M&A, GenAI, formazione e… così Smeup abilita la trasformazione dell’industria

di Laura Magna ♦︎ Da software house ad abilitatore della trasformazione digitale dell'industria. Smeup, 85 mln di fatturato, è cresciuta a suon di fusioni e acquisizioni. Smea, Query, Softia, Molteni Informatica, Nanosoft, Gpa, Phoenix Technology, Con.se. Per i prossimi cinque anni non sono previste altre operazioni di M&A. Il focus è ora sulla GenAI. L'Academy per la formazione interna. Ce ne parla il presidente Silvano Lancini

Una software house che negli anni è diventata un abilitatore della trasformazione digitale dell’industria, con un modello di azionariato diffuso e crescendo attraverso una politica attenta di M&A. Si chiama Smeup e la sua storia si intreccia a quella del territorio in cui nasce negli anni ‘90: siamo a Brescia, terra di manifattura e Silvano Lancini si mette in testa di applicare i concetti dell’astrazione matematica ai problemi reali della linea meccanica. «Sviluppavamo software in una cantina della Franciacorta alla fine degli anni ‘80, con l’obiettivo di aiutare le aziende a valorizzare le loro intelligenze e i loro processi di lavoro. Siamo nati per seguire la prima informatizzazione della prima provincia industriale d’Europa», dice Lancini che tra i clienti storici annovera nomi come Gibus, Arneg, Fassi Gru, Forno d’Asolo, Guarniflon, Olimpia Splendid (le classiche multinazionali tascabili della meccatronica). «Oggi, dopo 30 anni, ci siamo profondamente trasformati. Una cosa però è sicuramente rimasta costante: l’applicazione della sostenibilità, che significa restituire valore ai territori e alle comunità di cui facciamo parte. Questo non solamente con i servizi che forniamo alle imprese, ma anche con attività tra le più varie, tra cui il rispetto ambientale e la formazione di giovani che ambiscono a entrare nel mondo del lavoro con una competenza qualificata».

Per questo motivo la proprietà di Smeup è interamente posseduta da soci operativi quotidianamente, circa 60 e la l’azienda «non è in vendita, per nessuna cifra, perché vogliamo investire sul territorio e continuare a crescere a suo beneficio». Nel 2023 il gruppo ha realizzato un fatturato di 85 milioni di euro dai 50 milioni del 2022 e mira ai 100 alla fine dell’anno in corso. Nelle 23 sedi in cui opera in Italia con una logica di prossimità ai 2600 clienti, sono impiegate 750 persone.







L’abilitatore digitale chiavi in mano per l’industria

Silvano Lancini, executive president & general manager di Smeup.

SmeUp ha un’offerta completa per la digitalizzazione della media azienda che produce o distribuisce. «Copriamo dalla contabilità, alla logistica, al magazzino, al crm, al controllo di gestione e offriamo anche un erp proprietario – spiega Lancini – in sostanza, abbiamo tutta la parte core del sistema informativo aziendale. L’ultima acquisizione ha riguardato un’azienda che installa Sap: l’obiettivo è offrire tutte le soluzioni possibili, da quelle di mercato a soluzioni anche realizzate in co-design».

