile, realizzato con materiali riciclabili e contraddistinto dal marchio EcoCable. Sarà tecnologicamente avanzato, sempre più leggero e resistente e quindi più efficiente. Parole di Srinivas Siripurapu, chief innovation officer e responsabile della Ricerca e Sviluppo di Prysmian Group, azienda leader nella produzione di cavi per l’energia e per le telecomunicazioni, e di fibre ottiche. E parole che sintetizzano le due direttrici dell’attività di R&D di Prysmian Group, che ha previsto investimenti per migliorare ulteriormente la sostenibilità della propria organizzazione e supply chain e accelerare lo sviluppo di tecnologie in cavo, asset e servizi all’avanguardia.

Il primo punto è la sostenibilità: entro il 2022 l’azienda vuole ottenere la metà dei ricavi da business e prodotti low carbon. Il secondo è la digitalizzazione: l’azienda vuole diventare un fornitore non di commodity ma di soluzioni d’avanguardia. Lo sta già facendo: si pensi ad “High Depth Submarine”, cavo rinforzato da un’armatura in Kevlar, un materiale molto leggero ma molto resistente e in grado di resistere alle sollecitazioni degli abissi oceanici; o a “PG Connect”, una piattaforma digitale che consente anche ai collaudatori di assistere ai test da remoto. Ma con quali mezzi intende conseguire questi obiettivi?







Prysmian Group possiede 25 centri di ricerca; il più importante è a Milano. Per Siripurapu «qui disponiamo di un laboratorio per le prove elettriche dove si può arrivare fino a due milioni di volt». Complessivamente, sono più di 900 i lavoratori coinvolti in attività di R&D. Prysmian, d’altra parte, ha più di 5mila brevetti, e oltre una cinquantina di collaborazioni con università e istituti scientifici e si avvale di un proprio acceleratore di start-up, Corporate Hangar. Quotata in Borsa e guidata dal ceo Valerio Battista, Prysmian Group l’anno scorso ha fatturato oltre 10 miliardi. Ha 28mila dipendenti. L’azienda continua a ricevere commesse importanti, come quella da 900 milioni di dollari per il progetto americano SOO Green HVDC Link (cavi alta tensione in corrente continua per trasmettere energia rinnovabile). Secondo Siripurapu «quest’ultima è strategica per noi, perché ci consente di introdurre nel mercato americano prodotti green realizzati con tecnologie avanzate». Tutto ciò secondo Siripurapu, che abbiamo intervistato.

 

D: Il Gruppo ha previsto investimenti ingenti in ricerca e sviluppo entro il 2030; l’anno scorso, d’altra parte, Prysmian ha investito in questo campo 104 milioni di euro. Che cosa si intende realizzare?

Srinivas Siripurapu, chief innovation officer e responsabile della Ricerca e Sviluppo di Prysmian Group

R: Si tratta di sviluppare nuovi prodotti intelligenti, nuove interconnessioni per il trasporto di energia, sottomarine e terrestri e di migliorare ulteriormente la sostenibilità della nostra organizzazione e della nostra supply chain. L’investimento riguarda le principali direttrici dell’innovazione in Prysmian, che sono la digitalizzazione e la citata sostenibilità.

 

D: Cominciamo dalla sostenibilità, una delle due direttrici dell’innovazione in Prysmian.

R: La nostra ambizione è quella di essere tra i player tecnologici di riferimento nella transizione verso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e verso una economia decarbonizzata. Il 48% di ricavi del Gruppo sono già riconducibili a prodotti che contribuiscono alla economia low carbon. L’obiettivo è il 50% entro il 2022. E poi il gruppo è fortemente impegnato a supportare lo sviluppo di reti elettriche più verdi e intelligenti. Questi ultimi due aggettivi sono in qualche modo correlati, nel senso che è impossibile parlare di green senza pensare alla digitalizzazione. Sono le nuove tecnologie che mettono in moto e che consentono l’avanzata di un’economia sostenibile; ma è anche vero il contrario: le nuove tendenze spingono l’innovazione di prodotti e servizi.

 

D: Quali sono i vostri obiettivi in termini di innovazione digitale?

Gas cromatografo. Prysmian Group possiede 25 centri di ricerca; il più importante è a Milano. Per Siripurapu «qui disponiamo di un laboratorio per le prove elettriche dove si può arrivare fino a due milioni di volt».

