Pmi capital, la piattaforma per gli esordienti sull’ Aim

di Marco Scotti ♦  L’ iniziativa di IR Top rende più accessibili tutte informazioni sui protagonisti dell’  ­Aim, listino dove tecnologia e industria sono protagoniste

Si chiama Pmi Capital. Non si tratta di un metodo rivoluzionario, ma piuttosto di un database che consente di conoscere a fondo chi sull’Aim c’è già e selezionare chi avrebbe intenzione di arrivarci, attraverso l’analisi dei parametri necessari per potersi quotare sul segmento di Borsa Italiana. In questo modo le società già listate possono aumentare la propria visibilità e la possibilità di raggiungere investitori. Tutto questo per un costo di 3.000 euro più iva per l’abbonamento annuale: una cifra tutto sommato adeguata per accedere alle informazioni contenute nella piattaforma.







 

PMI-logo

 

Pmi Capital è stata presentata alla Borsa di Milano, in un convegno organizzato da IR Top Consulting. Sulla piattaforma, che funziona come un motore di ricerca, si potrà trovare una serie di informazioni sui soggetti già presenti sul segmento della Borsa di Milano. In particolare, tra gli strumenti presenti si trovano:

AIM Multiples Analysis

Evidenzia i multipli attesi EV/EBITDA e P/E per il triennio 2017-2019 sulla base delle ricerche pubblicate negli ultimi 12 mesi, paragonandoli alla media del settore in cui è inserita l’azienda.

Key Report Aim

 che consente di ordinare e conoscere le società quotate attraverso 25 diversi parametri, tra cui liquidità.

Osservatorio Aim

Contiene le tematiche su temi significativi come governance, flottante, liquidità e investitori

Equity Research

Offre le analisi di 21 società sugli oltre 300 soggetti quotati. Inoltre, le aziende che vogliono quotarsi possono utilizzare la piattaforma per verificare la sussistenza dei requisiti di ammissione sull’Aim.

 

Anna Lambiase
Anna Lambiase, amministratore delegato di IR Top

Per una quotazione più facile e consapevole

Anna Lambiase, amministratore delegato di IR Top, ha spiegato il progetto, partendo dalle nuove misure prese dal governo. In particolare, nella bozza del Ddl Bilancio 2018 è contenuta una norma che consentirebbe di dedurre i costi di quotazione fino a 500.000 euro: «Alla luce delle azioni del Governo, si è creato un contesto favorevole allo sviluppo del mercato azionario delle Pmi che ha generato un’alta domanda di investimento da parte di fondi PIR e contestualmente una crescita dell’offerta di Pmi che potranno valutare la quotazione su Aim. Pmi Capital è la prima piattaforma digitale rivolta ad investitori per una scelta consapevole di investimento e a società private per valutare la fattibilità di IPO».

La spinta dei Pir a beneficio del mercato Aim

Il momento, d’altronde, sembrerebbe propizio, visto che i Pir (i Piani Individuali di Risparmio) in un solo anno dalla loro introduzione hanno portato a una raccolta di circa 10 miliardi, a fronte di previsioni che parlavano di 1,8 miliardi. «Sulla base delle nostre analisi – ha proseguito la Lambiase – la liquidità che continuerà ad essere generata dai Pir e il credito d’imposta sui costi di IPO, se approvato, potrebbe creare un potenziale di sviluppo del mercato Aim stimabile al 2020 in circa 300 società quotate per una capitalizzazione complessiva di 15 miliardi di euro. Riteniamo che questa nostra piattaforma possa essere di aiuto anche all’economia italiana che basa la propria crescita sulle Pmi e sulla loro capacità di diventare “le grandi imprese di domani” attraverso la quotazione in Borsa».

 

L’intervento di Anna Lambiase alla presentazione della piattaforma PMI CAPITAL

La piattaforma è figlia dell’esperienza dell’amministratore delegato di IR Top, che ha cercato un modo per coniugare tecnologia e finanza. In particolare, un progetto analogo è stato realizzato a San Francisco: attraverso un database si “spiegavano” ai potenziali investitori gli atout delle aziende, anche di quelle quotate e non soltanto delle startup ad alto tasso di innovazione. La piattaforma di Pmi Capital è flessibile e scalabile e può essere impiegata anche su altri mercati non regolamentati. «Si tratta – ha concluso Anna Lambiase – di uno strumento verticale sul mercato Aim che offre dati finanziari per compiere scelte di investimento consapevoli e informate».

Il segmento di Borsa Italiana ha fatto registrare performance estremamente interessanti dall’introduzione dei Pir : la liquidità è aumentata del 417%, il controvalore delle aziende quotate del 476%. Il numero di IPO è aumentato del 64% e la raccolta del 335%, portando la capitalizzazione complessiva a 5,3 miliardi, in crescita dell’83% rispetto allo scorso anno. Raffaele Russo, consigliere del Ministro dell’Economia, in sede di presentazione della piattaforma ha ricordato i provvedimenti già messi in campo dal governo – dai Pir ai minibond – per consentire alle imprese di raccogliere liquidità non soltanto attraverso banche e finanziarie, ma anche affacciandosi a un mercato più piccolo e più dinamico di quello tradizionale della Borsa milanese.