Le prime lettere del nome di questa azienda, Smeup, stanno per “strumenti e metodi”, «perché fin da subito volevamo unire le competenze sui processi industriali alle tecnologie che diventavano via via emergenti – spiega Lancini – con l’avvento di ogni nuova tecnologia cambiavano i problemi da risolvere e poi anche gi strumenti. Prima era il volume del disco, poi l’accesso ai dati, poi la connessione. Noi portavamo alle industrie bresciane sì le tecnologie ma soprattutto le metodologie per sfruttarle in pieno». La digitalizzazione faceva crescere l’industria: «i clienti diventavano medie aziende e noi eravamo troppo piccoli – ma la dimensione non andava d’accordo con il nostro ruolo di fornitore strategico. E allora abbiamo cambiato dimensione». Ma il modo in cui questo avviene è diverso da quello che caratterizza tipicamente le pmi italiane che a un certo punto, pur se eccellenti, sono costrette a farsi inglobare da gruppi più grandi. «Nel 2013 avevamo una dimensione troppo piccola per fare investimenti e per fornire la sicurezza dovuta ai clienti importanti che pure avevamo. Tra vendere e comprare ho pensato a quale dei due scenari percorrere e abbiamo scelto la seconda strada, abbiamo cominciato nel 2013 con la fusione con Smea, Query e Softia: mi piace dire che così è iniziato un percorso di aggregazione di intelligenze. L’obiettivo era generare la crescita per il 75% da operazioni straordinarie e per il 25% per via organica». Obiettivo raggiunto: da quel momento la campagna acquisti non si è più fermata. Nel 2016 Smeup ha inglobato Molteni Informatica, nel 2017 Nanosoft; e poi è stata la volta di Data Dea, di Asi, Vm Sistemi, ZeroD con un passo che ha accelerato sempre più, fino alle cinque acquisizioni del 2023 e al 2024 aperto con tre nuovi merger. Gpa, Phoenix Technology e Con.se. «Il covid è stato uno spartiacque, abbiamo deciso di crescere ulteriormente e oggi abbiamo una dimensione che ci consente di guardare ai prossimi 24 mesi per dedicarci all’integrazione delle aziende acquisite, all’ottimizzazione e alla riorganizzazione interna. Abbiamo chiuso un ciclo di crescita di 10 anni».

Per la propria crescita Smeup ha puntato su una strategia di M&A,. Nel 2023 la fusione con Smea, Query e Softia. Nel 2016 è il turno di Molteni Informatica. Poi Nanosoft, di Data Dea, di Asi, Vm Sistemi, ZeroD. E infine di Data Dea, di Asi, Vm Sistemi, ZeroD.

La rivoluzione dei dati per arrivare pronti all’applicazione massiccia di GenAI sulla linea

Tra le ultime acquisizioni ce n’è una che riguarda il 60% di un’azienda che si occupa di intelligenza artificiale, Neuraltech, a proposito di nuove tecnologie da presidiare, ma com’è nell’approccio di Lancini, l’obiettivo è capire quali sono le prospettive applicative di IA: perché è tecnologia che permette di risolvere problemi che prima necessitavano un approccio complesso. «Quando negli anni ’90 facevo software avevo bisogno del titolare dell’impresa: perché io ero competente sui software e lui sui processi – dice Lancini – E quindi lui spiegava a me quello che dovevo dire alla macchina, fino alla partenza del camion dove caricare i materiali per il cliente – dice Lancini – l’IA sostituisce me che avevo competenze perché riesce a raccogliere le informazioni dal titolare che lo spiega in linguaggio naturale».

Fra le realtà controllate da Smeup c’è Neuraltech, impresa controllata al 60% e specializzata in soluzioni di IA. Come Userbot.AI, una piattaforma di IA conversazionale per analizzare i dati, addestrare la propria intelligenza artificiale, gestire tutti gli strumenti di conversazione con i clienti.

Insomma: una rivoluzione che richiede anche ai produttori di tecnologia un grande cambiamento. «Per noi sarà centrale l’utilizzo di IA mescolando dati pubblici e dati privati. Spiego meglio: l’IA si fonda su grandi volumi di dati, noi diciamo alle aziende che questo fenomeno premierà coloro che hanno tanti dati e affidabili. Ogni azienda avrà accesso a strumenti come ChatGpt e quindi tutte queste saranno sullo stesso piano. Per fare la differenza le aziende devono rendere i propri dati affidabili: a quel punto Ai li saprà analizzare e potrà trarne valore e i dati resteranno proprietari. Ma se i dati aziendali sono scarsi, non correlati e non affidabili non potrai usare AI in maniera efficace».

