Brevetti Cea: l’azienda veneta diventa grande con l’IA. I piani per il futuro spiegati dal ceo Frasson

di Laura Magna ♦︎ Specializzata nei sistemi di ispezione per il farmaceutico, Brevetti Cea lavora con realtà del big pharma come Amgen, Sanofi, Gsk. Nel 2023 ricavi per 52,5 milioni grazie a M&A e all'integrazione dell'IA nelle macchine. L’applicazione delle reti neurali per trattare le immagini. Sintech: le ispezioni automatizzate per i vaccini Covid. E ora punta su food, automotive, tessile. Ce ne parla il ceo Massimo Frasson

La variabilità dell’aspetto e la scarsa evidenza dei difetti per via della qualità di immagine rende a volte ballerina l’efficienza di ispezione, producendo falsi positivi

Il potere trasformativo dell’automazione ha effetti dirompenti su settori industriali tradizionali. Ne è prova la storia di Brevetti Cea, azienda veneta che concorre al processo di verifica della qualità di migliaia di farmaci iniettabili presenti sul mercato, con i sistemi di ispezione che progetta e produce. Sistemi che hanno conquistato big pharma come Amgen, Sanofi, Gsk. Parliamo di una piccola azienda leader nella sua nicchia che, grazie a una politica di M&A mirata proprio a introdurre nuove tecnologie robotiche, ha un fatturato di 52,5 milioni di euro (poco meno di 60 milioni comprendendo le recenti diversificazioni nel mondo della concia della pelle), e 200 dipendenti di cui 70 tecnici.

Brevetti Cea ha la velocità della start-up pur avendo oltre settant’anni di storia: «Agli albori della nostra attività iniziata nel 1957 il controllo dei medicinali era completamente manuale – racconta a Industria Italiana Massimo Frasson, amministratore delegato di Brevetti Cea. Tecnici con una lente ispezionavano otto fiale alla volta, e riuscivamo a processarne 1800 ogni ora; negli anni ’80 abbiamo introdotto la prima vera macchina automatica con microprocessori, raggiungendo una velocità di ispezione di 6.000 fiale all’ora con un minore margine di errore. Grazie all’automazione con Sintech, siamo arrivati a ispezionare milioni di dosi di vaccini Covid in tutto il mondo nello zenith dell’emergenza sanitaria». E il passo successivo è stato quello di integrare l’AI nella visione delle macchine, consentendo di raggiungere un livello di errore per la prima volta vicino allo zero.







La rivoluzione digitale dell’ispezione del farmaco: dal controllo manuale all’AI

Massimo Frasson, amministratore delegato di Brevetti Cea.

«L’ispezione dei farmaci serve a garantire che all’interno del prodotto non siano presenti particelle estranee, sia per assicurare l’integrità del contenitore – spiega Frasson – l’occhio umano non era in grado di scartare i medicinali difettosi con estrema precisione e il rischio che si produceva era quello di immettere sul mercato prodotti qualitativamente non perfetti. L’automazione e le tecnologie dirompenti servono soprattutto a questo: ad abbattere a zero il rischio in un settore delicato come quello farmaceutico. Poi ovviamente aumenta la produttività della linea e si dispensa l’uomo dal compiere lavori gravosi, elevando la presenza umana in azienda a ruoli più alti di controllo e coordinamento piuttosto che di esecuzione». Il passaggio successivo è l’applicazione dei sistemi di Brevetti Cea a settori diversi e molto lontani dal pharma. «Abbiamo introdotto l’AI nell’analisi di immagini per sistemi di controllo nel mondo farmaceutico attraverso l’acquisizione di una società danese con focus sulle reti neurali, nel 2020», dice Frasson. Ma per comprendere quale sarà il salto di qualità possibile con queste nuove tecnologie è necessario fare un passo indietro per capire più a fondo la nicchia in cui lavora quest’azienda. «Costruiamo macchine di ispezione per prodotti iniettabili – dice Frasson – con le quali acquisiamo immagini del contenuto del flaconcino via telecamera. Dopo il riempimento, prima dell’etichettatura, controlliamo se ci sono corpi estranei e se il contenitore è integro, oltre a eventuali altri difetti. La variabilità dell’aspetto e la scarsa evidenza dei difetti per via della qualità di immagine rende a volte ballerina l’efficienza di ispezione, producendo falsi positivi. Con AI questa evenienza si abbatte. Lo abbiamo provato con un sistema che aggiunge alla computer vision l’applicazione delle reti neurali nell’ispezionare o trattare immagini acquisite. In questo modo possiamo dare vita ad algoritmi validabili, ovvero che dimostrino di funzionare in tutte le situazioni e che è ciò che è richiesto nel pharma».

Dal pharma alla concia: le nuove frontiere aperte grazie all’AI

Brevetti Cea ha integrato l’AI nell’analisi di immagini per sistemi di controllo nel mondo farmaceutico attraverso l’acquisizione di una società danese con focus sulle reti neurali.

