In un incontro fra un gruppo di imprenditori ai vertici dell’Unione Industriale di Torino ed il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan sono state presentate le richieste dell’industria torinese. In primo luogo è emersa l’assoluta necessità che la mano pubblica faccia la sua parte dal punto di vista degli investimenti in infrastrutture. Grande rilievo è stato attribuito al tema dell’attrazione degli investimenti dall’estero sui quali gioca un ruolo fondamentale il peso della fiscalità, come dimostra la politica messa in atto dagli Usa. Meno fisco significa più insediamenti produttivi mentre accade l’esatto contrario; le aziende, gravate da un eccessivo peso fiscale, emigrano attratte da condizioni di maggior favore.
L’intervento pubblico
Non si può immaginare una crescita consistente e duratura in assenza di un intervento pubblico importante. A Torino le attese contemplano in primo luogo la TAV, la Città della Salute, la Metro 2, il potenziamento della rete autostradale locale. Senza l’avvio di questi progetti immaginare il riscatto di Torino diviene un azzardo. E’ stato tuttavia dato atto al Ministro di un cambio di passo nei confronti dell’impresa con provvedimenti significativi, in particolare sugli investimenti ma- è stato detto – che serve continuità per arrivare ad avere un vero programma di politica industriale.
Il fisco
Le imprese vogliono potersi concentrare sul loro mestiere e non essere asfissiate da scadenze ed adempimenti continui. Emblematica la vicenda dello “spesometro” che ha raggiunto livelli paradossali tra continui cambiamenti di contenuti e scadenze. La vera semplificazione fiscale è un obiettivo importante e condiviso anche se, sino ad ora, poco o nulla è stato fatto. Peraltro, Confindustria ha diversi tavoli di confronto aperti con l’Agenzia delle Entrate; il clima dei rapporti è mutato in positivo e quindi si auspica che già, a breve, sia possibile maturare importanti risultati.
