Miur, Manfredi: «Ci vuole un grande investimento sull’offerta formativa»

Il Ministro dell’Università e della Ricerca scientifica insiste sull'importanza di fondi e, soprattutto, di programmazione, perché «La formazione, la scuola, l’istruzione sono patrimonio del Paese»

Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica.

In occasione della Giornata Evento organizzata dall’Osservatorio Economico e Sociale “Riparte l’Italia”, il ministro del Miur Gaetano Manfredi ha fatto un intervento sottolineando l’importanza della ricerca e della formazione per il futuro del paese, sottolineando la necessità di investimenti e di programmazione.

«Le matricole aumentano in tutta Italia e questo è un risultato politico straordinario. Questo è un chiaro segnale che le famiglie, i ragazzi credono nello studio, ma l’offerta che oggi siamo in grado di dare loro non è sempre all’altezza delle attese», ha dichiarato Manfredi. «Dobbiamo parlare della scuola e dell’università insieme. Debbono essere integrati in una visione comune. Abbiamo bisogno di programmazione: avere soldi è fondamentale ma non basta, abbiamo bisogno di programmazione di un progetto non possiamo cambiare idea ogni anno su quello che vogliamo fare. La formazione, la scuola, l’istruzione sono patrimonio del Paese. Il futuro del nostro Paese è legato a quello.
Durante questo lockdown quello che è emerso di positivo, in primo luogo, è stata la grande tenacia, la grande resilienza del sistema universitario perché ha avuto la capacità di poter passare a una formazione a distanza che è stata molto efficace. Nei limiti di una formazione a distanza di tipo emergenziale abbiamo avuto un numero di laureati e di esami superati, proprio nel periodo del lockdown, uguale o addirittura superiore a quelli che avevamo avuto nell’anno precedente, segno che c’è stata una vitalità del sistema, si è continuato a far lezione, i ragazzi hanno studiato, si sono impegnati, hanno raggiunto dei risultati. Noi dobbiamo investire in diritto allo studio. Non è possibile che abbiamo, in Italia, le tasse più alte d’Europa, tolti i paesi anglosassoni che hanno uno sistema di finanziamento diverso, il più baso numero di giovani che prendono la borsa di studio e il più basso numero di alloggi per gli studenti. Ci vuole grande investimento su diritto allo studio perché altrimenti le persone all’università non ci possono andare. E ci vuole un grande investimento sull’offerta formativa perché noi abbiamo il rapporto docente studente più alto d’Europa, il doppio mediamente dell’Europa, quindi significa che abbiamo bisogno di più docenti, più strutture e un’offerta più ampia.
Se perdiamo questa occasione di investire nella formazione a tutti i livelli e nella ricerca difficilmente riusciremo a dare un futuro all’Italia», ha concluso il Ministro, «la grande sfida industriale del nostro Paese si basa sulla ricerca e l’innovazione. Noi sui grandi temi sfidanti di oggi, dall’energia all’intelligenza artificiale, dall’idrogeno al cibo, dobbiamo essere protagonisti a livello globale. Oggi la sovranità politica è anche la sovranità tecnologica e se non sviluppiamo le nostre tecnologie, non portiamo avanti la nostra impresa, non avremo un ruolo nella nuova globalizzazione del futuro. Questa è una sfida che va molto al di là dell’università e della ricerca, è una sfida della politica del Paese e mi auguro che finalmente si sia preso coscienza da parte di tutti, e devo dire che il Governo su questo è molto impegnato, che è la sfida vera del nostro Paese».




















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