Manifatturiero: quale il segreto per continuare a essere competitivi? L’analisi di Autodesk

di Piero Macrì ♦︎ Riduzione dei costi, velocità, semplificazione dei processi decisionali: sono i vantaggi della digitalizzazione. Obiettivo: business agility. Emergenza skill: il 76% delle aziende europee non trova personale adeguato. Green: la più attenta è l’Europa, contenuti i progressi di Usa e Asia. Resilienza: il digitale per sincronizzare i dati su tutta la catena del valore aziendale. Ne parliamo con Samuele Gallazzi, che commenta la survey “State of Design & Make”

A che punto sono le aziende manifatturiere nel loro digital journey? Quali sono le priorità di investimento, quali le macrotendenze che si stanno evidenziando e quali i problemi che devono essere risolti per competere in un mercato sempre più imprevedibile? Sono queste le domande cui cerca di dare risposta il rapporto globale “State of Design & Make” realizzato da Autodesk intervistando 2489 aziende di tutto il mondo (11% il campione italiano). I vantaggi che scaturiscono dall’esperienza digitale finora vissuta dalle aziende? Riduzione dei costi, maggiore velocità nell’approntamento di nuovi prodotti e servizi, semplificazione dei processi decisionali. Dal report di Autodesk emerge inoltre una considerazione di fondo: non basta più avere specifici programmi dedicati a singole funzioni aziendali, è l’intera azienda che deve essere orientata al cambiamento e predisposta alla “business agility”.

Tre gli elementi che condizionano gli investimenti e le strategie del manifatturiero: sfruttare il digitale per acquisire resilienza, sviluppando capacità di gestire i cambiamenti; portare a bordo nuovi talenti in grado di fare innovazione di prodotto e di processo; creare nuove opportunità di ricavi da modelli di business basati sulla sostenibilità. Per tutti, la sfida è avere una visione per affrontare con razionalità il caos. Serve intelligenza, e non solo artificiale, per continuare a essere protagonisti nello sviluppo prodotto, ma l’ottimismo non manca. Il 72% delle aziende afferma di avere fiducia nelle proprie capacità di affrontare le sfide del cambiamento anche se le difficoltà sono all’ordine del giorno, tanto è vero che il 79% afferma di vivere in una costante incertezza. Per quanto complicato appaia il mercato esiste però una nuova consapevolezza: la digitalizzazione può rendere flessibili. Insomma, la battaglia per continuare ad essere competitivi può essere vinta. Il 56% degli imprenditori, per esempio, pensa di avere già una struttura adeguata per gestire le conflittualità che derivano da mutamenti geopolitici. Se è vero, come dice il filosofo cinese Lao Tse, che “un lungo viaggio comincia con un solo passo”, siamo a un buon punto. Il 48% del campione afferma di avere già realizzato gli obiettivi del piano digitale mentre un 30% dichiara di essere “full digital”.







Ad arrancare solo un 22%, ancora in una fase da startup digitale. Come dire, la transizione al digitale non è più un’opzione, ma una necessità. Vale un semplice principio, più un’organizzazione è connessa, ovvero digitale, più è produttiva, predittiva, resiliente, flessibile e reattiva. C’è una verità, in particolare, che emerge dal report: l’analisi dei dati può trasformare gli ostacoli in opportunità, tanto è vero che il 72% ritiene che l’investimento in data management e data analytics sia fondamentale per sviluppare e innovare prodotti e processi. Ma la capacità di sapere valorizzare i dati, anche in vista dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, è ancora limitata: solo il 35% dichiara di avere skill adeguate. Resilienza, sostenibilità, scarsità di operatori di fabbrica e intellettuali del digitale. Qual è lo stato d’animo delle imprese di fronte ai cambiamenti imposti dal nuovo mercato in balia della transizione energetica e dalle differenti condizioni geopolitiche? Quale il segreto per continuare a essere competitivi? Ecco i risultati dell’indagine sul manifatturiero contenute nel report di Autodesk. In buona sostanza, come afferma Samuele Gallazzi, senior account manager di Autodesk Italia, «l’obiettivo delle aziende del Make & Design, di coloro che fanno progettazione e produzione, è creare una forma d’impresa digitale per acquisire competitività, ridurre il time to market ed essere più produttivi, anche in condizioni di mercato caratterizzate dalle più grandi incertezze».

Per il 76% delle aziende manifatturiere il futuro si gioca sulla capacità di sfruttare le tecnologie abilitanti la trasformazione digitale. Fonte Autodesk

Skill gap. La guerra dei talenti che mette un freno alla trasformazione digitale

Come ampiamente evidenziato dal report il percorso di trasformazione dell’industria manifatturiera è ormai avviato ma è frenato dalla difficoltà di trovare personale adeguato. E’ il fenomeno dello skill gap che affligge il 76% delle aziende europee, una percentuale superiore a quella che si registra in Nord America e in Asia. Le competenze più richieste? Saper gestire team collaborativi che lavorano da remoto, capacità di fare scouting di mercato, di scoprire nuovi trend di mercato, di lavorare in ambienti con modelli di business digital based, saper fare innovazione di prodotto e sviluppare efficienti relazioni digitali con i clienti. Insomma, la rapida ascesa della trasformazione digitale richiede nuove risorse. Trovare i talenti è la sfida numero uno. La scarsità di manopera qualificata, di programmatori software, di ingegneri incide sulla capacità di raggiungere gli obiettivi aziendali. Non basta avere strumenti digitali adeguati.

