Per il rilancio della manifattura lombarda Afil punta su Ai e remanufacturing

di Marco de' Francesco ♦︎ L'Associazione fabbrica intelligente Lombardia, guidata da Diego Andreis è il cluster regionale per il manifatturiero avanzato. Nel territorio, che fattura oltre 250 miliardi grazie all'industria, Afil punta soprattutto su due linee guida principali: l'economia circolare e l'intelligenza artificiale. Puntando su partner come Abb, Cosberg, Italtel, Ori Martin, Pirelli Tyre, Rivierasca, Whirlpool, Tenova, BLM, Feralpi, ST Microelectronics, Candy Haier Group

L’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, presieduta da Diego Andreis, unisce le multinazionali e le piccole fabbriche che hanno compreso che divisi si cade; i grandi atenei ai centri di ricerca altamente specializzati, le start-up e le associazioni locali di Confindustria. Di fatto, si è mobilitata una frazione della manifattura più importante d’Italia, e tutto il mondo che le ruota attorno. Perché l’ambizione non è solo quella di incidere sulla strategia regionale di R&I, ma soprattutto quella di ragionare in termini di filiera, e quindi di favorire la creazione di reti di imprese innovatrici. Perché ciò si realizzi, occorrono tutti i soggetti citati.

Quanto alla determinazione delle priorità per la ricerca e l’innovazione, si è studiata una precisa metodologia.  Anzitutto vengono analizzati gli input raccolti sul territorio: di cos’hanno bisogno le industrie locali? Poi, queste esigenze vengono catalogate considerando le fasi della catena del valore: quelle relative alla produzione, quelle concernenti la distribuzione e tutto il resto. Infine, si definiscono le priorità da declinare in sub-topic.







Il lavoro è svolto da strategic community, comunità di esperti di imprese create attorno a particolari tematiche tecnologiche rilevanti per il manifatturiero avanzato. Ancora, dal momento che il Cluster è collegato ad una rete europea di enti simili, le aziende aderenti possono curare il proprio posizionamento nelle catene del valore continentali e operare per l’internazionalizzazione. Di tutto questo abbiamo parlato con Andreis e con il cluster manager di Afil, Giacomo Copani.

 

Che cos’è Afil, cosa fa e qual è il suo contributo alla redazione della Roadmap per la ricerca e l’innovazione della Regione Lombardia 

Diego Andreis, presidente di Afil

Afil, l’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, è il cluster regionale per il manifatturiero avanzato. Per comprenderne le origini, bisogna fare un passo indietro nel tempo, nell’ormai lontano dicembre 2013, quando il Consiglio dell’Unione Europea adottò nuove normative per regolare il ciclo degli investimenti (per il periodo 2014-2020) relativi alle politiche di coesione continentali.  In particolare, l’Unione Europea definiva una politica sulla ricerca e sull’innovazione. L’auspicio era che il Vecchio Continente potesse intraprendere la strada giusta per diventare un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva. Ma per conseguire questo risultato, si partiva da un principio: lo sviluppo doveva basarsi su una conoscenza a livello regionale, valorizzando i punti di forza e i vantaggi competitivi tipici di un territorio.

«In pratica, l’Unione Europea diceva – afferma Copani -: non è immaginabile che una Regione avanzi su tutti i fronti della tecnologia. Occorreva che gli sforzi per l’innovazione fossero concentrati su temi specifici, quelli sui quali un territorio può esprimere unicità ed ha maggiori chance di successo. E poi, si volevano evitare sovrapposizioni di attività». La strategia così definita si chiama S3, ed è quella “di specializzazione intelligente”.

Afil: priorità di ricerca e campi di applicazione

In Lombardia è operativo un quarto del manifatturiero nazionale: 78mila imprese con 900mila addetti, che realizzano 250 miliardi di fatturato e 60 miliardi di valore aggiunto (dati pre-Covid). Per numero di aziende del settore, la Lombardia supera la Baviera e il Baden-Württemberg; non per numero di occupati, per effetto di una maggiore parcellizzazione del tessuto imprenditoriale in piccole unità. Comunque sia, in Lombardia un’impresa su 10 è manifatturiera; ed inoltre la Lombardia è la prima Regione d’Europa in alcuni sottosettori della manifattura, come ad esempio la produzione di metalli base, la stampa e la riproduzione di supporti registrati, e altro.