Questa è la grande sfida: Smeup intende accompagnare le imprese in questo processo che trasforma dati grezzi in big date affidabili per trarne valore. «Noi collegheremo la parte pubblica dell’IA con la parte privata, per evitare che i clienti diano in forma pubblica i loro documenti. Altrimenti il rischio è una nuova bolla dot.com: quando nel 2000 tutti si preparavano a sfruttare Internet dotandosi di tecnologie io avevo chiaro in mente che la differenza l’avrebbe fatta la capacità di essere accessibile in rete. Oggi è lo stesso: non dobbiamo preoccuparci tanto del software Ai che sarà disponibili a tutti ma della nostra base di dati che allieva un po’ la mancanza di competenze, perché consente di avere maggiori informazioni con meno competenze». Per esempio, nel settore della siderurgia questa base di dati servirà a ricevere da ChatGpt informazioni su andamento della produzione, prezzi, costi del trasporto e così via. Ma se alla macchina sono in grado di dire che tipo di acciaio mi serve e caratteristiche fisiche chimiche ha, o per quali funzioni lo utilizzo, essa mi darà informazioni su come contenere i costi comprando una materia prima equivalente ma più a buon mercato. ed è solo un esempio minimo: le prospettive sono davvero enormi.

L’M&A come aggregazione di intelligenze

Per i prossimi cinque anni Smeup ha scelto di concentrarsi sulla formazione con la sua Academy, creata per sopperire alla difficoltà a trovare competenze.

Per i prossimi cinque anni Lancini non intende fare altre acquisizioni ma investire su persone e territorio. Tuttavia è interessante analizzare la logica della crescita per acquisizioni che questo imprenditore ha utilizzato fin qui: «ero convinto che il territorio italiano fosse pieno di belle aziendine con bei prodotti e bei clienti che sono nuclei di intelligenza ma troppo piccoli, la mia mission era aggregare intelligenze in logica collaborativa. Abbiamo seguito sempre due linee: coperture geografica, per essere prossimi ai clienti – in quanto la relazione diretta è la chiave di un buon servizio al cliente. E la copertura delle esigenze applicative aggiungendo tecnologie, dal cloud, alla cybersecurity. Nei prossimi anni vorremmo candidarci a essere una struttura solida e affidabile per coprire tutti i processi di un’azienda di produzione e distribuzione. Mescolando soluzioni nostre e di altri ci prendiamo la responsabilità complessiva del cliente e garantiamo evoluzione del sistema». Al centro ci sono le competenze, la grande risorsa che mancherà nel prossimo futuro. «Pensiamo solo alla parte produzione, mentre prima i processi erano di proprietà dell’azienda oggi sono stati digitalizzati, molto know-how è nei sistemi che non hanno governo. Le persone capaci di governare i software non conosco i processi. Noi vogliamo garantire un supporto che unisca le due cose: siamo consulenti sulla digitalizzazione ma abbiamo competenza sui processi. Non ci limitiamo a portare lo strumento migliore che poi nessuno sa guidare, insegniamo alle persone le regole per condurre. Questa competenza applicativa è la risorsa di cui soffriranno di più le aziende nei prossimi dieci anni».

Smeup punta molto sulla formazione proprio per sopperire a questa prevista mancanza. «Abbiamo un Academy aziendale con uno showroom in dotazione dove formiamo i giovani sui sistemi di governo delle tecnologie che man mano emergono e sui processi aziendali sui quali queste tecnologie si applicano e incidono. Non solo. Abbiamo profuso sforzi e risorse per attrarre giovani talenti, stiamo acquisendo una cascina in Franciacorta dove costruiremo prima dieci abitazioni in co-housing per arrivare a 30: i giovani non vogliono lavorare in questi paesi di periferia, io li voglio portare in un posto splendido, appena fuori Milano, vicino al lago di Iseo per lavorare in aziende che hanno cura del loro benessere, che sono estremamente innovative. E nello stesso luogo costruiremo una fabbrica viva, uno showroom per fare formazione».














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