Bonometti (Confindustria Lombardia): l’economia circolare non è solo uno slogan

Il presidente dell'associazione degli industriali lombardi, dal palco del Wmf in corso a Cernobbio, evidenzia i cambiamenti epocali che stanno attraversando la manifattura europea: sostenibilità, formazione, tecnologia e incertezza internazionale

Marco Bonometti, presidente Confindustria Lombardia

Pubblichiamo integralmente il discorso di Marco Bonometti durante il World Manufacturing Forum del 26 settembre a Cernobbio

 

«Da anni il World Manufacturing Forum rappresenta un appuntamento fisso per gli imprenditori manifatturieri di tutto il mondo, che si ritrovano in questi giorni a Cernobbio confrontandosi sui temi delle tecnologie digitali, sugli scenari futuri, sulle catene del valore, sull’economia circolare, per il benessere dei cittadini e dei territori.







Qui al World Manufacturing Forum abbiamo gettato le basi, con le regioni che rappresentano i Quattro motori d’Europa, per un grande progetto di potenziamento e modernizzazione della filiera e sullo sviluppo industriale. Tutto questo deve partire da progetti trasversali che coinvolgano grandi e piccole-medie imprese, centri di ricerca e università di tutta Europa. Insieme si porrà al centro la sostenibilità attraverso l’uso di innovazione tecnologica, di nuovi modelli di business e di economia circolare. E proprio perché riteniamo che un tema delicato come l’economia circolare non sia solo uno slogan o un argomento da convegno, è necessario creare il giusto equilibrio tra l’attenzione ambientalista e il fare impresa. Solo così si realizzerà davvero una green economy senza ipocrisie.

È necessario investire in formazione del capitale umano in chiave 4.0, con competenze che servono alle imprese e che oggi sono spesso introvabili. Per affrontare le sfide dell’innovazione e dell’automazione, allora, è fondamentale ripensare i modelli formativi, coniugando istruzione, formazione e imprese, tra pubblico e privato.

L’industria europea dell’automotive deve affrontare una triplice sfida: reagire al rallentamento del ciclo economico globale; rispondere alle innovazioni tecnologiche che arrivano dal resto del mondo; soddisfare le esigenze di sostenibilità ambientale. Ma, su tutte, deve essere in grado di superare l’incertezza dei consumatori innescata proprio dalle sfide che abbiamo di fronte.

E qui si possono proporre soluzioni concrete a diversi livelli, compreso quello delle istituzioni continentali, visto che le quattro grandi regioni produttrici devono avere nell’Unione europea un alleato e non un ostacolo all’agguerrita competizione internazionale. Mai come oggi, l’industria manifatturiera deve essere al centro del dibattito europeo. Le aziende dell’automotive non possono continuare a confrontarsi con i mercati esteri dell’Est e dell’Ovest frenate da regole che, sebbene idealmente giuste, diventano nel concreto un danno per l’industria, la crescita, l’occupazione»..














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