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Barbara Lunghi, capo dei Primary Markets di Borsa Italiana

L’ Aim vale di per sé, non solo come “lista d’attesa”

Secondo Barbara Lunghi, capo dei Primary Markets di Borsa Italiana, e manager di grande esperienza che ha seguito, tra le altre operazioni  anche il ritorno sul listino azionario di Pirelli  «Il mercato Aim si sta consolidando come quello di riferimento per le Pmi ad alto potenziale di crescita. Non dobbiamo fare un discorso dimensionale, ma piuttosto di creazione di valore». Da questo punto di vista, potrebbe verificarsi un cambio di prospettiva: finora, infatti, l’Aim è stato visto più come una “palestra” per le imprese, che lo impiegavano per imparare i segreti della Borsa, reperire liquidità e poi, una volta ottenuti i traguardi prefissati, tentare il grande salto verso il segmento principale. In Inghilterra, per esempio, le aziende tornano anche più volte sul mercato in cerca di liquidità, senza abbandonare l’Aim per cercare una quotazione sul LSE, ma mantenendosi in un segmento che è più agile e meno regolamentato.

 

Pmi capital
Un momento della presentazione della piattaforma PMI Capital

Mai come oggi, comunque, la voce più significativa deve essere quella delle imprese, di quelle Pmi che per anni hanno rappresentato il cuore pulsante del tessuto imprenditoriale italiano ma che sono state pesantemente fiaccate dai sette anni di crisi sistemica. In questo periodo di tempo, infatti, non c’è stata soltanto una profonda contrazione degli ordinativi, con tutte le conseguenze legate al calo di fatturato ma, soprattutto, si è arrestato il processo innovativo. E le aziende italiane, che un tempo erano pronte a destinare parte dei ricavi a ricerca e sviluppo si sono sostanzialmente sedute aspettando che la buriana passasse. Eppure, il sistema delle imprese, soprattutto di quelle piccole e molto piccole, ha delle grandi possibilità di ripresa, a patto di percorrere la strada dell’innovazione.

 

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Raffaele Jerusalmi, C.E.O. di Borsa Italiana S.p.A.
Le imprese che innovano sono in Aim

Un primo esempio è rappresentato da Softec, un’azienda attenta da anni al tema della digital transformation dei dati che ha portato la robotica nel settore dei servizi. Un’attività pionieristica che si è poi unita all’intelligenza artificiale e alle nuove frontiere dell’industria 4.0. Una esperienza, per Francesco Meani, CEO dell’azienda, importante sia dal punto di vista dell’innovazione, sia per quanto riguarda il rapporto con Aim. In particolare, Softec è riuscita a ritagliarsi un ruolo preminente negli Emirati Arabi, un mercato esigente ma anche estremamente “liquido”. Per quanto riguarda, poi, il segmento di Borsa Italiana, l’azienda si è quotata nel 2012. In particolare, i costi che sono stati sostenuti per l’IPO non hanno gravato in modo così pesante sui conti della società. Che entro il 30 novembre prossimo concluderà un nuovo round di finanziamento, sempre su Aim, attraverso un metodo innovativo che consentirà di reperire liquidità.

 

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Pepper, il primo social robot umanoide, distribuito in Italia e nel Middle East da Softec / YAS Digital Media

 

Altra azienda che ha tratto beneficio dal rapporto con Aim è la FOPE, un’azienda a gestione familiare che si è quotata lo scorso 30 novembre e che ha chiuso questi primi 12 mesi con un incremento della capitalizzazione del 110%. Negli scorsi anni la famiglia fondatrice ha deciso di affidarsi a un management esterno, che ha realizzato un piano industriale al 2020 che richiedeva risorse aggiuntive. Da qui la decisione di quotarsi sull’Aim, con un immediato ritorno in termini di visibilità e di capitale disponibile.

 

Fope, fase di lavorazione

Un’ultima notazione riguarda gli investitori istituzionali: Banca Mediolanum, attraverso la controllata Gestione Fondi SGR, ha investimenti per 72,8 milioni di euro in 43 società. Seguono EFG International, Arca e Azimut. Si tratta di soggetti “dalle spalle larghe” che hanno deciso di puntare su un segmento ad alto tasso di crescita, per massimizzare le possibilità di guadagno. Da questo punto di vista, la realizzazione della piattaforma Pmi Capital potrà essere un incentivo per altri soggetti istituzionali che vogliano affacciarsi al mercato più dinamico – e meno regolamentato – disponibile oggi in Italia.














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