Oggi Brevetti Cea ha macchine che fanno analisi dell’immagine con AI, validate per il mondo farmaceutico. «Siamo tra i primi ad averlo fatto – dice Frasson – e ci siamo dotati di un team interno e della controllata Brevetti AI che si occupano di AI. Il passaggio successivo è stata la ricerca di settori diversi a cui applicare l’expertise di fondo che è la creazione del sistema per il trattamento di immagini, per cui realizziamo software e hardware». La vicinanza con il distretto della concia di Arzignano ha dato lo spunto per applicare questa expertise al mondo della concia. «Abbiamo avuto la possibilità di sviluppare macchine per ispezione delle pelli, dove le sfide sono completamente diverse – spiega Frasson – innanzitutto non ispezioniamo più il singolo contenitore del farmaco, che ha dimensioni ridotte, ma una superficie di pelle di 3 metri per 3 con risoluzione di 40 micron, quindi molto alta. L’AI è in grado di individuare una puntura di insetto che ha un diametro inferiore al millimetro; vede microtagli, cicatrici, verruche. Una ventina di tipologie di difetto che individuiamo e classifichiamo: ed è un valore aggiunto molto importante nella fase di taglio e di scelta della pelle, perché in funzione del tipo di difetto viene trattata in modo diverso. Per esempio un minimo difetto potrebbe andare bene nel bordo dello schienale di un sedile, ma non davanti». È importante dunque non solo individuare i difetti ma anche classificarli: passare dall’individuazione manuale a questa analisi smart consente di ridurre il tempo per singola pelle da 10-15 minuti a 14 secondi, con un’accuratezza maggiore.

L’organigramma di un gruppo multiforme che guarda al futuro con nuove operazioni di M&A

La divisione Corium si occupa delle macchine per la pelle.

Il business cresce, anche se le dimensioni sono ancora quelle tipiche della multinazionale tascabile. «Ogni linea di business ha un nome diverso – spiega Frasson – Brevetti Cea commercializza e crea macchine per il pharma. La divisione Corium si occupa delle macchine per la pelle. Poi abbiamo alcune aziende controllate: Sintech, che crea sistemi di automazione e li integra sui robot di ispezione. Per esempio con loro abbiamo integrato sulle nostre macchine i sistemi di carico e scarico, che consentono di caricare 600 fiale al minuto sulle macchine di ispezione. Ancora, abbiamo Dysis, integratore di sistemi di visione in campi diversi dal pharma. Stiamo esplorando mercati e soluzioni dove possiamo fornire soluzioni uniche e tailor-made. I settori sono i più disparati, dall’automotive al food». Oltre a queste aziende, Brevetti Cea ha una società commerciale e di supporto per il mercato americano e la danese Brevetti AI. E per il futuro l’idea è di proseguire sulla strada della crescita inorganica. «Non ci fermiamo con l’M&A – dice Frasson – ci guardiamo intorno sia in Italia, sia in Europa, con l’obiettivo di continuare a sviluppare il business farmaceutico, attraverso nuove macchine di ispezione sempre più automatiche e smart. L’obiettivo è offrire un’unica soluzione integrata».

La storia: una start-up ante-litteram

Negli anni ’80 Brevetti Cea è stata tra le prime aziende ad applicare sistemi di visione per analizzare e identificare particelle estranee in contenitori asettici.

La storia di Brevetti Cea è quella dell’innovazione aperta e continua. Tutto nasce dalla visione di un tecnico della manutenzione di un’azienda farmaceutica che negli anni ’50 aveva individuato la possibilità di creare le prime automazioni nel mondo farmaceutico che era caratterizzato da molte lavorazioni manuali. «Il primo esperimento – racconta Frasson – ha portato al brevetto di una pinza che accoglie le fiale in vetro in orizzontale e poi le solleva per rimetterle in verticale. Le fiale dovevano essere riciclate, quindi sterilizzate e poi rimesse in piedi per venire richiuse. La famiglia Ferrari è ancora oggi l’unica azionista». Negli anni ’80 Brevetti Cea è stata tra le prime aziende ad applicare sistemi di visione per analizzare e identificare particelle estranee in contenitori asettici. Il focus è sempre stato lo stesso fin dall’origine: si cercava di migliorare la meccanica ed elettronica delle schede che acquisivano immagini. «Alla fine degli anni ’80 abbiamo iniziato a utilizzare telecamere costruite appositamente per noi e alla fine degli anni 2000 abbiamo iniziato a utilizzare telecamere con protocolli di comunicazione standard ed elaborazione tramite PC – precisa Frasson – Lo sviluppo del software per l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini è sempre stato proprietario. Questo ci consente di avere algoritmi dedicati che individuano e classificano i difetti in base alle nostre specifiche esigenze. Non utilizziamo algoritmi general purpose o commerciali, ma algoritmi creati appositamente per la nostra tipologia di immagini, garantendo efficienza sia nei tempi sia nella qualità, il che ci ha permesso di diventare leader nel settore».

 














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