In Italia il comparto dell’automotive è un pilastro fondamentale per l’economia dell’intero Paese: vale il 6% del Pil, con una filiera articolata e complessa composta da alcuni grandi produttori e da oltre 2.000 componentisti, che occupano 160mila dipendenti. Il fatturato di questi ultimi vale 45,8 miliardi. Quello degli Oem poco meno, per cui siamo sui 95-100 miliardi di valore per un settore che rappresenta un architrave del manifatturiero italiano.
«Sull’auto è nata l’industria italiana e dall’auto noi vogliamo ricominciare a delineare una chiara politica industriale del Paese», commenta il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in un’intervista rilasciata a ’ilSussidiario.net’.
E una politica industriale focalizzata sull’automotive non può prescindere da Stellantis e dalla tante fabbriche che il Gruppo detiene nel Bel Paese «Nascerà il tavolo Stellantis insieme ai sindacati, alle regioni interessate, all’associazione che rappresenta lo straordinario indotto dell’automobile, che è un orgoglio del made in Italy nel mondo».
Entro la fine del corrente anno, è prevista la convocazione di un incontro tra Stellantis e le autorità italiane, con il focus sull’industria automobilistica nazionale. L’obiettivo consiste nell’elaborare un piano entro il 2023 volto a stimolare la crescita del settore. Si tratterà di un «accordo tra il governo, le parti sociali e produttive con la grande multinazionale, che è una delle più grandi al mondo, per un piano di sviluppo al 2030 affinché possa definirsi una vera politica industriale per il nostro Paese».