L’ambizione di Aveva (Gruppo Schneider): diventare leader mondiale del software industriale

di Renzo Zonin ♦︎ L'azienda del Gruppo Schneider guidata da Caspar Herzberg punta tutto su Industry 5.0. Un'evoluzione del 4.0 con con l’aggiunta della Generative Ai e con un ruolo più centrale di cloud, Digital Twin, XR. Aveva Unified Engineering: ambiente data centrico per condividere i dati in tempo reale. Il ruolo dell'ecosistema composto da 4.300 partner, distributori e system integrator. Ne parliamo con Maurizio Galardo, chief technologist XR e visualization, Luca Branca, sales director Italy e Sébastien Ory, vice presidente Sud Europa

Aveva Unified Operations Center consente alle imprese di abbattere i silos esistenti fra la gestione del plant e la produzione

«Vogliamo diventare il numero uno nel mondo per il software industriale». Un obiettivo da nulla, potremmo dire. Ma Luca Branca, sales director Italy di Aveva, è sicuro che l’obiettivo sia alla portata della sua azienda. Un po’ perché gli uomini di Aveva si sono posti questo punto di arrivo qualche anno fa, già con il precedente ceo. E un po’ perché, a un anno dalla conclusione dell’acquisizione da parte del Gruppo Schneider, tutti i pezzi del puzzle stanno finalmente andando a posto: l’organizzazione è stabilizzata dopo le varie acquisizioni, e i software sono impostati sui nuovi paradigmi 5.0, che richiedono la “centralità dell’uomo” declinata nella maggiore importanza data a temi green, e affiancano a tecnologie collaudate (cloud, digital twin, Xtended Reality) altre più innovative (Generative Ai).

Proprio Industry 5.0 dovrebbe essere un fattore chiave nell’operato di Aveva nei prossimi mesi, perché le caratteristiche del software Aveva collimano con le richieste del nuovo paradigma: per esempio grande importanza ai dati e agli strumenti che consentono la collaborazione fra aziende, team, persone coinvolte nei vari progetti. La visibilità universale dei dati ingegneristici a partire dalle prime fasi di progetto, per arrivare fino alle simulazioni e spingersi poi alle fasi operative degli impianti è un esempio di fattore abilitante del 5.0, che consentirà anche la semplificazione del lavoro del cliente. In questo, Aveva è supportata da un ecosistema di partner molto esteso (circa 2.600 fra distributori e system integrator), molti dei quali con know-how specifico su vari settori verticali. Tuttavia, non c’è nessun muro fra Aveva e il cliente finale, anzi: l’azienda ha attivato in Italia un team che supporta i clienti fin dalla fase di prevendita con un approccio consequenziale, mirato a capire quali tecnologie e soluzioni di Aveva possono portare i maggiori benefici al cliente stesso.







Obiettivo: essere il numero uno

Luca Branca. sales director Italy di Aveva

Diventare il numero uno del software industriale era l’obiettivo dato ad Aveva dal suo precedente ceo, Peter Herweck, il quale dal maggio 2023 è diventato amministratore delegato della capogruppo Schneider Electric, lasciando al suo successore Caspar Herzberg il compito di proseguire il percorso. La vision di Herzberg è di «un mondo completamente connesso, in cui i team industriali utilizzano dati integrati per collaborare oltre le proprie quattro mura. Insieme a fornitori, partner e clienti, scoprono nuove sinergie, riducono gli sprechi e creano nuove opportunità». Oggi, dunque, Aveva continua a perseguire il primato, che sente sempre più vicino.

E questo lo si coglie da vari segnali, per esempio dal fatto che Branca considera cosa fatta la “ricostruzione” cui è andata incontro Aveva Italy negli ultimi 24 mesi, dopo i vari cambiamenti societari. O anche dal fatto che in febbraio l’azienda, dopo alcuni anni di pausa anche dovuta alla pandemia) è tornata a organizzare nel nostro Paese l’Aveva Day, momento di riunione e confronto dell’ecosistema Aveva, che ha visto la partecipazione di 65 partner e di 140 aziende. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, in alcuni segmenti di mercato, l’obiettivo di essere numeri uno è stato già raggiunto: parliamo per esempio del monitoring control, della gestione di dati industriali per la logistica, della progettazione marina (ambito da cui Aveva ha iniziato a operare, circa 40 anni fa).

