Biorobotica: un nuovo arto artificiale, Ptc

Primo impianto permanente su uomo in sperimentazione in Svezia per Mia, l’innovativa mano robotica, risultato della collaborazione tra Prensilia spin-off dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Elastico Disegno e Parametric Technologies. L’ end-effector elettrico antropomorfo si aggiudica il premio Red Dot Design Award. 

Il progetto che ha visto la nascita di Mia è stato condotto dal team dei ricercatori di Prensilia, spin-off dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, fiore all’occhiello della Biorobotica italiana, che per la parte di design si è avvalsa della collaborazione di Elastico Disegno,  studio piemontese che ha coniugato la tecnologia più avanzata con caratteristiche di ergonomia, funzionalità e design più appropriati. Dal punto di vista tecnico Mia può essere definito un end-effector elettrico antropomorfo, con funzionalità simili alla mano umana. Il punto è che, a differenza di altri progetti, Mia sovverte le logiche tradizionali che sono alla base della progettazione e del design degli arti artificiali. Lo sviluppo dalla mano Mia, che è stato condotto nell’ambito del progetto DeTOP finanziato dalla Comunità Europea all’interno del programma Horizon 2020, è attualmente in sperimentazione in Svezia, dove è stato realizzato il primo impianto su uomo.

Il progetto Mia

Nasce dalla stretta collaborazione tra i due team degli ingegneri di Prensilia e di Elastico Disegno che, avvalendosi anche della piattaforma di progettazione Creo di PTC, hanno potuto operare in modalità collaborativa per mettere a frutto efficaci sinergie. Grazie a Creo è stato possibile raccordare le esigenze progettuali legate alle funzionalità meccaniche dell’arto con quelle legate a design, estetica ed ergonomia. Sotto questo aspetto si è dimostrata vincente l’innovativa funzionalità Freestyle di Creo, mediante la quale è possibile creare superfici e forme libere mediante funzionalità di modellazione sottodivisionale che, concettualmente, consentono al designer di operare sulle geometrie come se stesse manipolando un blocco di plastilina.







Dal punto di vista biomedico, Mia non ha nulla a che vedere con gli arti tradizionali: non solo nel suo aspetto estetico, ergonomico e funzionale, ma anche nelle modalità di utilizzo. Mia verrà infatti abbinata ad un impianto permanente, con i sensori che ne controllano il movimento chirurgicamente collegati ai muscoli ed alle terminazioni nervose della parte restante dell’arto. Questo carattere di permanenza dell’impianto e la maggiore flessibilità nel controllo della mano hanno orientato le scelte di design in funzione di nuove esigenze motorie e di un maggior livello di protezione delle delicate parti meccaniche, dei circuiti elettrici e delle batterie. Un morbido materiale siliconico ricopre i polpastrelli, permettendo un livello superiore di usabilità, mentre una copertura nera in plastica rigida protegge parte delle dita, il dorso e il palmo della mano, dove sono alloggiati motori e circuiti elettrici.














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