Economia circolare: la strategia di Abb per aggiornare i sistemi elettrici con kit di retrofit

di Marco de' Francesco ♦︎ Un caso importante di economia circolare con i paradigmi evoluti del demanufacturing e remanufactoring. I vecchi interruttori sono ritirati dal consorzio Interzero: vengono smontati, e i componenti di materiale omogeneo (rame, acciaio, alluminio) sono raggruppati e recuperati. I vantaggi per l’azienda-utente: interruttori elettronici e connessi in rete, estensione della vita utile del quadro elettrico. Il remanufacturing a Dalmine e il caso A2A Gencogas. Parla Alessandro Bottarelli

Economia circolare, contenimento delle emissioni e fidelizzazione delle aziende clienti. Sono gli obiettivi che Abb, multinazionale dell’energia e dell’automazione (guidata in Italia da Gianluca Lilli, Senior Vice President, Electrification Commercial Lead e Membro CdA Abb SpA) sta perseguendo con una articolata operazione di recupero e sostituzioni degli interruttori di bassa tensione obsoleti grazie a speciali kit di retrofit che si adattano alle dimensioni dei vecchi quadri elettrici.

I vecchi interruttori sono ritirati dal consorzio Interzero, azienda (oltre 700 milioni di fatturato e 2.300 dipendenti) del Gruppo tedesco Alba e con impianti in tutta Europa. Gli apparecchi non più performanti vengono smontati, e i componenti di materiale omogeneo (rame, acciaio, alluminio) sono raggruppati e recuperati per essere reimmessi sul mercato; solo una piccola parte finisce nel termovalorizzatore o ai siti di smaltimento.







Uno dei vantaggi per l’azienda-utente, è la sostituzione di apparecchi elettromeccanici con nuovi interruttori elettronici e connessi in rete, assai più performanti e dotati di nuove funzionalità. Inoltre, cambiando solo gli elementi critici obsoleti, e non l’intero sistema, la vita utile del quadro elettrico viene estesa in quanto esso resta operativo senza interruzioni. Infine, l’azienda cliente riceve un attestato contenente il bilancio ambientale dell’operazione di recupero riciclo, con vantaggi reputazionali. Sulla base dei recuperi effettuati si evince che il processo di riciclo è carbon positive, e cioè neutralizza più emissioni di gas serra rispetto a quelle generate. Di tutto ciò abbiamo parlato con il Global Sustainability Leader in Abb, Electrification Smart Power division, Alessandro Bottarelli, che abbiamo intervistato.

D: Quando è nato il programma di recupero?

Il Global Sustainability Leader in Abb, Electrification Smart Power division, Alessandro Bottarelli

R: In realtà è abbastanza recente: è nato nel gennaio 2021 con la partnership stretta con il Consorzio Interzero, azienda che lavora a livello europeo e che offre soluzioni circolari, per il riciclaggio, per la gestione dei rifiuti, e per altro. Ci affidiamo a Interzero anche perché occorrono particolari competenze e autorizzazioni, dal momento che si tratta di Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) professionali.

D: Come funziona, in generale?

R: Anzitutto, è stata creata una piattaforma web alla quale ci colleghiamo per chiedere a Interzero di andare a recuperare materiale dai clienti; questi, a loro volta, dispongono di un numero verde per parlare direttamente con il Consorzio. Il materiale raccolto viene indirizzato ad uno dei centri di recupero di Interzero, che peraltro può vantare standard molto importanti: l’80,2% del materiale conferito viene riciclato, il 19,5% finisce nel termovalorizzatore per produrre energia e solo lo 0,3% è destinato allo smaltimento.

D: Qual è il vostro ruolo e qual è quello di Interzero?

R: Da una parte noi ci assicuriamo che il prodotto a fine vita venga destinato al centro di recupero; dall’altra Interzero realizza un lifecycle assessment, il bilancio ambientale del processo: è grazie a questo che si può dimostrare, ad esempio, che c’è stato un beneficio complessivo in termini di emissioni di CO2; ed è grazie a questo che Abb e Interzero possono rilasciare un attestato green all’azienda cliente, dove è segnalato il recupero del rame e di altro metallo, e tanti altri benefici ambientali. L’impresa, con questo documento, ottiene inoltre un importante vantaggio reputazionale.

D: Tutto nasce con il kit di retrofit

Economia circolare, contenimento delle emissioni e fidelizzazione delle aziende clienti. Sono gli obiettivi che Abb sta perseguendo con una articolata operazione di recupero e sostituzioni degli interruttori di bassa tensione obsoleti grazie a speciali kit di retrofit che si adattano alle dimensioni dei vecchi quadri elettrici

R: I kit di retrofit consentono di aggiornare i sistemi elettrici esistenti, per estendere la vita utile degli asset critici, mantenere i tempi di attività, contenere i costi e ridurre le emissioni di CO2. Ad esempio, quando un quadro elettrico a bassa tensione è obsoleto, vetusto o non più performante secondo gli standard attuali, si può sostituirne il contenuto inserendo nel quadro un apparecchio tecnologicamente aggiornato. Tuttavia, la strumentazione attuale, grazie ai tanti progressi in questo campo, occupa un volume molto ridotto rispetto a quella di venti o trenta anni fa. Dunque, bisogna creare un adattatore dimensionale, una sorta di sovrastruttura con tanto di connettori di rame che consenta ai nuovi apparecchi di inserirsi utilmente nel quadro con volumi più vasti. Il kit nasce come elemento semplice, con un innesto “plug-in” che non richiede tempi lunghi per l‘installazione da parte del personale qualificato per fare questa operazione.