Uno sguardo sul futuro: Industry 5.0

Maurizio Galardo – chief technologist XR e visualization di Aveva

A rassicurare i vertici di Aveva sulla raggiungibilità del traguardo è anche una serie di considerazioni su quello che sta per accadere nel mondo industriale. In particolare, Aveva conta di cavalcare con successo il passaggio da Industry 4.0 a Industry 5.0. Passaggio che appare a prima vista difficile da interpretare. Da un certo punto di vista, Industry 5.0 appare come un’evoluzione della 4.0, perché si basa sulle stesse tecnologie, con l’aggiunta della Generative Ai e con un ruolo maggiormente centrale per cavalli di battaglia come il cloud, il Digital Twin, le visualizzazioni in Extended Reality. Dall’altra, il paradigma dell’uomo al centro, fatto proprio da Industry 5.0, genera un rovesciamento di prospettiva e porta al centro dell’interesse tematiche come la sostenibilità, la decarbonizzazione, la collaborazione e la ricerca del massimo efficientamento – tutti concetti che andranno a influire pesantemente (e si spera positivamente) sulle vite di tutti.

«Il digital 4.0 è stata la base su cui poi predisporre qualunque tipo di upgrade, non ultimo il digital 5.0 che sta arrivando – ci ha detto Maurizio Galardo, chief technologist XR e visualization di Aveva – Possiamo fare un esempio, se il digital 4.0 ha permesso a tantissime pmi di cambiare e di aggiornare i propri sistemi affinché quei sistemi potessero parlare, quindi potessero produrre dati che sono la base sostanziale per produrre qualunque tipo di insight, utilizzando magari i sistemi di intelligenza artificiale, possiamo dire che il digital 5.0 si propone di collettare tutte le macchine, tutti i sistemi che producono dati per efficientare quello che è il processo in generale e abilitare quella che è la collaborazione attraverso multipli asset».

Industry 5.0 appare come un’evoluzione della 4.0, perché si basa sulle stesse tecnologie, con l’aggiunta della Generative Ai e con un ruolo maggiormente centrale per cavalli di battaglia come il cloud, il Digital Twin, le visualizzazioni in Extended Reality

Il tema dei dati è ricorrente nel 5.0. Anche perché, se prima di Industry 4.0 le aziende italiane spesso non disponevano dei dati provenienti da macchine e impianti, ora finalmente i dati ci sono. Il problema, per le aziende, è di organizzarli per poterli, finalmente, sfruttare. E proprio allo sfruttamento dei dati è collegato il tema della collaborazione. Il termine è forse un po’ riduttivo: Aveva lo intende come il poter mettere i dati a disposizione di ogni azienda, di ogni persona implicata nella filiera, in modo che ciascuno possa accedere rapidamente ai dati di cui ha bisogno, in una forma unificata e con alta disponibilità. «La collaborazione sarà uno degli elementi fondamentali per questa nuova ondata, e per le aziende che stanno ulteriormente investendo (anche beneficiando di credito del Pnrr) sarà uno degli asset portanti. La collaborazione al momento può essere efficientata attraverso una serie di sistemi che Aveva propone come grandi dashboard, oppure le data room, delle control room innovative. E ci stiamo in realtà spingendo già più in là, perché agevolati e supportati dalle nuove infrastrutture cloud, che sempre più possono sostenere grandi moli di dati. Quello che stiamo costruendo è una cosa che possiamo chiamare “Industrial AI”, la versione industriale del metaverso, che sostanzialmente permetterà a persone dislocate in varie parti del mondo di incontrarsi in contesti virtualizzati nel cloud, di poter vedere tutte le stesse basi di informazioni e di poter supportare contemporaneamente una soluzione di un problema».

Si tratta quindi di un ulteriore passo che va a coadiuvare la soluzione di Advance Visualization che già Aveva sta implementando su alcuni clienti.

