Formazione linguistica: le aziende industriali vogliono flessibilità! Per export, nuovi mercati e… Con Babbel

di Laura Magna ♦︎ Flessibilità, modularità e semplicità: è questo che vogliono le imprese quando comprano formazione linguistica. Per agire in modo efficace sulla comunicazione interna di team internazionali e su quella esterna verso clienti e fornitori. Babbel for Business: corsi ad hoc dedicati ai dipendenti di aziende di ogni settore, 14 lingue, 6.700 corsi e 60.000 lezioni. Ne parliamo con Nicola Carboni

C’è un mismatch tra domanda e offerta di lavoro ampiamente sottovalutato – ma che è costato e continua a costare perdita di opportunità alle imprese industriali italiane, soprattutto alle pmi. Parliamo della scarsa conoscenza dell’inglese e di altre lingue critiche (come il tedesco, il francese o lo spagnolo) che è rimasta bassa in Italia anche dopo il 2000, negli anni della globalizzazione spinta e della necessità di aprirsi al mondo per trovare nuovi mercati di sbocco. Secondo la nota inchiesta Piaac dell’Ocse le competenze linguistiche e matematiche degli adulti italiani sono tra le più basse nei paesi dell’area. In entrambe le aree di competenza, in Italia la proporzione degli intervistati con un punteggio corrispondente a livello 1 o inferiore – ovvero il minimo – è tra le più elevate. Per quanto riguarda le competenze linguistiche il 27,7% degli adulti italiani possiede un livello 1 o inferiore, contro solo il 15,5% nella media dei Paesi partecipanti. Un vero problema, anche a bilancio per le imprese.

«L’11% delle imprese a livello europeo ha perso opportunità commerciali a causa di scarse competenze linguistiche – dice a Industria Italiana Nicola Carboni, team lead sales Italia di Babbel for Business, la divisione dedicata alle imprese del gruppo Babbel, noto per l’App di e-learning dedicata all’apprendimento delle lingue – il 29% delle pmi italiane ha avuto rapporti commerciali con l’estero, tra queste il 12% ha esportato e il 17% ha importato. E le principali difficoltà che incontrano le nostre imprese nell’internazionalizzazione sono per il 29% trovare partner commerciali, per il 14% una conoscenza insufficienze di lingua e cultura del mercato di riferimento e per il 15% mancanza di personale qualificato in Italia: non conoscere la lingua estera vale quanto come non avere personale qualificato».







 

Il mismatch delle competenze (anche linguistiche)

Sappiamo bene – e su queste colonne ne parliamo spesso – cosa sia e quali danni provochi il mismatch di competenze. Per misurare più specificamente il gap sulle lingue, ci viene in soccorso il report “I mismatch occupazionali in Europa: carenze e eccedenze di competenze” di Cedepof, che parte dall’analisi del mismatch occupazionale che riguarda i professionisti del settore Ict e Steam in Europa: il numero di laureati o diplomati è insufficiente a coprire la domanda crescente di queste figure professionali. Sono troppo pochi i giovani che si iscrivono a facoltà universitarie di indirizzo Steam: le condizioni di ammissione e i tassi di abbandono sono elevati e la partecipazione femminile resta bassa. In alcuni paesi Ue l’offerta si riduce per la ‘fuga dei cervelli‘ e dalla crescente richiesta di questi tecnici per una molteplicità di occupazioni e settori diversi (per esempio quelli verdi quali bioedilizia e automotive elettrico), fatto che allarga ulteriormente il divario tra domanda e offerta.

Le professioni tecniche diventano, peraltro, più complesse. Oltre alle conoscenze tecniche e pratiche, ai tecnici viene spesso richiesta una buona padronanza di ‘soft-skill‘, quali la conoscenza di lingue estere, capacità gestionali e di comunicazione e capacità di problem solving e di project management. Cedepof colloca l’Italia in coda alla classifica del mismatch per cui queste problematiche nel nostro Paese sono anche acuite. Gli studi che attestano la carenza e l’importanza di competenze linguistiche sono diversi: a livello locale una ricerca condotta da Aidp Toscana (Associazione italiana direzione personale), insieme a Kilpatrick e Università di Firenze attesta che i neoassunti toscani adulti mancano soprattutto competente tecniche (26%), efficacia personale (15%) e competenze linguistiche (15%).

Cedepof colloca l’Italia in coda alla classifica del mismatch per cui queste problematiche nel nostro Paese sono anche acuite. Gli studi che attestano la carenza e l’importanza di competenze linguistiche sono diversi. Fonte Cedepof

Come far fronte alla carenza di competenze con una formazione adatta alle aziende

Insomma è una vera emergenza che ha un valore misurabile a bilancio. Per farvi fronte e per rispondere a una domanda crescente di formazione che arriva dalle pmi, Babbel ha elaborato la sua sezione for Business – in Italia attiva dal 2019 ed estesa anche agli Usa dal 2022 – con corsi ad hoc dedicati ai dipendenti di aziende di ogni settore e di ogni dimensione: nel mondo sono già 1500 quelle che si avvalgono del servizio. Sulla piattaforma Babbel sono disponibili 14 lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo, polacco, olandese, italiano, portoghese, danese, svedese, norvegese, turco, indonesiano, russo) e circa 6.700 corsi e 60.000 lezioni sviluppate da più di 200 esperti didattici, «adatte a tutti, dal principiante che si avvicina a una lingua per la prima volta, a chi vuole solamente rinfrescare le conoscenze già esistenti – dice Carboni – Create meticolosamente dal nostro team di esperti in didattica delle lingue, le nostre lezioni sono adattate specificamente alla lingua madre di chi le fruisce. Inoltre i contenuti sono progettati per adattarsi facilmente ai ritmi di lavoro quotidiani: lezioni brevi e coinvolgenti, condensate in piccole unità». Il sistema analizza continuamente i comportamenti degli utenti per modellare e modificare l’esperienza degli studenti. Ciò si traduce in un adattamento costante dei contenuti interattivi con lezioni dal vivo, giochi, podcast e video che facilitano la comprensione di una nuova lingua.