R: Più che di obiettivi, parlerei di “ambizioni”: anzitutto quella di passare da produttore di cavi a fornitore di soluzioni, arricchendo il portafoglio con prodotti value based dal punto di vista tecnologico. In secondo luogo, quella di realizzare la transizione da azienda guidata dal processo a data-driven company, e quindi un’impresa che considera la gestione dei dati non come un mero fattore tecnico, ma come un pilastro strategico del business. Le decisioni, cioè, sono basate su fatti oggettivi, che derivano dall’analisi delle informazioni raccolte (con frequenza) sul campo. La terza ambizione è quella di diventare un player digitale, che consenta a dipendenti e clienti di prendere parte alla Quarta Rivoluzione.

 

D: Come intendete portare avanti questa complessa strategia di innovazione?

R: Al di là dei tanti centri di ricerca, da tre anni abbiamo il nostro Corporate Hangar, un acceleratore dell’innovazione in cui Prysmian identifica, sviluppa e implementa idee promettenti. Alesea è stata la prima start-up ad entrare nella fase decollo: ha realizzato un sistema che permette di conoscere quasi in tempo reale la posizione della bobina, di identificare potenziali casi di furto e manomissioni, di valutare se sia stata utilizzata e di conoscere la quantità di cavo ancora disponibile su di essa.

 

D: Come sarà il cavo del futuro?

Packshot master e plug. Complessivamente, sono più di 900 i lavoratori coinvolti in attività di R&D. Prysmian, d’altra parte, ha più di 5mila brevetti, e oltre una cinquantina di collaborazioni con università e istituti scientifici e si avvale di un proprio acceleratore di start-up, Corporate Hangar

R: Il cavo del futuro continuerà sempre a rappresentare la spina dorsale della comunicazione locale, nazionale e internazionale; tuttavia, intercetterà ancor più i trend in atto. Questi componenti per molti anni sono stati considerati delle commodity; col passare del tempo, però, il mercato ha premiato due qualità particolari, e cioè la sicurezza e l’affidabilità. Ora, invece, la tendenza è quella di puntare sulla sostenibilità, di cui abbiamo già parlato. Del resto, in un mondo orientato alla carbon neutrality, il cavo è chiamato ad essere della partita. Obiettivo che si realizza in due modi: da una parte, il cavo è già di per sé un elemento che abilita la transizione energetica; dall’altra, grazie a nuove tecnologie, può essere realizzato con materiali ecologici, riciclabili e a ridotto impatto ambientale. Per far ciò, naturalmente, è necessario un sostanzioso investimento in ricerca e sviluppo.

 

D: Può fare degli esempi di cavi particolarmente avanzati?

R: Per esempio “High Depth Submarine”, un cavo progettato con un’armatura sintetica più leggera del 30% rispetto a quelle in acciaio, consentendo alle navi di installazione di ridurre il numero di viaggi dedicati ad un singolo progetto, e quindi di impiegare meno carburante. In particolare, viene utilizzato un materiale polimerico ad altissime prestazioni meccaniche, la fibra di aramide, più nota come Kevlar: è conosciuta per le sue applicazioni nei giubbotti antiproiettile e nell’aeronautica. Perché abbiamo scelto il Kevlar? Perché oggi non si tratta più di collegare, ad esempio, i Paesi Baltici, con operazioni a profondità relativamente bassa: per le connessioni internazionali, intercontinentali, si parla di migliaia di metri di profondità e quindi di enormi sollecitazioni in fase di posa del cavo. Prysmian ha investito molto per testare questa soluzione innovativa, il cui successo è legato agli altissimi livelli di sicurezza che può garantire. E poi c’è il nuovo P-Laser.

 

D: Quale avanzamento rappresenta il nuovo P-Laser?

Sirocco Microduct è realizzato con materiali riciclabili, come il P-Laser

R: P-Laser è un cavo completamente ecologico, prodotto utilizzando materiali termoplastici. Si produce con la tecnologia “zero-gas” che, per un cavo alta tensione, riduce le emissioni di anidride carbonica di circa una tonnellata al chilometro eliminando completamente la fase di degasaggio. A fine uso, 500 chilogrammi di materiali plastici di alta qualità possono essere recuperati ogni mille metri di cavo. La novità è che adesso il P-Laser è anche adatto all’alta tensione e in particolare alla corrente continua. Grazie a queste importanti caratteristiche P-Laser è stato selezionato dal cliente per il progetto German Corridor.

