Secondo quanto riferito da Reuters, Amazon Web Services (Aws) – il business del cloud computing di Amazon guidato da Andrew R. Jassy – avrebbe sviluppato un nuovo chip per i suoi data center. Secondo fonti rimaste anonime, questo nuovo processore sarebbe il 20% più veloce di Graviton, che affonda le proprie radici in un’acquisizione fatta da Amazon, quando portò tra le proprie fila gli Annapurna Labs.
Graviton, presentato nel 2018, si basa sull’architettura Cortex A72 di Arm. Il nuovo chip potrebbe, da parte sua, basarsi sull’architettura Neoverse N1 sempre della multinazionale britannica dei conduttori e avere 32 core di elaborazione, ovvero il doppio di quanto oggi in dotazione.
Ridurre la dipendenza da Intel
Questa nuova generazione consentirebbe inoltre ai chip di interconnettersi per accelerare l’elaborazione di determinati compiti come il riconoscimento delle immagini. Lo sviluppo di un proprio processore è una mossa strategica per Amazon: la multinazionale vorrebbe ridurre la sua dipendenza da Intel, che domina il mercato dei chip server.
I processori basati sull’architettura Arm sono meno potenti di quelli di Intel e Amd (Advanced Micro Devices), che usano l’architettura x86, ma sono anche meno energivori e molto più economici da produrre. Il che rappresenta un risparmio di diverse migliaia di dollari per server. Per Aws, leader mondiale nel cloud e dozzine di data center in tutto il mondo, pensare di puntare su un alleggerimento dei costi avrebbe un senso.
Oggi i prodotti Intel o Amd rimangono essenziali nei data center grazie alle loro elevate prestazioni, ma Aws non è l’unico player nel cloud a sviluppare i propri chip: Google, Microsoft e Facebook starebbero portando avanti progetti simili.