D: Questa operazione è sempre praticabile, per tutti gli interruttori obsoleti?

R: Ci sono dei casi in cui non è praticabile, ma sono molto rari. Di fatto con i nostri kit siamo in grado di sostituire circa il 95% dei prodotti Abb installati, inoltre per i prodotti delle serie più recenti, quelli costruiti negli ultimi 20 anni, offriamo anche il servizio di remanufacturing presso la nostra sede di Dalmine.

D: E allora cosa si fa in questi casi?

Un interruttore EMAX con il suo kit di retrofit

R: Si procede con il re-manufacturing. In pratica si smonta il pezzo, si sostituiscono tutte le parti usurate e si rimonta l’apparecchiatura. Se ne occupa direttamente Abb.

D: Quali sono i vantaggi più importanti che l’azienda utente consegue con l’inserimento di kit di retrofit?

R: Per l’azienda, è molto importante che il quadro elettrico, formato da tanti interruttori, resti in funzione. E così accade: non si sostituisce tutto il quadro, ma il singolo interruttore, inserendo il nuovo apparecchio con il kit di retrofit. Si tenga presente che la vita di un quadro è di 30 o 40 anni, circa il doppio di quella dell’interruttore.

D: Una volta estratto l’interruttore obsoleto, questo viene indirizzato nei centri di raccolta di Interzero. Ma in effetti che cosa si può recuperare?

R: Anzitutto i metalli; e il rame è quello che ha il valore più alto.  E poi il ferro, l’acciaio, e in alcuni casi l’alluminio. Quanto alla plastica, stiamo lavorando con una importante università del Nord Italia per trovare un modo di riutilizzarla come materia prima. Non è immediato, perché quella che utilizziamo per le nostre apparecchiature è ingegnerizzata con fibra di vetro e materiale termoindurente, e quindi attualmente a fine vita prende la strada della termovalorizzazione o viene utilizzata nel cemento o nell’asfalto come carica inerte.

D: Come avviene l’operazione?

Abb Dalmine Smart Lab

R: Nei centri del consorzio l’apparecchio viene disassemblato, dopodiché vengono separate le materie prime – che vengono inserite in contenitori indirizzati a ditte terze che si occupano del riciclo. In ferro, ad esempio, finisce nelle fornaci e diventa nuovamente materia prima.

D: Si dice che il bilancio annuale delle emissioni di questo processo sia “carbon neutral”: in pratica, la totalità delle emissioni antropogeniche di gas serra residue sarebbero compensate da una pari quantità di emissioni evitate o sequestrate nel contesto di un determinato orizzonte temporale.

R: No, è carbon positive: il processo, anche considerati i trasporti per i materiali da trattare, compensa più carbonio di quanto ne emetta. Se ad esempio, quel rame non fosse riciclato, occorrerebbe scavare per reperirne pari quantità, e ciò produrrebbe emissioni che così non si verificano.

D: Lei conosce il caso A2A Gencogas. Ce ne parla? Com’è andata? Quali risultati sono stati conseguiti?

Abb Dalmine Apparato Visual test (courtesy Abb)

R: L’azienda gestisce tra l’altro la centrale termoelettrica di Cassano d’Adda. Ci aveva chiamato per sostituire con il kit di retrofit 113 apparecchi di una certa importanza, da 1.600 ampere di potenza, risalenti a più di 30 anni fa. Il retrofit non è stato molto difficile da realizzare, perché i kit erano molto standardizzati. Ora la centrale dispone di nuove di nuovi interruttori che offrono funzionalità che permettono un utilizzo molto più intelligente dell’energia, e che offrono connettività, il collegamento con Abb Ability (un intero portafoglio di soluzioni digitali) e altri tool software. In pratica, grazie al retrofit una strumentazione elettromeccanica è diventata digitale; e ciò di per sé consente il risparmio di CO2. Peraltro, capita talvolta che le aziende clienti, benché il prodotto non sia giunto a fine vita, chiedano la sostituzione con il kit di retrofit.  Comunque quella di Cassano d’Adda è stata la prima esperienza in questo processo.

D: E adesso c’è richiesta da parte di altre aziende – clienti?

R: Sì, c’è richiesta e anche a livello europeo. Possiamo operare in diversi Paesi in questa attività, anche perché Interzero dispone di impianti negli stati più importanti del Vecchio Continente.

D: Il ritiro dei vecchi interruttori ha un costo per l’azienda cliente?

R: No, i costi relativi al ritiro e alla gestione del programma sono completamente a carico di Abb. D’altra parte, per noi questo processo è un grande vantaggio, perché ci consente di fidelizzare sempre più l’azienda cliente: se sostituisci gli interruttori, mantieni il rapporto con l’impresa. Vanno sottolineate due cose: anzitutto che i kit di retrofit sono tutti testati e validati, prima di essere applicati; e poi noi li si produceva anche prima. Infatti, un anno fa Abb Smart Power Service di Dalmine (Bergamo), ha annunciato infatti la produzione del suo decimillesimo kit di retrofit per quadri elettrici di bassa tensione dall’inizio della produzione nel 2014. Ciò che è cambiato è stato il nuovo passo green, grazie al rapporto con Interzero.














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