Federacciai stima un -15% per la produzione 2020

Prevista una correzione a breve-medio termine, ma rimane l'incertezza sui prezzi

Alessandro Banzato, presidente di Federacciai.
Alessandro Banzato, presidente di Federacciai

Prevale l’incertezza sul mercato dell’acciaio, nel quale si evidenziano anomalie sia tra andamento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti, sia tra quello delle quotazioni in Cina e nel resto del mondo.

Anomalie che secondo Stefano Ferrari, responsabile dell’ufficio studi siderweb, sono talmente elevate da non essere destinate a perdurare. «A breve-medio termine è attesa una correzione, anche se al momento non è chiaro quale strada prenderanno i prezzi», ha spiegato Ferrari nel corso del webinar Mercato & Dintorni, realizzato in collaborazione con Ubi Banca, sponsorizzato da Coface, Danieli Automation, Metallurgica Legnanese e RICREA, e patrocinato da Assofermet, Assofond e Federacciai.







«Le materie prime siderurgiche rimangono relativamente care, in special modo il minerale ferroso che ora ha superato i livelli di gennaio, tornando a quelli dell’estate 2019. Anche il rottame sta tenendo, con oscillazioni di entità tutto sommato contenuta».

Gli operatori siderurgici si aspettano una stabilità del prezzo del rottame e una ripresa delle quotazioni di tondo per cemento armato e coils a caldo. Opinione condivisa da Alessandro Banzato, presidente di Federacciai. «Credo che sia una previsione convincente. Sul rottame potrebbe essere molto importante quello che succederà in Germania ad agosto, e cioè se ci saranno lievi aumenti o meno. Quanto ai prodotti finiti, credo che sia pressoché inevitabile la tendenza a un riequilibrio dello spread tra materia prima e prodotto finito», ha affermato Banzato, che ha aggiunto «Si sta vedendo un lieve recupero. Il fatto che a giugno si sia registrato un calo “solo” del 13% tendenziale potremmo definirlo incoraggiante, dopo il -42,5% di aprile e il -16,3% di maggio. E non dimentichiamoci che l’ex Ilva, il player più importante in Italia, sta viaggiando su livelli produttivi minimali. Se questa graduale ripresa dovesse consolidarsi nei prossimi mesi potremmo pertanto ipotizzare una chiusura dell’anno a -15%, in linea con le previsioni per l’Europa. La mia speranza è che si possa fare qualcosa di meglio, anticipando il deciso recupero previsto per il 2021».

Positive invece le stime di Ubi banca per il 2021-2022. «I settori che hanno maggiore propensione all’export reagiranno meglio, e la metallurgia è tra questi», ha dichiarato Giovanni Barone, responsabile del Servizio studi di UBI Banca, aggiungedo che il 2020 sarà «particolarmente severo sia per il PIL, sia per le imprese della filiera dell’acciaio».














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