In tutta Europa le Professioni Prioritarie per le quali si registra una carenza di competenze sono le professioni ai livelli di competenza più elevati, regolamentate e non. In cima alla lista troviamo: professionisti del settore ICT, medici, professionisti in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico o matematico (STIM), infermieri e ostetrici e insegnanti. Fonte Cedepof

Flessibilità, modularità e semplicità: cosa vogliono le aziende quando comprano formazione linguistica

Nicola Carboni, team lead sales Italia di Babbel for Business,

Cosa chiedono le aziende quando si approcciano all’offerta di Babbel? «Sostanzialmente – spiega Carboni – di agire sulla comunicazione interna di team internazionali e su quella esterna verso clienti e fornitori. Quindi da un lato facilitare i flussi di lavoro grazie a minori incomprensioni e un’interlocuzione diretta, dall’altro riuscire a creare empatia ed entrare in un mondo che ci è estraneo in maniera soft». I percorsi formativi offerti da Babbel for Business sono diversi e vanno da una formazione linguistica aziendale molto strutturata, con la possibilità di scegliere training tradizionale e i classici corsi di lingua fino a un’offerta flessibile e personalizzata dove si può prenotare la singola classe on demand. La formazione è offerta in alternativa anche come benefit e diventa così un incentivo per i team internazionali che aiutano le aziende a promuovere il multilinguismo.

«Noi cerchiamo di promuovere un multilinguismo pervasivo – dice Carboni – attraverso l’app di Babbel presentiamo lezioni asincrone di 15 minuti nelle quali i partecipanti riusciranno a studiare in maniera efficace nel corso della giornata lavorativa. Inoltre offriamo anche video. Le lezioni possono essere individuali o di gruppo con tutor certificati madrelingua. La formazione online dipende molto da impegno e motivazione dei singoli, per questo mettiamo grande effort nel promuovere una cultura e una consapevolezza nelle persone rispetto all’importanza di migliorare la conoscenza delle lingue. Abbiamo anche un team di esperti linguistici che si occupa di promuovere una cultura dell’apprendimento online di successo. Creiamo piani di comunicazione, reportistica. Insomma, oltre alla didattica ci occupiamo di supporto della creazione di consapevolezza».

 

Babbel e Babbel for Business: un identikit

Babbel è una startup tedesca creata nel 2007 da Markus Witte e Thomas Holl e lanciata nel gennaio 2008. Tra il suo headquarter di Berlino e l’ufficio di New York, il gruppo impiega 1000 persone di oltre 80 nazionalità e ha venduto più di 16 milioni di abbonamenti

Babbel è una startup tedesca creata nel 2007 da Markus Witte e Thomas Holl e lanciata nel gennaio 2008. Tra il suo headquarter di Berlino e l’ufficio di New York, il gruppo impiega 1000 persone di oltre 80 nazionalità e ha venduto più di 16 milioni di abbonamenti. Nel 2018 Babbel aveva raggiunto il milione di iscrizioni: il punto di forza di quello che oggi è un colosso dell’educazione digitale sono corsi di lingua incentrati su conversazioni e temi rilevanti nella quotidianità, studiati appositamente per facilitare l’apprendimento e incentivare gli utenti a parlare fin da subito. Il 73% degli utenti dichiara di sentirsi in grado di sostenere una semplice conversazione già dopo cinque ore di utilizzo della app. Nel 2015 l’azienda ha aggredito il mercato Usa dove nel 2022 ha portato anche la sua soluzione per aziende Babbel for Business, lanciata invece nel Vecchio Continente nel 2017. In Europa, dove il servizio ha generato oltre 1 milione di euro di fatturato mensile (a maggio 2022), si è dimostrato una delle chiavi per la crescita dell’azienda.

La piattaforma dedicata alle imprese include un’app per lo studio autonomo, video lezioni di gruppo e/o individuali con insegnanti madrelingua, così come i Babbel Podcast,  giochi, articoli e altri contenuti. Babbel for Business offre una sofisticata soluzione di apprendimento linguistico che consente alle imprese di formare i dipendenti con un approccio che combina app, video lezioni e altro materiale didattico, in un ecosistema unico. È già usata da più di 1.500 aziende che stanno regolarmente estendendo i propri pacchetti portando così il tasso di rinnovo dei ricavi a più del 100%. «La missione di Babbel – spiega Carboni – è sviluppare e gestire un ecosistema di esperienze di apprendimento linguistico online interconnesse allo scopo di creare comprensione reciproca attraverso il linguaggio. Ciò significa creare prodotti che aiutino le persone a connettersi e comunicare tra culture diverse. I prodotti Babbel si concentrano sull’uso di un nuovo linguaggio nel mondo reale, in situazioni reali, con persone reali. E questo metodo funziona: gli studi di linguisti presso istituzioni come la Michigan State University, la Yale University e la City University di New York hanno dimostrato l’efficacia dei metodi di apprendimento linguistico di Babbel. La chiave è un misto di umanità e tecnologia».

 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 12 dicembre 2023)














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