Piano Calenda su Industry 4.0 : si ripeterà la vicenda degli 80 euro?

di Laura Magna ♦ La mancanza di chiarezza in alcuni aspetti delle misure del governo di Matteo Renzi potrebbe forse compromettere il pieno dispiegamento degli effetti voluti. Tra i punti critici, il concetto di interconnessione dei beni strumentali

Il piano del governo su Industria 4.0? Tutti lo hanno applaudito ma ora, nella sua attuazione, potrebbe rischiare di non raggiungere del tutto i suoi obiettivi e, anzi, di mettere in difficoltà alcune aziende. E il punto critico si trova proprio nella messa in pratica delle misure dell’iper e super ammortamento intorno al quale è costruito e che prevedono sgravi fiscali importanti (13 miliardi di euro) per le aziende che si doteranno di macchine utili ad accelerare l’automazione in chiave digitale.

«Le modalità e i parametri su cui basarsi per essere certi che il bene soddisfi in pieno i requisiti per poter chiedere le agevolazioni fiscali non sono chiari », dice a Industria Italiana Alessandro Ferrari, business developer dell’attività Industria 4.0 in Bureau Veritas. Esiste, insomma, la possibilità che all’imprenditore che sbaglia possa poi essere richiesta la restituzione dello sgravio, come d’altronde già accaduto con gli 80 euro di Matteo Renzi. Ovviamente i consulenti di Bureau Veritas non si spingono a sostenere una tesi così esplicita, perché nella natura del loro lavoro c’è l’essere super partes, ma noi, da giornalisti, facciamo una deduzione che non ci sembra peregrina e della quale ci assumiamo la piena responsabilità. Evidenziare l’esistenza di un rischio, ovviamente, non toglie che le misure del Piano Calenda rappresentino, nel loro complesso, un significativo passo avanti. «Sono previsti accertamenti – prosegue Ferrari, che aggiunge: ovviamente non so se questi saranno poi fatti e quanto saranno puntuali e incisivi ».







Carlo Calenda, ministro allo Sviluppo
Carlo Calenda, ministro allo Sviluppo Economico

I punti oscuri della legge di bilancio

Insomma, il piano di Carlo Calenda e del governo di Matteo Renzi è giunto al suo momento della verità: la presenza di punti oscuri nelle disposizioni rischia di menomare tutte le buone intenzioni del Ministro allo Sviluppo Economico e diminuire le possibilità che dal piano derivi una reale spinta alla trasformazione . E non possiamo permettercelo. Nell’occhio del ciclone ci sono gli allegati A e B della legge di bilancio 2017 che prevedono «una lista di macchine e i requisiti obbligatori che queste macchine devono avere per poter richiedere l’iper ammortamento – continua Ferrari -. Il punto è che vengono utilizzate definizioni che possono essere fonti di equivoci e gli stessi requisiti aggiuntivi contenuti nell’allegato sono soggetti a cambiamenti ».

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«Gli allegati A e B della legge di bilancio 2017  prevedono  una lista di macchine e i requisiti obbligatori che queste macchine devono avere per poter richiedere l’iper ammortamento. Il punto è che vengono utilizzate definizioni che possono essere fonte di equivoci e gli stessi requisiti aggiuntivi contenuti nell’allegato sono soggetti a cambiamenti ».

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Le difficoltà della certificazione

E’ quando arriva la necessità dell’ attestazione di conformità che si evidenziano i maggiori problemi: il piano Industria 4.0 prevede che, per i beni dal valore superiore ai 500 mila euro questa venga rilasciata da un ente accreditato. Bureau Veritas se ne interessa proprio a questo riguardo: essendo un ente di certificazione, eroga test e ispezioni come servizi a supporto delle aziende che stanno già investendo o intendono investire in tecnologie digitali in ottica Industry 4.0. Che si tratti di parere e un punto di vista più che qualificato non c’è alcun dubbio: è una multinazionale che opera in 140 Paesi nel mondo, ha 69 mila dipendenti, è quotata alla Borsa di Parigi e ha un fatturato di 4,55 miliardi di euro. In Italia impiega 602 persone in 18 sedi e muove un giro di affari di 88,8 milioni di euro.