 

D: Può fare un esempio di cavi progettati per ottimizzare la densità di fibre e l’utilizzo dello spazio del condotto?

R: Ad esempio FlexRibbon. È un cavo con un disegno ultra-compatto sviluppato per Iperscale Datacenter che utilizza fibre ottiche resistenti alla piegatura, abbastanza piccole da consentire la realizzazione di cavi estremamente compatti in grado di essere installati in condotti dai 30 a 40 millimetri. La tecnologia Flexribbon ci ha consentito di sviluppare il più avanzato cavo in fibra ottica con 6912 fibre. Un altro modello è lo Sirocco Microduct. Negli ultimi anni il diametro delle fibre è passato da 250 millesimi di millimetro a circa 180, con un sostanziale dimezzamento del volume e del peso dei cavi. L’anno scorso abbiamo realizzato la prima installazione, operazione che richiede sempre meno tempo. Anche Sirocco Microduct è realizzato con materiali riciclabili, come il P-Laser. Comunque, a parte questo genere di cavi, Prysmian sta dando vita a soluzioni innovative. Ad esempio, la piattaforma PG Connect.

 

D: Come funziona la piattaforma PG Connect?

PG Connect. La piattaforma PG Connect combina il software di realtà aumentata sviluppato da OverIt e integrato da Gruppo Engineering con i dispositivi indossabili di RealWear a comando vocale.

R: La piattaforma PG Connect combina il software di realtà aumentata sviluppato da OverIt e integrato da Gruppo Engineering con i dispositivi indossabili di RealWear a comando vocale. In pratica, gli operatori di Prysmian possono condividere il proprio punto di vista con i clienti esterni (nonché documenti, contenuti multimediali e conoscenze), mostrando in tempo reale l’esecuzione di test su cavo. Allo stesso tempo, un altro tecnico esperto Prysmian può operare in back-ground supportando gli operatori con le proprie competenze. Un’altra soluzione molto interessante è il Pry-Cam Home.

 

D: Quale funzione ha il Pry-Cam Home?

R: È una soluzione che aiuta a prevenire guasti alle apparecchiature elettriche di casa e a segnalare anomalie della rete come sovraccarichi e black-out. Permette inoltre di monitorare l’entità dei propri consumi e quindi guidare gli utenti verso una maggiore consapevolezza energetica. Infine, consente all’installatore dell’impianto di rilasciare la certificazione in automatico e di programmare un piano di manutenzione su misura.

 

D: C’è un settore emergente che potrebbe essere particolarmente interessato alle vostre tecnologie innovative?

R: Tra i tanti, un settore target è l’e-mobility. Disponiamo già di una vasta offerta per l’automotive: cavi unipolari, multipolari inguainati o schermati, per sensori, coassiali e multimediali; ora, con i progressi dell’e-mobility, produciamo anche i cavi per la ricarica delle green car. Sono cavi multipolari, curati anche esteticamente, e studiati appositamente per realizzare la ricarica rapidamente e in sicurezza.

 

D: Prysmian ha ottenuto importanti commesse internazionali. Qual è secondo Lei quella in grado di aprire nuove possibilità per l’azienda?

Quotata in Borsa e guidata dal Ceo Valerio Battista, Prysmian Group l’anno scorso ha fatturato oltre 10 miliardi. Ha 28mila dipendenti. L’azienda continua a ricevere commesse importanti, come quella da 900 milioni di dollari per il progetto americano SOO Green HVDC Link

R: Senz’altro quella recentissima da Direct Connect Development Company per la fornitura ed installazione di sistemi in cavo ad alta tensione in corrente continua. È un progetto unico nel suo genere: la trasmissione di energia rinnovabile per via terrestre lungo i tracciati ferroviari. Il piano si sviluppa nel contesto del collegamento SOO Green HVDC, portato avanti dalla società di Minneapolis: sono previsti due miliardi e mezzo di dollari di investimenti diretti. Ciò che conta, a parte la commessa, è che la politica del presidente Biden sull’energia e sull’ambiente è molto diversa da quella del suo predecessore. L’energia pulita, il green, la sostenibilità, stanno diventando argomenti importanti anche negli Usa. Biden, da questo punto di vista, vuole lasciare il segno. E questo apre orizzonti sconfinati per un’azienda come la nostra. In America, infatti, le referenze contano moltissimo: se il nostro lavoro sarà apprezzato, ci saranno nuove commesse.

 

Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 27 luglio 2021














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