VeniSia: sono 30 le start-up selezionate per sviluppare soluzioni sostenibili

L’iniziativa è sostenuta da Joule (Eni), Enel, Atlantia, Cisco, Snam, De’ Longhi Group e Goppion Caffè

Carlo Bagnoli, direttore scientifico VeniSia

Sono 30 le start-up italiane e internazionali selezionate per il secondo programma di co-innovation lanciato da VeniSia (Venice Sustainability innovation accelerator), l’ecosistema di innovazione sostenibile di Università Ca’ Foscari Venezia. Le start-up, valutate su quasi 4mila candidature, provengono da 10 paesi: Italia, Canada, Stati Uniti, Israele, Kenya, Germania, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi e Danimarca. Le start-up selezionate inizieranno ora il percorso di co-innovation insieme alle aziende partner, con l’obiettivo di offrire idee e soluzioni tecnologiche innovative per la sostenibilità ambientale e, in particolare, per fare di Venezia un polo di attrazione per giovani talenti provenienti da tutto il mondo. L’iniziativa è sostenuta dal main partner Eni, attraverso Joule, la sua scuola d’impresa, da Enel in qualità di premium partner, da Atlantia, Cisco e Snam come core partner, e da De’ Longhi Group e Goppion Caffè come tech partner.

«Migliaia di candidature provenienti da tutti i continenti sono il segnale del successo di un’iniziativa che cresce di anno in anno e che riporta Venezia al centro dell’interesse internazionale sui temi del climate change e del raggiungimento degli Sdg delle Nazioni Unite» commenta il professor Carlo Bagnoli, direttore scientifico di VeniSia. «Ma oltre alla quantità c’è la qualità delle idee e delle tecnologie proposte, progetti che grazie a VeniSia e alle imprese partner potranno attivare il loro potenziale di mercato. Venezia diventa polo attrattivo di una nuova forma di residenzialità, dove giovani talenti e innovatori si mettono al lavoro su soluzioni che puntano a risolvere i problemi globali più urgenti».







Sono sette le challenge su cui le start-up candidate sono state chiamate a misurarsi. La prima è relativa alla low-carbon mobility, la seconda ai materiali innovativi e sostenibili, quindi alle soluzioni per aumentare l’engagement degli stakeholder e la social acceptance di impianti di energie rinnovabili. Quarta sfida sulle applicazioni di data analytics per l’analisi e il monitoraggio di parametri climatici, mentre la quinta è relativa alle supply chain sostenibili. Infine, il tema dell’economia circolare e del waste management, e quello delle smart cities e communities. Tra le start-up selezionate c’è l’americana Jupiter, che ha creato una piattaforma che fornisce dati e servizi di analisi per prevedere e gestire meglio i rischi legati all’innalzamento del livello del mare, all’intensificazione delle tempeste e all’aumento delle temperature causati dai cambiamenti climatici a medio e lungo termine. La startup tedesca Beworm ha sviluppato un processo di riciclaggio che decompone i rifiuti di plastica in preziose materie prime. Il processo utilizza dei batteri per attaccare il polietilene, il materiale plastico più utilizzato al mondo. Gli enzimi prodotti da questi batteri possono scindere la plastica in sostanze chimiche di base utili per la produzione di nuove (bio)plastiche o altri prodotti petrolchimici. La start-up Levante, fondata a Milano da una coppia italo-norvegese, ha creato un pannello fotovoltaico portatile a forma di origami, a doppia faccia e ripiegabile, interamente progettato in Italia con fibra di carbonio riciclata. La start-up Pyro-Degrade Energy, fondata nel 2019 a Nairobi in Kenya, produce un carburante simile al diesel ma più ecosostenibile a partire dai rifiuti plastici. Il pyro-diesel è un sostituto ecologico del diesel: è quasi privo di zolfo e ha una bassa impronta di carbonio. L’impianto, che può essere inserito in un container standard, è progettato per essere autosufficiente, in grado di funzionare in modo autonomo grazie al carburante che produce. La start-up tedesca Solmove costruisce “smart solar roads”, strade intelligenti in grado di fornire alle auto elettriche energia pulita e informazioni. I loro moduli solari flessibili possono produrre grandi quantità di energia pulita su superfici orizzontali, risparmiare il 100% di Co2 e consentire la mobilità elettrica grazie alla tecnologia di ricarica induttiva. Infine Aquaseek, che nasce nel 2019 come spin-off del Politecnico di Torino e dell’Università di Princeton, ha brevettato una tecnologia rivoluzionaria che utilizza l’atmosfera come fonte di acqua pura. L’innovativo generatore di acqua atmosferica raccoglie l’acqua dall’aria con il calore a bassa temperatura, sfruttando un ciclo termodinamico e un biopolimero per raccogliere acqua pura e renderla disponibile per l’uso umano.

Nei prossimi mesi i team delle start-up selezionate potranno trasferirsi in città dando vita a una comunità internazionale che farà di Venezia stessa un acceleratore. Questi “innovatori residenti” lavoreranno insieme ai partner di VeniSia sull’accelerazione di idee e soluzioni, venendo inoltre agevolati nelle spese di vitto e alloggio e coinvolti in progetti pilota e attività di community building. Per le sole start-up finaliste, scelte all’inizio del 2023, è previsto un premio di 20mila euro.














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