Piano nazionale Industria 4.0

Ma entriamo nel merito. Vediamo qual è il rischio insito nella formulazione della legge e dei suoi allegati.  «Il Piano Nazionale Industria 4.0, oltre a riportare la politica di sviluppo industriale al centro dell’agenda del governo, ha posto le basi per poter cogliere la sfida della quarta rivoluzione industriale – dice Ferrari -. Il cuore del piano è costituito dalle misure in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e la competitività. Lo strumento più interessante e più efficace è sicuramente quello relativo all’iper e super ammortamento relativo all’acquisto di beni strumentali e immateriali (software e sistemi IT), riportati negli allegati A e B della Legge di Bilancio 2017, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle aziende in ottica Industria 4.0 ».

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«Il più controverso di questi aspetti riguarda come il bene strumentale è interconnesso e integrato al sistema azienda. La certificazione non riguarda il solo bene tout court, ma anche come questo comunica e interagisce con tutto ciò che gli sta intorno. E questo è un aspetto centrale, che rappresenta la vera innovazione e il primo passo verso il mondo dell’ IoT (Internet Of Things) »

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Ed è qui che troviamo un importante collo di bottiglia,  «certificare un bene strumentale o immateriale secondo quanto previsto presenta aspetti non banali e su cui è importante fare attenzione – spiega Ferrari – Il più controverso di questi aspetti riguarda come il bene strumentale è interconnesso e integrato al sistema azienda. La certificazione non riguarda il solo bene tout court, ma anche come questo comunica e interagisce con tutto ciò che gli sta intorno. E questo è un aspetto centrale, che rappresenta la vera innovazione e il primo passo verso il mondo dell’ IoT (Internet Of Things) ».

Lo schema di IotTsp
Lo schema di IotTsp

Quale interconnessione ha diritto agli sgravi?

Le informazioni al riguardo sono poche e non così dettagliate e gli interessi in campo molteplici e spesso contrapposti.  « Da un lato i costruttori di macchine premono sull’acceleratore perché vogliono sfruttare il potenziale aumento di domanda dei beni strumentali. Dall’altro lato gli utilizzatori finali sono frenati perché non sanno bene come interpretare alcune diciture, per esempio appunto, questa relativa all’interconnessione. – dice Ferrari – Ad oggi siamo ai primi passi, ma per poter sfruttare a pieno i benefici del poderoso piano da 13 miliardi, bisogna accelerare, sgombrando il campo da eventuali ostacoli. E il punto di partenza sono indicazioni chiare per tutti gli operatori della filiera di Industry 4.0 ».

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«Ad oggi siamo ai primi passi, ma per poter sfruttare a pieno i benefici del poderoso piano da 13 miliardi, bisogna accelerare, sgombrando il campo da eventuali ostacoli. E il punto di partenza sono indicazioni chiare per tutti gli operatori della filiera di Industry 4.0 ».

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Secondo Bureau Veritas esiste il rischio che questa importante opportunità di ridurre il gap tecnologico con altri paesi,  primo fra tutti  la Germania, non venga sfruttata nel suo pieno potenziale. La necessità primaria è avere maggiori dettagli operativi. « In questo momento stiamo facendo un controllo di adeguatezza rispetto all’Allegato A che specifica il tipo di macchine che rientrano nell’iper e nel super ammortamento. Ma anche questo aspetto è soggetto a interpretazione, soprattutto sulla parte in cui si parla di interconnessione e integrazione.»

« Al riguardo il Mise ha emesso un primo chiarimento , non ancora esaustivo e che ha lasciato ancora dei dubbi interpretativi. A breve dovrebbero arrivare altri chiarimenti ufficiali da parte del Ministero ma è bene che si inizi a discutere con le aziende, i produttori e le associazioni di categoria, in modo da condividere una linea comune di pensiero e di impostazione in merito ai concetti base su cui si fonda il piano nazionale di Industria 4.0. Da parte nostra – continua Ferrari – abbiamo iniziato a illustrare come vogliamo procedere e come intendiamo risolvere gli aspetti più critici , tipo l’interconnessione e integrazione di una macchina ad un sistema di gestione della produzione, e abbiamo svolto degli incontri presso i costruttori, gli utilizzatori finali e le varie organizzazioni territoriali di Confindustria. Abbiamo previsto anche dei convegni per illustrare quello che possiamo fare in termini di servizi per gli aspetti che riguardano Industry 4.0 ».

