Automazione avanzata e digital supply chain al centro del Lighthouse Plant Abb di Dalmine

di Stefania Chines ♦︎ La Fabbrica Faro, nata anche grazie al grande lavoro fatto dal CFI, punta ad avere una filiera integrata e interconnessa. L’industrial smart working e gli obiettivi di sostenibilità. Ne ha parlato Fabio Golinelli - advanced processes and technologies manager della multinazionale svizzero svedese e direttore industriale dello stabilimento della bergamasca – durante il programma televisivo #Ripartitalia-Transizione 4.0 di Class Cnbc

ABB Dalmine Sheet stell preparation line
Abb Dalmine, Sheet stell preparation line (courtesy ABB)

«Abb mette al centro la digitalizzazione e lo fa attraverso Abb Ability, un portafoglio di soluzioni che comprende prodotti e sistemi abilitati da software, nonché software e servizi digitali. Sono le stesse soluzioni che vengono inserite anche all’interno dei nostri siti produttivi che diventano così dei dimostratori reali del funzionamento e dell’efficacia della nostra offerta al cliente». Parola di Fabio Golinelli, advanced processes and technologies manager di Abb, e direttore industriale dello Stabilimento di Dalmine, Lighthouse Plant del Cluster Fabbrica Intelligente insieme a Santa Palomba e Frosinone. Il manager è stato ospite del programma televisivo #Ripartitalia – Transizione 4.0 di Class Cnbc, il canale di Class Editori diretto da Andrea Cabrini lo scorso 7 dicembre.

All’incontro hanno partecipato quasi tutti i protagonisti del mondo dell’industria e delle tecnologie abilitanti. Come il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, Daniel De Vito, capo della segreteria tecnica del Mise, Elio Catania, senior advisor e consigliere per la politica industriale, Giuliano Busetto, presidente Anie, Alberto Dal Poz, presidente Federmeccanica, Marco Nocivelli, presidente Anima Confindustria Meccanica, Alfredo Mariotti, direttore generale Ucimu, Marco Taisch, presidente Made, Silvia Candiani, country general manager Microsoft Italia.







Il programma è stato l’occasione per esporre, davanti a un pubblico qualificato, lo stato dell’arte del Lighthouse Plant che, come ha ricordato Golinelli, è nato anche grazie al grande lavoro fatto dal Cluster Fabbrica Intelligente. Per Abb l’investimento nel Lighthouse Plant, a luglio 2020, era pari a 11,4 milioni di euro, e vede un contributo pubblico di 2,5 milioni: 2,3 dal Mise e 253mila euro dalle Regioni Lombardia e Lazio. Nei siti coinvolti si produce l’intera gamma di interruttori: rispettivamente, media, bassissima e bassa tensione.

La roadmap del Lighthouse Abb contempla la fabbrica virtuale; i flussi di processo autonomi; i robot collaborativi; la manutenzione predittiva; i componenti polimenrici e metallici; l’economia circolare; lo sviluppo del personale; la qualità zero-difetti; la salute, la sicurezza e l’ambiente smart e infine la digital supply chain. «All’interno del programma Lighthouse Plant noi affrontiamo la digital supply chain – prosegue Golinelli – Si tratta del traguardo più importante e ambizioso, che consiste nella completa integrazione della filiera. Nasce da qui il “Progetto Filiera 4.0”, a cui partecipano il Dih-Digital innovation hub Lombardia, l’Università e la Confindustria di Bergamo». L’obiettivo è poter migliorare il livello di efficienza grazie alla digitalizzazione e ad investimenti in automazione avanzata. Per competere una grande fabbrica deve essere digitalizzata e avere soprattutto una filiera di fornitori interconnessa e molto efficiente. «L’aspetto di formazione del personale è molto importante, perché i i fornitori non sempre hanno la forza per poter supportare iniziative di training. Pertanto siamo noi che andiamo presso di loro a formare il loro personale», precisa Golinelli.

 

Verso nuovi obiettivi «sostenibili»

Fabio Golinelli – advanced processes and technologies manager della multinazionale svizzero svedese e direttore industriale dello stabilimento di Dalmine

Il mondo dell’economia italiana sta viaggiando verso la digitalizzazione ma al tempo stesso è iniziato il trend della sostenibilità. Gli obiettivi sono necessari, sono sfidanti e anche vicini. Abb è molto attenta al tema dell‘economia circolare e della sostenibilità. È stata tra i primi in Italia a certificare i propri prodotti secondo gli standard del Lca-Life-Cycle Assessment. In un brevissimo futuro tutti i siti di Abb Italia avranno pannelli sui tetti. Ci saranno inoltre sistemi, prodotti internamente, collegati in cloud, per il monitoraggio dei consumi energetici. Possiede inoltre tutta una serie di prodotti e soluzioni per poter gestire i carichi nel modo più efficiente. «Oltre al fatto che produciamo e abbiamo presso tutte le nostre sedi le paline per la ricarica dei veicoli elettrici», precisa Golinelli.

In Abb l’industrial smart working è già una realtà. «Abbiamo imparato a gestire da remoto le nostre fabbriche sviluppando e accelerando l’implementazione di quelle soluzioni che permettono il monitoraggio e la diagnostica a distanza. Se il livello di automazione aumenta, lo smart working rende le persone più responsabili, più autonome, più autocontrollate. Tutto ciò contribuisce in modo importante allo sviluppo dello spirito imprenditoriale delle persone, che è uno degli obiettivi principali della strategia di sviluppo del le persone in Abb», conclude Golinelli.

 

La challenge di open innovation di Abb 

Oggi i modelli di innovazione non sono più quelli di una volta ed è dalle relazioni con soggetti diversi che nasce quella che si chiama la open innovation, un nuovo modello di innovazione. Sempre con il supporto del Cluster Fabbrica Intelligente, Abb ha lanciato, attraverso la piattaforma Open Innovation Regione Lombardia, una challenge. L’iniziativa, legata al programma LightHouse Plant, è parte integrante della strategia del Cluster Fabbrica Intelligente guidato da Luca Manuelli per coinvolgere maggiormente le aziende medie, piccole, in fase di crescita, al di fuori delle filiere dei Lhp, guidandole verso una partecipazione attiva nelle fabbriche intelligenti del settore manifatturiero italiano.

Con la sfida Metal Additive Manufacturing, l’impianto di Dalmine di Abb chiede soluzioni per implementare al meglio un nuovo sistema per la stampa 3D del metallo, in grado di garantire qualità e velocità di esecuzione. «Essendo una materia molto nuova siamo convinti che potranno arrivare idee brillanti dalle start-up o dalle pmi per risolvere la nostra esigenza», afferma Golinelli. Oggi le aziende vogliono attrarre i giovani perché sono coloro che devono portare le competenze digitali nuove. Nel contempo è in atto un grande processo di reskilling, di dare cioè nuove competenze a chi è abituato a lavorare in un altro modo in azienda. «Stiamo pensando a un’app che possa dispensare tante pillole formative sul mondo digitale e creare una specie di competizione per cui chi riesce a “bere” più pillole riceve più punti. Alla fine ci sarà la premiazione», racconta Golinelli.














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