Le strategie di Lutech tra acquisizioni, business continuity e tecnologia Dell

di Marco de' Francesco ♦︎ Un sistema basato su architetture iperconvergenti implementato dal system integrator, ora partecipato da One Equity Partners. Specializzazioni in cybersecurity, IoT, Big Data e vertical product

Come fa un’azienda a mettersi al riparo dai rischi più gravi per la business continuity – soprattutto quelli legati all’interruzione dei servizi It – che portano al blocco dell’attività di impresa? Esistono più soluzioni. Una delle più avanzate è quella basata su architetture iperconvergenti, come Vxrail di Dell Technologies, implementata in aziende clienti dal system integrator Lutech. Si tratta di sistemi che convogliano risorse di calcolo, di storage, di virtualizzazione e di networking in un’unica piattaforma che tende ad un modello di cloud privato, governabile da una sola interfaccia e fruibile in modo semplice. Tutte le funzionalità sono concentrate in un solo punto, il nodo, l’appliance che permette una scalabilità proporzionale alla crescita del business.

Sistemi come questo, oltre ad essere ridondati localmente, possono anche garantire una scrittura sincrona tra due data center; se infatti i servizi di un uno dei due non sono più disponibili, sono comunque accessibili sull’altro. Lutech, ora parte della società americana One Equity Partners, si occupa anche di altre soluzioni tecnologiche, come la cybersecurity; di servizi digitali come l’IoT o l’analisi dei big data e dei vertical product, realizzati in vista delle esigenze di settori particolari. La strategia di crescita si sta focalizzando soprattutto su questi ultimi. Ne abbiamo parlato con Gianluigi Citterio, head of presales technology & sinergy di Lutech Group, che abbiamo incontrato al “Dell Technologies Forum di Milano”.







 

Architetture iperconvergenti come Vxrail garantiscono la ridondanza, non solo a livello locale, ma anche a livello geografico tra due datacenter, e quindi la business continuity

L’approccio end-to-end di Lutech

Per business continuity si intende la capacità di un’azienda di continuare ad erogare servizi o applicazioni pur a seguito di un disastro o incidente. E ci sono settori dove l’interruzione del servizio It, evento in grado di paralizzare l’attività di un’azienda, non è neppure contemplabile, come ad esempio un’impresa che offre soluzioni per pagamenti digitali e transazioni interbancarie. Anche nel settore manifatturiero il rischio dell’interruzione dell’It è molto sentito. «Poniamo – ha affermato Citterio – che un’azienda abbia un singolo datacenter che governa il plant industriale; bisogna garantire che, a fronte di un fermo di quello, i servizi siano comunque disponibili». Secondo Citterio, Lutech dispone di più frecce nella propria faretra, potendo avvalersi di competenze trasversali che coprono più soluzioni tecnologiche in relazione alle esigenze It e di business del cliente.

Anzitutto, bisogna capire cosa sia l’iperconvergenza. È, in parole semplici, un’architettura software in cui confluiscono risorse di storage, di calcolo, di virtualizzazione e di networking consolidate in un’unica piattaforma, governata da una sola interfaccia semplice e intuitiva. «Ciò – ha chiarito Citterio – consente alle aziende di destinare il personale It ad attività più inerenti al core business dell’impresa e permette un indiscutibile risparmio sui costi operativi». I sistemi iperconvergenti utilizzano peraltro l’intelligenza del mondo software-defined, e pertanto sono in grado di accelerare l’esecuzione di attività di storage e di elaborazione dei dati. «Dalla stessa interfaccia le aziende possono inoltre gestire tutte le risorse: alcune avranno bisogno di più capacità, altre di più potenza elaborativa o sicurezza: tutto in base alle proprie necessità contingenti e ai propri carichi di lavoro», ha commentato Citterio.

 

La strategia di crescita di Lutech

Gianluigi Citterio, head of presales technology & sinergy di Lutech Group

Secondo Citterio in passato le imprese consideravano l’It come un’area di costo necessario per garantire l’operatività del business; nello scenario attuale è cambiato tutto: l’It, con la digital transformation, è oggi un fattore abilitante e parte integrante del business. Questo ha spinto i system integrator ad allargare l’ambito delle proprie competenze in linea con la richiesta del mercato. Proprio in quest’ottica il Gruppo Lutech propone un approccio di tipo end-to-end, per recepire con la propria struttura di advisory le necessità del cliente e di evolvere verso soluzioni tecnologiche e applicative personalizzate o sotto forma di prodotto ingegnerizzato per mercato verticale. Lutech, peraltro, punta molto sui vertical product. Perché, secondo Citterio, nel contesto di settori particolari, si tratta di soluzioni già ingegnerizzate e ripetibili, indubbiamente meno costose di quelle customizzate, e più pratiche, veloci, agili. Adatte ad un tessuto industriale dominato da filiere, cluster e distretti.

 

I tre filoni di attività di Lutech

Lutech in pillole

«Siamo system integrator – ha affermato Citterio – ma con competenze di pianificazione complessiva dei progetti dei nostri clienti. Garantiamo alle aziende la disponibilità dei servizi concordati e, in una logica multicloud, ci proponiamo come interlocutori unici per la gestione di servizi on premise, di cloud pubblico e privato». Secondo Citterio, l’attività di Lutech si declina in tre principali generi di soluzioni. «Anzitutto, quelle tecnologiche. Per esempio nel campo della cybersecurity, del networking, dei next generation datacenter, dello storage e, come abbiamo visto, dell’iperconvergenza». Poi, ci sono le digital solution, «che riguardano l’intelligenza artificiale, i big data, l’IoT, l’analytics e il machine learning, e che richiedono talora un certo livello di customizzazione. Infine, quelle legate ai vertical product, e cioè soluzioni strutturate appositamente pensando alle esigenze di questo o di quel settore industriale o produttivo». Ad esempio, quelle per il banking e per il finance, con una particolare piattaforma di factoring e credito al consumo, con compliance e regulatory reporting per gli operatori finanziari, con la gestione delle procedure fiscali per clienti italiani che hanno conti in banche estere e tanto altro. Come vedremo, l’azienda punta molto sui prodotti verticali.

 

Lutech in pillole

Lutech nasce nel 2001 dalla fusione di Gplv Partners e Lucchini Servizi, costola hi-tech del gruppo meccanico di Livorno. Ha sede a Cologno Monzese, nel Milanese. Dopo tre anni di vita, finisce sotto il controllo del gruppo Laserline, che si occupa di accessi pedonali, veicolari e Gdo; ma anche di videosorveglianza e di allarmi. Due anni fa, la società è stata acquisita dal gruppo americano One Equity Partners, il braccio di merchant banking di Jp Morgan Chase  che gestisce circa 10 miliardi di dollari di investimenti. Lutech ha realizzato revenue per 400 milioni di euro, nel 2018. È presente in 9 Paesi, con 2.500 professionisti e 90 partner. Ha 1.500 clienti. «Abbiamo un’anima italiana – ha affermato Citterio – ma un respiro internazionale». Tante le acquisizioni di Lutech negli ultimi tempi: per esempio, la software house Disc, o la società di business consulting Enigen, o ancora Mediana, società padovana di soluzioni per l’Energy.














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