Visibilità universale

Per consentire a tutti gli attori di un progetto di condividere e lavorare sugli stessi dati servono software integrati capaci di intervenire nelle varie fasi di realizzazione. Un esempio è Aveva Unified Engineering, un software ospitato sulla piattaforma cloud industriale di Aveva. Unified Engineering è un ambiente data centrico che tratta i dati ingegneristici in tempo reale, e può essere usato dalla fase di design concettuale, a quella di Feed (Front End Engineering and Design, alla fase di progetto del dettaglio. Il tutto dando la possibilità di collaborare a tutti i team coinvolti in azienda o presso terze parti, generando un digital twin ingegneristico sempre disponibile e aggiornato. Ma la cosa non si ferma qui: la base dati creata in fase di progettazione e simulazione ingegneristica (quindi sottoposta anche a prima validazione) può essere poi utilizzata dai software che gestiranno le “operation” del sistema progettato, rendendo semplice la realizzazione di sistemi informativi di tipo Product Lifecycle Management. Tra parentesi, al recente evento Aveva a Milano era presente fra i partner anche Aras, specialista del Plm, tecnologica che fornisce ad alcuni clienti Aveva sotto forma di soluzione integrata.

Un ecosistema capillare

Integrazione dei software, impostazione collaborativa, basi dati unificate in cloud, sono tutte caratteristiche che fanno emergere una tendenza: quella di semplificare il lavoro del cliente. Il che presuppone una discreta mole di lavoro per la software house e per i suoi partner e system integrator. Questo spiega l’esteso ecosistema di Aveva, composto da circa 4.300 partner, fra distributori storici e system integrator con notevoli competenze su specifici settori verticali.

L’ecosistema di Aveva è composto da circa 4.300 partner, fra distributori storici e system integrator con notevoli competenze su specifici settori verticali.

«Vogliamo guardare all’intera supply chain, continuando a sviluppare la collaborazione con il nostro ecosistema di partner per generare valore» ha dichiarato Sébastien Ory, vice presidente Sud Europa di Aveva, che ben conosce la necessità – soprattutto in Paesi come l’Italia, patria delle Pmi – di avere una rete capillare per poter raggiungere tutti i potenziali clienti. Che possono essere aziende di ogni dimensione, perché – come ricorda Galardo – i prodotti Aveva sono ampiamente scalabili. «Il nostro ecosistema, a livello globale, è uno degli assi portanti per raggiungere ogni cliente – puntualizza Galardo – in particolar modo in Italia, dove comunque le soluzioni aziendali sono molto frammentate e molte volte le Pmi fanno parte di piccoli nuclei, e hanno bisogno di un supporto verticale. Ecco, noi come Aveva ci appoggiamo ai nostri main distributor, che a loro volta hanno una rete capillare di system integrator esperti nel loro settore, che vanno ad accompagnare i singoli clienti lungo tutto il percorso della digitalizzazione. Assieme ai distributori, che fanno da collettore di questa moltitudine di system integrator, garantiamo quella che è la qualità di supporto fino all’ultimo miglio».

il paradigma dell’uomo al centro, fatto proprio da Industry 5.0, genera un rovesciamento di prospettiva e porta al centro dell’interesse tematiche come la sostenibilità, la decarbonizzazione, la collaborazione e la ricerca del massimo efficientamento

Ma quindi come funziona oggi il Go To Market di Aveva, un’azienda che, lo ricordiamo, ha condotto negli anni una lunga serie di acquisizioni, prima di essere essa stessa acquisita dal Gruppo Schneider, specializzato nell’hardware per l’energia, di cui è diventata il braccio software?.

«Bene, ci sono vari step – spiega Galardo – In questo momento, Aveva ha strutturato un processo che è finalizzato a supportare i nostri clienti fin dal principio. Abbiamo creato un team che si occupa di valorizzare quelli che sono i processi in atto nelle aziende, e di segnalare le zone in cui si può migliorare il processo in generale. Da questo punto, procediamo con un approccio che è più pull che push, quindi non andiamo a vendere una soluzione, ma cerchiamo di fare un assessment e capire i punti in cui possiamo far beneficiare il cliente delle nostre tecnologie. A quel punto il cliente, consapevole di quello che è l’investimento e l’area in cui andrà a beneficiare di queste soluzioni, definisce dei Kpi e assieme andiamo a integrare delle soluzioni. Questo vuole essere un po’ l’approccio generale tramite il quale Aveva sta supportando questa nuova onda di digitalizzazione e siamo convinti, visti i primi risultati, che avrà buon terreno fertile presso tutti i clienti che hanno bisogno di efficientare i loro processi» conclude Galardo.














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