Cassa depositi e prestiti: presto un nuovo piano di investimenti in equity

di Aldo Agosti ♦︎ Mentre tutti si aspettano un futuro investimento nell'ex Ilva, l'ad Fabrizio Palermo annuncia i prossimi passi, coerenti con l'obiettivo di sostenere 60mila pmi rispetto alle 20mila attuali

Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cdp

Un nuovo piano di investimenti in equity, che sarà presto al vaglio del cda di Cdp: l’ha annunciato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti. Il piano, ha spiegato Palermo, “guiderà gli investimenti nei prossimi anni” mentre per quanto riguarda i cantieri in corso del piano industriale, il ceo di Cdp ha ricordato l’obiettivo delle 60 mila imprese da sostenere nell’accesso al credito rispetto alle 20 mila attuali. Non può e non deve mancare la spinta sull’innovazione, campo  primo operatore nel venture capital in Italia, con più di 200 startup supportate. Ma non basta, siamo pronti con il Fondo Nazionale Innovazione con una dotazione di ben 1 miliardo di euro“.

Questa mattina, nella cornice dell’ex Zecca dello Stato, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, del premier Giuseppe Conte, del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri (il Mef è azionista della Cassa all’83%), del presidente dell’Acri (le fondazioni bancarie detengono il restante capitale), Francesco Profumo e dei vertici di Via Goito, (ad) e Giovanni Gorno Tempini (presidente) si sono tenute le celebrazioni per i 169 anni della Cassa. Da oggi, quella che a tutti gli effetti è la banca dello Stato che presta denaro al sistema, partecipa al capitale di rischio delle grandi aziende nazionali strategiche gestendo al contempo 250 miliardi e passa di risparmio postale, entra nel suo 170 esimo anno di attività.







Istituita dal Parlamento del Regno di Sardegna il 18 novembre 1850 dopo il 1861 la Cassa Depositi e Prestiti porta un contributo sostanziale all’unificazione economica del Paese. Nel 2003 poi, quando era ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, Cdp diventa spa, grazie alla legge 326 del 2003 trasforma la Cassa in una società per azioni. La Cassa esce quindi dal perimetro della Pubblica amministrazione e si trasforma a tutti gli effetti in un’istituzione pubblica dotata di regole di ingaggio da investitore privato, sostenendo rischi e benefici di ogni operazione. Nel frattempo, la Cassa, trasformatosi in gruppo, intensifica l’acquisto di partecipazioni di grandi aziende controllate dallo Stato, sviluppando una importante funzione di holding. Tra queste, Eni, Poste, Tim, Italgas, Snam, Terna, Ansaldo Energia, Saipem, Open Fiber, Bonifiche Ferraresi, Fincantieri).

Il futuro della Cassa è stato delineato dall’ad Palermo. Per stessa ammissione di Palermo, manager succeduto a Fabio Gallia al vertice di via Goito, “il piano industriale 2019-2021, lanciato undici mesi fa, rappresenta un cambio di passo, una nuova spinta che vuole fare leva su innovazione, inclusione e sostenibilità con un approccio del tutto nuovo, basato su un rapporto più solido con il territorio, sulla volontà di fare rete e sulle competenze finanziarie e industriali che rendono Cdp un’istituzione unica nel contesto nazionale”. Il numero uno di Cdp ha ricordato come “in questi 170 anni la missione di Cdp è rimasta la stessa, così come i motivi ispiratori che ne hanno guidato l’evoluzione nel corso della storia. Oggi ci troviamo però in uno scenario nazionale, europeo e globale più complesso”.














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