Le priorità di investimento sono concentrate sulle tecnologie che servono a migliorare i progetti e soprattutto sulla gestione e analisi dei dati. Fonte Autodesk

Sarebbe come vendere automobili ad aziende che non hanno personale con la patente di guida. L’età media anagrafica del manifatturiero è sempre più alta con un 50% di aziende che ammette di stare rapidamente invecchiando. Le persone hanno bisogno di una serie di conoscenze completamente nuove per i lavori del futuro. Intelligenza artificiale e apprendimento automatico, competenze Esg, analisi dei dati e cloud computing. La maggior parte delle persone non ha l’esperienza necessaria per supportare nuovi modi di lavorare. Non è una sorpresa, quindi, che il 67% delle aziende ritenga importante, cruciale e decisivo migliorare le competenze della propria forza lavoro con attività di upskill e reskill. Non solo, come spesso emerge da racconti di imprenditori la forza lavoro ha lasciato l’edificio. Mandati a casa durante la pandemia, per molti il lavoro a distanza è diventato conveniente e comodo. Sono pochi quelli entusiasti di ricominciare a fare il pendolare e tornare in ufficio. Per i nativi digitali lavorare da remoto diventa una condizione irrinunciabile. E su questo le aziende devono meditare.

Il 48%% delle aziende afferma di avere già realizzato gli obiettivi del piano digitale mentre un 30% dichiara di essere “full digital”. Ad arrancare solo un 22%, ancora in una fase da startup digitale. Fonte Autodesk

Sostenibilità, la più attenta è l’Europa. Più contenuti i progressi compiuti da aziende americane e asiatiche

Oltre ai benefici ambientali le aziende affermano che gli sforzi incentrati sulla sostenibilità porteranno nuovi ricavi. Riduzione di sprechi, progettazione di prodotti in funzione dei parametri che condizionano l’impatto ambientale, sviluppo prodotti e processi con una logica di efficienza energetica e di carbon footprint. La sensibilità maggiore su questi temi è delle aziende europee: è il 40% a dichiarare di avere ridotto gli sprechi o utilizzato in misura maggiore materiali riciclabili. Di contro, la percentuale scende al 28% in Asia e al 36% in Nord America. Idem per quanto riguarda il ricorso alle rinnovabili, con il 37% di aziende europee che afferma di aver aumentato la fornitura energetica da fonti rinnovabili contro il 24% dell’Asia e il 22% del Nord America.

I benefici della trasformazione digitale. Riduzione dei costi, maggiore velocità nell’approntamento di nuovi prodotti e servizi, semplificazione dei processi decisionali. Fonte Autodesk

Un paradosso, considerato che l’Europa è il continente meno ernergivoro e a più basso impatto ambientale: coloro che inquinano di più, America e Asia, sono allo stesso tempo quelli che meno investono in progetti correlati a una riduzione delle emissioni di Co2. Questo, almeno, è quanto si evince dal rapporto. Per le aziende sostenibilità vuol dire pensare in termini di green economy ovvero realizzare lo sviluppo di nuovi materiali, dispositivi, piattaforme, sistemi e macchine abilitanti la creazione di prodotti orientati all’economia circolare, al de-manufacturing e al re-manufacturing. Evoluzione che appare sempre più legata allo sviluppo software, il bene intangibile della nuova manifattura. Come dire, il futuro non è dato solo dal ferro ma dalle piattaforme digitali che sono in grado di gestirlo.

Digital gap. Il 76% delle aziende europee ha grandi difficoltà a trovare nuovi talenti e competenze, una percentuale superiore a quella che si riscontra in Nord America e in Asia. Fonte Autodesk

Resilienza, il digitale per sincronizzare i dati su tutta la catena del valore aziendale

Il 76% delle aziende sono convinte che il digitale sia il futuro. Nulla di sorprendente. Chi potrebbe affermare il contrario? Tuttavia, il digitale non è un prodotto, è un’idea per dare vita ad organizzazioni dotate di strumenti che sappiano imprimere flessibilità e velocità per un rapido riposizionamento di strategia aziendale. Scarsità delle materie prime, supply chain in ottovolante, aumento esponenziale dei costi dell’energia, diffusa instabilità geopolitica che di volta in volta interrompe la domanda in paesi di sbocco dell’export globale del manifatturiero. Quale il modello d’impresa per rispondere alle nuove sfide? Semplificando, potremmo dire che è il modello predittivo.

Le competenze più richieste dalle aziende del manifatturiero: saper gestire team collaborativi, capacità di fare scouting di mercato, scoprire nuovi trend di mercato, lavorare in ambienti con modelli di business digital based, saper fare innovazione di prodotto e sviluppare efficienti relazioni digitali con i clienti. Fonte Autodesk

Presuppone una connessione globale di persone, sistemi e prodotti, in modo che i dati legati a tutte le fasi del ciclo sviluppo prodotto favoriscano un controllo previsionale dei costi, migliorino la produttività e creino una conoscenza aumentata per rispondere a condizioni di mercato ad alta volatilità e a una domanda sempre più personalizzata e altamente variabile. Elemento centrale di questa strategia è la creazione di una value chain collaborativa. Come si afferma nel report, le aziende che creano processi estesi, che sincronizzano le applicazioni di tutte le aree funzionali coinvolte nello sviluppo prodotto, si sono rese conto che la digitalizzazione abilita una nuova operatività d’impresa. In questo contesto i dati alimentano flussi di informazioni che rendono possibile la creazione di processi any to any, ridisegnando il classico paradigma di produzione tradizionale. Come dire, l’attenzione del manifatturiero si orienta verso quelle tecnologie che aiutano a produrre con la flessibilità necessaria per rispondere a una domanda di mercato sempre più variabile.

Riduzione di sprechi, sviluppo prodotti e processi con una logica di efficienza energetica e di carbon footprint. Le aziende più virtuose sono quelle europee. Fonte Autodesk













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