Normale, in questo contesto, che la Regione Lombardia, all’atto di definire la propria posizione nell’ambito della strategia S3, scegliesse la tematica del Manifatturiero Avanzato quale una delle sue principali aree di specializzazione. Alla fine, una scommessa con e per il territorio: significa puntare sulle competenze distintive della manifattura lombarda quali la sua flessibilità, creatività coniugata con l’alta tecnologia,capacità di soddisfare richieste complesse e customizzate che altre regioni europee non sono in grado di soddisfare, oltre che elevata cultura ambientale. Occorreva istituire o indicare un soggetto di riferimento, uno che specificasse le priorità di Ricerca e Innovazione, che contribuisse alla definizione della S3, che partecipasse per conto della Regione alle iniziative europee e che stabilisse un piano di consultazioni periodiche sul Manifatturiero Avanzato.

Afil: obiettivi per la roadmap dell’economia circolare

Questo soggetto è Afil, la cui costituzione è stata voluta dalla Regione Lombardia anche per rappresentare le priorità lombarde all’interno del Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente (Cfi), di cui AFIL è stato un attivo promotore fin dalla concezione del piano strategico attraverso il contributo determinante di imprese e centri di ricerca lombardi.  L’associazione CFI, presieduta da Luca Manuelli, CEO di Ansaldo Nucleare, riunisce aziende, regioni, università ed enti di ricerca con l’obiettivo di aggregare tutti gli attori più importanti a livello italiano sulle tematiche della manifattura avanzata. Tra le sue principali iniziative, la definizione della nuova Roadmap, documento strategico per indirizzare la trasformazione digitale dell’industria, che indica le priorità di ricerca e innovazione sulle quali puntare nei prossimi anni come sistema Italia. Il presidente del comitato tecnico scientifico del Cluster è Tullio Tolio, professore di tecnologia e sistemi di lavorazione al Politecnico di Milano.  È in corso di realizzazione una seconda Roadmap.  Nel 2013 viene fondata Afil.

L’anno dopo, sulla scorta delle normative del Consiglio Europeo sulla strategia S3, la Regione Lombardia riconosce Afil come cluster per il Manifatturiero Avanzato. Da allora, è Afil che si occupa di definire le priorità di R&I per la manifattura lombarda. Lo ha fatto per una prima Roadmap della Regione, valida dal 2014 al 2020. «Le priorità definite nella prima roadmap – afferma Copani – sono state il frutto di uno sforzo di sintesi iniziale che ha coinvolto i primi soci del Cluster. Nel corso dei primi sette anni di attività, la maturità del Cluster e dei suoi soci nella definizione delle roadmap è molto cresciuta».

Afil: value chai model per l’economia circolare

Infatti di recente, come già raccontato nell’altro articolo, la Regione Lombardia, chiamata dall’Europa a aggiornare la propria Strategia S3, «ha chiesto la collaborazione dei suoi 9 cluster, tra cui il nostro» – afferma Copani – per ridefinire le priorità. Afil ne ha indicate due principali: l’economia circolare e l’intelligenza artificiale.  Quanto alla prima, la Roadmap è già stata approvata dalla Giunta nella seduta del 5 maggio 2020. Quanto alla seconda, è previsto che venga presentata all’esecutivo lombardo prima della fine dell’anno in corso. Secondo Andreis, «una volta definite le priorità, ora spetta alla Regione allocare le risorse. Peraltro, l’indicazione dell’economia circolare trova un riscontro nel Green Deal, un insieme di iniziative politiche portate avanti dalla Commissione Europea con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. È un piano fortemente sostenuto dalla presidente Ursula Von Der Leyen, secondo la quale il Green Deal sarà per il Vecchio Continente come lo sbarco dell’uomo sulla Luna».

