Beamit (Sandvik) leader per la Fiam nel progetto europeo per il 3D nell’aerospaziale

Nello stabilimento di Parma verranno prodotti materiali hi-tech per la realizzazione (entro 3 anni) di camere di combustione. Obiettivo: ottenere un componente più leggero e performante da utilizzare nei motori per applicazioni spaziali. Valore globale 8,5 milioni di euro

Gabriele Rizzi head of research & development del Gruppo Beamit

Nello stabilimento di Parma di Beamit, azienda guidata da Michele Antolotti, verranno prodotti materiali hi-tech in 3D per un progetto che vede la realizzazione (entro 3 anni) di camere di combustione mediante stampa 3D, per ottenere un componente più leggero e performante da utilizzare nei motori per applicazioni spaziali.

La notizia del via libera a finanziamento è arrivata pochi giorni fa e ha coinvolto il Ministero per lo sviluppo economico insieme alle Regioni Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia.







«L’aerospaziale è tra i settori più esigenti al mondo per quanto riguarda gli standard qualitativi di metodologie, processi e prodotti, su cui ci siamo focalizzati negli ultimi anni: quando lo standard è applicabile all’aerospace, all’aeronautica militare e a quella civile, diventa più rapido declinarlo per gli altri settori in cui operiamo, da quello energetico (turbine) al motorsport, dal biomedicale all’automotive» spiega Gabriele Rizzi head of research & development del Gruppo Beamit.

Nello stabilimento di Parma di Beamit, azienda guidata da Michele Antolotti, verranno prodotti materiali hi-tech in 3D per un progetto che vede la realizzazione (entro 3 anni) di camere di combustione mediante stampa 3D, per ottenere un componente più leggero e performante da utilizzare nei motori per applicazioni spaziali

Il progetto vede la collaborazione di Fondazione E. Amaldi, Avio-Gruppo space holding, Rina consulting centro sviluppo materiali e Mimete-Fomas Group.

«È un progetto da 8,5 milioni di euro che abbiamo presentato tre anni fa e che non poteva partire senza il sostegno di partner pubblici» afferma Rizzi.  «e direi che la notizia ci trova pronti a partire da subito senza indugi».

Con l’approvazione di questo importante finanziamento pubblico di 2,2 milioni di euro, il progetto Fiamfiliera italiana per l’additive manufacturing prende finalmente il via.

«Abbiamo una lunga esperienza nei programmi di innovazione, ne cito solo alcuni: Horizon2020, il programma Eurostars e il General Support Technology Programme (gstp) dell’Esa, l’agenzia aerospaziale europea, e siamo fornitori strategici dell’ASI Agenzia Aerospaziale Italiana»  continua Rizzi. «Dedichiamo alla ricerca circa il 10% del fatturato ogni anno, 1,8 milioni solo nel 2020 tra risorse umane, tecnologie, applicazioni e abbiamo in corso ben sette progetti di tesi con cinque diverse università tra Parma, Modena e Reggio, il politecnico di Milano, quello di Torino e l’università di Cassino».

La filiera aerospaziale italiana è certamente tra i settori con il potenziale più alto di sviluppo per i prossimi anni e dalle ricadute importanti in diversi ambiti. I processi produttivi non possono più prescindere dalla digitalizzazione diffusa con l’impiego delle stampanti 3D.














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