Potrebbe aprirsi un nuovo capitolo della saga Psa – Fca. La fusione tanto annunciata, una volta conclusa, avrebbe portato a 8,7 milioni di veicoli prodotti, con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro. Ma, proprio quando sembrava che il matrimonio potesse essere celebrato, l’Antitrust ha congelato gli animi.
Infatti, l’authority dell’Unione Europea il 17 giugno potrebbe annunciare l’apertura di un’istruttoria che farebbe slittare l’operazione tra le due case automobilistiche di almeno quattro mesi. Il motivo? Il rischio di un’eccessiva concentrazione nel segmento dei veicoli commerciali leggeri, i cosiddetti minivan.
Dopo la fusione i due gruppi potrebbero arrivare a detenere oltre il 30% a livello europeo della quota di mercato in questo settore, superando così la soglia limite imposta dall’Unione e mettendo a rischio la salvaguardia della concorrenza.
Sul tema i due brand erano già stati avvisati, tanto che avrebbero dovuto stilare un documento entro il prossimo 17 giugno per spiegare in che modo avrebbero risolto la questione. Ma ad oggi nulla è arrivato, e il piano di una definitiva fusione entro il primo trimestre 2021 potrebbe saltare. Come se non bastasse, il veto momentaneo posto sulla fusione tra Fca e Psa dall’Antitrust affonda i titoli in Borsa: -7% Fiat Chrysler, -6% Peugeot a Parigi.