Andreis è peraltro il managing director dell’innovativa azienda di micro pompeFluid-o-Tech, ed è altresì presidente del Gruppo Meccatronici di Assolombarda e vicepresidente di Federmeccanica, nonché presidente di Ceemet – (Council of europeanemployers of the metal engineering and technology-based industries), l’associazione che rappresenta le imprese metalmeccaniche, ingegneristiche e tecnologiche in Europa.  Attualmente Afil ha 139 membri, di cui 115 imprese, e 24 tra centri di ricerca e associazioni industriali. Tra i soci industriali, oltre a molte PMI, si annoverano anche molti grandi player tra i quali, ad esempio, Abb, Cosberg, Italtel, Ori Martin, Pirelli Tyre, Rivierasca, Whirlpool, Tenova, BLM, Feralpi, ST Microelectronics, Candy Haier Group e tanti altri. Tra le associazioni imprenditoriali, Assolombarda, e le territoriali confindustriali di Bergamo, Como, Lecco e Sondrio, Varese, nonché Confindustria Lombardia.  Tra gli Atenei e i centri di ricerca, il Politecnico di Milano, le università di Pavia, Milano Bicocca, Carlo Cattaneo, la Cattolica del Sacro Cuore, gli atenei di Bergamo e di Brescia, il CNR-STIIMA e altri.

Come funziona Afil?

Afil: Processo di identificazione delle priorità strategiche

L’identificazione delle priorità della ricerca e dell’innovazione avviene in tre passaggi: anzitutto  la raccolta e l’analisi degli input provenienti dagli attori locali operanti in diversi settori, stimolata anche dalle priorità già definite a livello nazionale ed europeo; in secondo luogo la catalogazione degli input usando come driver gli step della catena del valore (e cioè: cosa serve alla produzione, cosa alla distribuzione, cosa al service e altro); infine, la definizione generica di priorità trasversali, per le quali possono essere sviluppati tecnologie abilitanti e metodi che sono poi declinati in sub-topic per specifiche applicazioni settoriali. Lo abbiamo visto nel caso dell’economia circolare, priorità suddivisa in un insieme di esigenze industriali e quindi di azioni da compiere. In questo caso le attività svolte sono state, nell’ordine, le seguenti: la condivisione della metodologia di lavoro e degli strumenti per la raccolta degli input da parte degli attori del territorio, con un insieme di workshop dall’ottobre 2019; la raccolta di tematiche prioritarie proposte da iniziative già esistenti anche in contesti molto diversi da quello lombardo; quella di tematiche specifiche da parte dei membri cluster e infine una consultazione pubblica di supporto all’intero processo con un gruppo allargato di stakeholders.

Giacomo Copani, cluster manager di Afil

Una delle innovazioni di Andreis è stata l’ideazione delle strategic community, comunità di esperti di imprese create attorno a particolari tematiche tecnologiche rilevanti per il manifatturiero avanzato,  in vista di una programmazione di medio e lungo termine. Definiscono le sfide per la manifattura e poi operano in ottica di filiera per realizzarle. «Perché il meccanismo funzioni correttamente – afferma Copani – bisogna fare in modo che grandi e piccole aziende collaborino, e questo accade più facilmente quando il tema è sfidante per tutti i partecipanti, e quando si pensa che questa o quella tecnologia dovrà essere disponibile per l’industria entro cinque anni per non essere sorpassati, per cui non c’è tempo da perdere». E perché grandi e piccole imprese cooperino nella definizione delle priorità, entrambe devono avere la stessa comprensione del contesto.  «Dev’essere molto chiaro quello che si chiede loro – continua Copani – in modo che posano impegnarsi in progetti collettivi, che riguardano tutti, lavorando in vista di obiettivi possibili. Insomma, le strategic community danno sostanza alla Roadmap e ne sono i principali autori».  In vista di una corretta ed efficace gestione, ogni community deve essere coordinata da referenti del mondo industriale e della ricerca, esperti nella materia trattata e capaci di indirizzare le discussioni e gli spunti sui più proficui canali di sviluppo.

