Allarme rosso macchine utensili! In calo gli ordini del 18,6%!

L’indice Ucimu delle commesse dei machine tools per il terzo trimestre 2019 ha registrato un crollo del 19,3% per quelle interne, del 14% per quelle estere. Il presidente Carboniero: «Il Governo deve attuare un Pacchetto unico per la crescita di impresa»

||Frenata dei consumi. Fonte Centro Studi Confindustria|Eurozona

Il mercato delle macchine utensili, che nel 2018 aveva segnato i migliori risultati di sempre, quest’anno ha subito un vero e proprio crollo. La battuta d’arresto degli ordinativi era attesa, visti i numeri record registrati nel biennio 2017-2018, ma nessuno si aspettava che sarebbe stata così repentina. Infatti, nel terzo trimestre di quest’anno, l’indice Ucimu degli ordini di macchine utensili ha segnato un calo del 18,6% rispetto allo stesso periodo del 2018. In valore assoluto l’indice si è attestato a 69 (base 100 nel 2015). Il risultato complessivo è stato determinato dal negativo andamento registrato sia sul mercato interno che sul mercato estero.

«Il 2019, purtroppo, si conferma un anno di arretramento per i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione che registrano un calo sia sul mercato interno che estero – ha commentato Massimo Carboniero, presidente Ucimu-Sistemi per produrre – A preoccupare gli imprenditori del settore è anzitutto la complessità del contesto internazionale che, in molti mercati tra cui anche l’Italia, si è tradotta nel parziale blocco degli investimenti in sistemi di produzione. Ma anche lo scontro commerciale tra le due potenze economiche Stati Uniti e Cina, la crisi di settori trainanti del manifatturiero, primo fra tutti l’automotive, e i focolai di guerra in zone calde del mondo, rendono l’operato delle imprese manifatturiere particolarmente complesso e il futuro decisamente incerto. In questo scenario, già di per sé difficile, il sistema industriale italiano rischia di essere ancor più penalizzato dall’atteggiamento ancora troppo poco deciso delle autorità di governo, alle prese con la definizione della Legge di Bilancio 2020 e con l’allocazione delle (scarse) risorse disponibili».







In particolare, gli ordini raccolti dai costruttori sul mercato interno hanno segnato un calo del 19,3% rispetto al periodo luglio-settembre 2018. E non va meglio nemmeno sul fronte estero, dove i costruttori italiani hanno registrato una sensibile riduzione degli ordinativi, scesi del 14% rispetto al terzo trimestre 2018.

«Mai come in questo momento, il Paese ha necessità di un piano che sostenga investimenti e sviluppo del manifatturiero che è poi il vero attivatore di occupazione. In questo senso la riduzione del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori è apprezzabile a patto che abbia una dotazione economica adeguata; ma ciò non è sufficiente. Con specifico riferimento al settore delle macchine utensili – ha proseguito Massimo Carboniero – abbiamo delineato una sorta di short list delle misure che assolutamente dovrebbero essere implementate, affinchè il 2020 segni l’inizio di un nuovo ciclo positivo, come d’altra parte confermato dai primi positivi riscontri relativi alla raccolta adesioni della  32esima edizione di BI-MU, in programma dal 14 al 17 ottobre 2020».

Presidente UCIMU
Massimo Carboniero, Presidente Ucimu

In Italia gli ordinativi del biennio 2017-2018, grazie ai provvedimenti 4.0, avevano segnato numeri record e un arresto fisiologico era atteso, ma il processo di normalizzazione è stato particolarmente celere.

«Con l’obiettivo di favorire il prosieguo dell’attività di ammodernamento e trasformazione degli stabilimenti produttivi italiani – ha sottolineato Carboniero – anche in chiave digitale, indispensabile per assicurare il miglioramento della competitività del paese, occorre attivare un Pacchetto unico per la crescita di impresa, strutturale, liberato cioè dalle annuali attese e incertezze legate alla possibile riconferma, o meno, di ciascuna delle misure in esso inserite. Il Pacchetto per la crescita di impresa dovrebbe sommare in sé tutti i vantaggi fiscali legati a ricerca e sviluppo e a superammortamento e iperammortamento per gli investimenti in nuovi macchinari, software e automazioni, e per le tecnologie legate alle tematiche ambientali”.

E proprio il Governo deve intervenire con una politica industriale a lungo termine che incentivi le imprese e le aiuti a crescere: «In particolare, da un lato, l’iperammortamento dovrebbe avere una durata almeno triennale, dall’altro, il superammortamento dovrebbe essere affiancato dalla revisione dei coefficienti di ammortamento attualmente fermi al 1988 e per questo non più adeguati alle esigenze del mercato. Complementare a ciò deve essere previsto, anche per il 2020, un programma di formazione 4.0 che permetta l’aggiornamento del personale secondo le nuove esigenze della fabbrica digitalizzata. Attualmente il credito di imposta è calcolato solo sul costo del personale impegnato nella formazione per le ore di aggiornamento svolte. Chiediamo, invece, che il provvedimento venga rivisto considerando nel calcolo del credito anche la voce di spesa relativa ai formatori, l’aspetto più oneroso, specialmente per una pmi».

Sul fronte estero, Brexit, trade war e crisi dell’automotive hanno causato un rallentamento degli ordinativi, particolarmente preoccupante per chi, come i costruttori di macchine utensili, consegna più della metà della produzione oltreconfine. «Sul fronte estero – ha rilevato Massimo Carboniero – la situazione è più complessa proprio per il contesto di una generale instabilità economica e politica. Per tale ragione chiediamo interventi mirati a facilitare l’internazionalizzazione delle nostre pmi specie nei paesi più lontani».














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