Alessandro Ferrari, business developer dell’attività Industria 4.0 in Bureau Veritas

Macchine border line

Queste iniziative sono necessarie perché scaturiscono dall’esperienza pratica svolta finora sul campo da Bureau Veritas. Nel corso del processo di certificazione, che inizia con una prima valutazione della tipologia del bene strumentale, il certificatore si è già trovato alle prese con casi  « di macchine border line, dove è difficile capire se appartengano alla lista dei beni che possono usufruire dell’iper ammortamento oppure no – racconta Ferrari -. Uno degli altri aspetti da verificare riguarda i requisiti obbligatori che queste macchine devono avere. Ci sono quelli scontati: il fatto di essere dotate di sistemi di sicurezza; di possedere interfacce HMI di tipo user friendly; di essere dotati di PLC o di sistemi di tipo CNC, ma i requisiti più difficili da essere soddisfatti sono quelli relativi all’interconnessione e all’integrazione con il sistema di gestione della produzione o della fornitura ».

Robotica in fabbrica
Robotica in fabbrica

Verificare se il sistema sa dialogare

Parallelamente alla valutazione iniziale, volta a rilevare se i requisiti minimi richiesti del macchinario sono soddisfatti,  «inizia un assessment nell’azienda dove sarà installato il bene strumentale al fine di verificare quali siano i sistemi di gestione e quanto sia il loro grado di integrazione con la macchina che verrà in seguito installata. Con la prima valutazione della macchina – spiega Ferrari – si può attestare che il bene sia predisposto per soddisfare anche i requisiti di interconnessione e integrazione ma ciò non è sufficiente perché bisogna vedere se è in grado di dialogare con i sistemi presenti nell’azienda dove il bene sarà installato ».

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«Con la prima valutazione della macchina  si può attestare che il bene sia predisposto per soddisfare anche i requisiti di interconnessione e integrazione ma ciò non è sufficiente perché bisogna vedere se è in grado di dialogare con i sistemi presenti nell’azienda dove il bene sarà installato ».

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Una macchina utensile, un centro di lavoro, una macchina per la lavorazione dei materiali o qualsiasi bene strumentale indicato nell’Allegato A utilizza un proprio linguaggio per comunicare i dati relativi allo stato di funzionamento o i dati quantitativi e qualitativi relativi ai pezzi lavorati.  « Questo linguaggio non è unico, nel senso che ci sono diversi standard che tra di loro non riescono a comunicare – precisa Ferrari – Ovviamente fino a quando le macchine lavorano in modo autonomo non è un problema, ma nella logica di Industry 4.0 le macchine presenti in un’azienda devono comunicare tra loro, anche se sono di costruttori diversi e quindi utilizzano standard differenti. »

« Non solo, ha senso parlare di digitalizzazione dei processi produttivi e della loro integrazione se si instaura una comunicazione tra il livello macchine e i sistemi di gestione aziendale quali ERP, MES o PLM. Anche in questo caso è necessario che ci sia una sorta di traduttore tra il linguaggio delle macchine e i sistemi di gestione. Sono proprio questi aspetti su cui l’azienda che sta investendo in tecnologie Industry 4.0 deve essere supportata ».

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Sistema di visione e ispezione

Se il controllo sulla capacità dei sistemi presenti di comunicare con lo standard e il formato messo a disposizione dal bene strumentale che dovrà comunicare con essi è l’aspetto più critico, c è anche un ‘ultima caratteristica da verificare, vale a dire   «che i dati trasmessi dalla macchina siano resi disponibili all’azienda per ulteriori elaborazioni – conclude Ferrari – Senza entrare nel merito di discorsi quali il data driven innovation, che meriterebbe un apposito approfondimento, ai fini della certificazione per l’ottenimento dell’iper ammortamento, si ritiene sufficiente verificare che i dati acquisiti siano resi disponibili, tramite i sistemi gestionali dell’azienda, per una loro lettura e valutazione.»

«Dalla valutazione dei dati è fondamentale che si possano ricevere informazioni in merito allo stato di condizione della macchina, sui parametri qualitativi e quantitativi della produzione, sui consumi. Ottimale sarebbe poi ci fosse la possibilità di potere avere scambi di informazioni anche su logistica e acquisti, aspetto che ad oggi non risulta ancora così scontato ».














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