Attualmente le strategic community sono in fase di costruzione e consolidamento a partire da gruppi di lavoro pre-esistenti nel Cluster. Ve ne è una sull’Economia Circolare, che si occupa di tecnologie innovative per la gestione dell’End-Of-Life di prodotti e materiali, in grado di abilitare la raccolta dei beni a fine vita e degli scarti di produzione per massimizzare il loro valore residuo grazie a opportune pratiche di riuso, re-manufacturing e riciclo. È un tema che abbiamo trattato nell’altro articolo, quello sull’impatto della Roadmap della Regione Lombardia per la ricerca e l’innovazione. Un’altra è sull’”Intelligenza Artificiale”e si occupa delle tecnologie di AI per l’innovazione dei processi e delle filiere manifatturiere. Una terza è sulla “produzione alimentare sicura e sostenibile”. È nata con lo scopo di trasferire tecnologie ed approcci manifatturieri innovativi nel settore della produzione alimentare. Una quarta si occupa di “additive manufacturing”. Le Strategic Communities nascono “dal basso”. Sono proposte direttamente dai Soci che indicano tematiche prioritarie sulle quali vogliono fare massa critica e lavorare all’interno dei canali del Cluster per beneficiare della facilitazione offerta da AFIL in termini di organizzazione dei gruppi di lavoro, supporto politico della Regione Lombardia, posizionamento internazionale e possibilità di incidere sulle politiche di ricerca e innovazione a più livelli. Pertanto, nuove Strategic Communities nasceranno nel tempo e le attuali potranno modificare il loro focus in funzione delle esigenze che cambiano.

Perché le aziende aderiscono ad Afil?

La metodologia di lavoro adottata da Afil

Le aziende partecipano per diversi motivi. Anzitutto per questioni di networking e partneship di filiera.  «Qui un’azienda può trovare potenziali clienti e fornitori – afferma Copani -: sono a portata di mano, per così, dire. Non c’è bisogno di girare il mondo per incontrarli, come fanno tanti imprenditori. E via-via, hanno aderito imprese sempre più qualificate, che sono anche loro alla ricerca di alleanze, perché oggi da soli non si va da nessuna parte. Insomma, qui possono trovare un ecosistema di innovazione molto qualificato».  In secondo luogo, per lo sviluppo di nuove competenze, con la condivisione di idee innovative e di progettualità. «Partecipando alle strategic community, agli eventi, ai seminari, alle visite aziendali – continua Copani – le imprese crescono culturalmente. In particolare, imparano a realizzare progetti, diventano più consapevoli in materia di finanziamenti, anche europei, e acquisiscono conoscenze di rilievo quanto a R&D».  Ancora, per il posizionamento nelle catene del valore europee e per l’internazionalizzazione.

«Noi – afferma ancora Copani – siamo parte di una rete continentale di cluster, realizziamo missioni all’estero, partnership con altre Regioni d’Europa in rapporto alla loro specializzazione industriale e altro. Inoltre, partecipiamo con Regione ad importanti iniziative Europee quali i “4 Motori di Europa” e la “Vanguard Initiative”. Da quest’anno, AFIL coordina anche l’”Advanced Manufacturing Hub Lombardia” del World Economic Forum».  Infine, la ragione più importante: la partecipazione alla definizione delle politiche industriali. «Se un’azienda aderisce ad Afil – termina -, porta le sue esigenze nelle strategic community, e c’è grande probabilità che vengano tradotte in occasioni di finanziamento utili a indirizzare priorità specifiche per l’industria lombarda, come già accaduto in numerose occasioni a livello regionale, nazionale ed europeo». Industria Italiana ha realizzato una guida alle opportunità che l’associazione offre ai manifatturieri lombardi, reperibile qui, dai bandi regionali ai progetti europei. Secondo Andreis, infine, «la Afil del futuro sarà un tassello fondamentale di un ecosistema attivo e proattivo di imprese, in grado di aiutarle nel loro percorso di trasformazione digitale. Sarà ancor più capace di aggregare le aziende attorno a progettualità cruciali per il futuro del tessuto industriale lombardo».














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