Zongoli (Senec Italia): «Lo stop alla cessione del credito in futuro arresta quello che è stato il vero motore del Superbonus»

Per l'amministratore delegato si rischia di rallentare anche le altre detrazioni fiscali in atto, così necessarie per favorire gli interventi di efficientamento energetico e di transizione alle rinnovabili

Vito Zongoli, ad di Senec Italia

Vito Zongoli, ad di Senec Italia, ha commentato lo stop alla cessione del credito. «Questo decreto rappresenta contemporaneamente una bella e una cattiva notizia per tutto il comparto dell’edilizia e impiantistica, incluso il fotovoltaico. Da un lato, eliminando la responsabilità in solido per i cessionari del credito d’imposta, in presenza di un dato set documentale, contribuirà a sbloccare una situazione che era rimasta ferma per troppo tempo, mettendo a rischio centinaia e migliaia di imprese. Dall’altro, lo stop alla cessione del credito in futuro arresta quello che è stato il vero motore del Superbonus e cioè non la detrazione in sé, ma appunto il meccanismo che consente lo sconto in fattura. In questo modo si rischia di rallentare non solo il Superbonus, una misura incentivante che il nuovo Governo ha ritenuto opportuno riconfermare, ma anche le altre detrazioni fiscali in atto, così necessarie per favorire gli interventi di efficientamento energetico e di transizione alle rinnovabili. A questo va aggiunto il fatto che, se è pur vero che in teoria lo stop riguarda solo gli interventi futuri, in pratica esso andrà a impattare anche su tutti quei lavori già contrattualizzati ma che, alla luce della nuova legge, non risultano in essere perché non ancora fatturati o non corredati da titolo abilitativo». Continua Zongoli: «In generale, sono auspicabili misure meno drastiche, capaci di modificare in modo graduale le situazioni esistenti e di contemplare in modo efficace tutte le situazioni intermedie, in modo da consentire un andamento più regolare al nostro settore che è in balia di continui alti e bassi e stop and go».














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