Caro energia: una corretta manutenzione dell’impianto Hvac per abbattere i costi. La visione di Alisea

Il 10% dell’energia utilizzata da un’azienda è da attribuire ai sistemi di ventilazione: tenerlo in buone condizioni ha un impatto importante sui consumi

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Il caro energia si sta facendo sentire in maniera significativa nel primo trimestre del 2022, con costi che per le imprese industriali potrebbero diventare insostenibili. Secondo il Centro Studi di Confindustria, l’impatto nel 2022 potrebbe essere di 37 miliardi di euro, contro gli 8 del 2019.

Come ridurre i consumi? Uno degli aspetti su cui intervenire è una corretta manutenzione degli impianti di trattamento aria, che da soli rappresentano circa il 10% dei consumi di un’azienda. Una percentuale in rialzo qualora sia previsto un sistema di climatizzazione dell’aria, invernale ed estiva, fondamentale per creare condizioni di comfort ideali per i lavoratori. Molto spesso, tuttavia, si sottovaluta come mantenere gli impianti in buone condizioni igieniche assicuri anche un significativo risparmio energetico, eliminando le inefficienze causate, ad esempio, dall’accumulo di particolato all’interno degli apparati.







«Il rapporto che intercorre tra la pulizia delle batterie di raffreddamento e l’efficientamento energetico è noto da diverso tempo, come approfondito nel caso trattato dall’articolo intitolato “Study Verifies Coil Cleaning Saves Energy” dell’ASHRAE Journal», spiega Andrea Casa, esperto del settore e titolare di Alisea. «In dettaglio, attraverso la modifica nel metodo e nella frequenza di pulizia delle batterie di scambio termico di uno storico grattacielo di 34 piani a Times Square, lo studio dimostra come il ripristino delle UTA in buone condizioni di pulizia abbia favorito, attraverso l’aumento dell’efficienza, un risparmio pari a circa € 35.700 nel corso dell’anno. Inoltre, le operazioni di bonifica hanno determinato anche la variazione di alcuni parametri, come l’aumento della deumidificazione e del comfort, contribuendo a ridurre la proliferazione di muffe e batteri. Un’indicazione oggi più che mai utile su quanto sia importante il ruolo della gestione igienica dell’impianto: pensiamo alle ricadute positive in edifici dove sono installati diversi sistemi, come appunto i siti produttivi, ma anche in strutture ospedaliere, ecc. In tal senso, la National Air Duct Cleaners Association (Nadca) ha recentemente annunciato la partnership con un Team di ricerca dell’Università degli Studi di Pavia, che supporterà il Comitato Scientifico ad hoc dell’associazione americana, incaricato di condurre ulteriori studi relativi al miglioramento delle performance energetiche di un impianto, a seguito della bonifica. Il pool di esperti dell’Ateneo italiano collaborerà, altresì, con l’Università del Colorado a Boulder, USA per la raccolta, analisi e pubblicazione dei dati».

Tra gli accorgimenti e le buone pratiche che si possono tenere in conto per evitare sprechi, la sorveglianza igienica dell’impianto, che consente di intervenire tempestivamente con azioni di pulizia e disinfezione laddove necessario, è sicuramente indispensabile. Tuttavia, per una buona parte degli impianti aeraulici in cattive condizioni igieniche, la sola sanificazione non è sufficiente a garantire le massime prestazioni. Talvolta la contaminazione può derivare da deficit impiantistici o strutturali, come sezioni filtranti danneggiate o inadeguate, prese dell’aria esterna mal posizionate e perdite d’aria dovute a fessurazioni nelle condotte. Quest’ultimo fenomeno in particolare, molto più frequente di quanto si possa pensare, interessa tanto gli impianti meno recenti quanto quelli di nuova costruzione e implica notevoli conseguenze in termini di consumi energetici. Da un lato, infatti, è richiesta una potenza superiore per far circolare l’aria attraverso l’edificio. Dall’altro, condotte fessurate implicano una dispersione dell’aria climatizzata lungo il loro percorso, rendendo necessaria l’immissione di una maggiore quantità di aria, affinché i parametri di portata dell’aria stabiliti in fase progettuale siano rispettati, con un conseguente aumento degli oneri previsti per il funzionamento dell’impianto stesso.

«Al fine di porvi rimedio engono utilizzati molto spesso metodi provvisori, come il nastro adesivo, che si stacca dopo breve tempo e non garantisce un’adeguata coibentazione, oppure rimedi che presentano costi elevati, come la sostituzione del tratto di canale oggetto della perdita», commenta l’Ing. Massimo Albertini, direttore tecnico di Alisea. «Occorre, altresì, considerare la difficoltà nell’individuare con esattezza la posizione delle fessurazioni: solitamente, si tratta di qualche millimetro di perdita all’interno di condotti lunghi anche decine di metri. Oggi esiste una soluzione innovativa, Aeroseal, in grado di ridurre le perdite mediamente del 90%” e conclude “Si tratta di una tecnologia brevettata dall’omonima multinazionale americana, di cui Alisea è partner esclusivo per l’Italia, che assicura la massima ermeticità delle condotte e contribuisce ad un risparmio, poiché riduce in modo significativo la perdita di calore o di freddo, garantendone una distribuzione omogenea all’interno dell’edificio».














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