AAA innovazione green cercasi! Per le pmi lombarde bando da 1,7 milioni! Made facilitatore

di Laura Magna ♦︎ Promosso da Unioncamere, il bando consacra la convergenza della transizione digitale ed ecologica. Il competence center Made accompagnerà le imprese verso la domanda e il testing presso la Teaching & Learning factory. Potrà anche fare formazione, scrivere gli economics e i parametri del business plan. Focus su eco-sostenibilità, efficientamento energetico, cybersecurity, business continuity. SI4.0 – Soluzioni innovative 4.0 scade il 28 ottobre 2022. Ne parliamo con Marco Taisch

Un bando dedicato alle pmi lombarde che abbiano progetti di innovazione green. È un’occasione messa a disposizione da Unioncamere Lombardia, che ha individuato un partner chiave in Made, il centro di competenze di Milano. Made avrà il ruolo, fondamentale, di accompagnare le imprese nella presentazione della domanda, affinando il progetto proposto con formazione e test sul campo nella teaching factory dell’Università.

Made è partecipato dal Politecnico di Milano e da 43 big corp nelle tecnologie abilitanti digitalizzazione (e sostenibilità) come Siemens, Sap, Rockwell Automation, Brembo, Italtel, Kuka, Bosch, Ibm. Ne abbiamo parlato con il direttore del centro Marco Taisch, che sottolinea il valore dell’abbinamento tra sostenibilità e digitalizzazione in un bando pubblico. Che si tratti di due aspetti della stessa medaglia, ovvero che fare progetti green è impossibile senza rendere le produzioni digitali, è fatto noto per chi si occupa di Industria 4.0. ma che sia un ente pubblico a metterlo nero su bianco in un bando è una consacrazione.







 

Il bando rivolto ai progetti green delle pmi lombarde: caratteristiche tecniche e modalità di partecipazione

Marco Taisch, presidente del Made e professore al Politecnico di Milano

Il bando si chiama SI4.0 – Soluzioni innovative 4.0 ed è aperto fino al 28 ottobre a tutte le pmi del territorio lombardo, a esclusione delle imprese agricole. Le domande di partecipazione sono aperte e devono essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica, con firma digitale, tramite il sito fino alle ore 12.00 del 28 ottobre 2022. L’obiettivo è finanziare, con uno stanziamento complessivo di 1,7 milioni di euro, la prototipazione e la messa a punto fino alla commercializzazione di applicazioni, prodotti e servizi innovativi 4.0, che abbiano un focus specifico sulla sostenibilità. In dettaglio il bando premia «progetti che apportino effetti positivi in termini di eco-sostenibilità ed efficientamento energetico realizzato dai servizi/prodotti proposti» o «rivolti al miglioramento della cybersecurity e business continuity nelle aziende».

 

Il ruolo di Made: l’accompagnamento verso la domanda e la validazione sul campo delle idee

Interno Made 4.0

Le imprese che si candideranno saranno accompagnate da Made, il Competence Center Industria 4.0 nella formulazione della domanda. In che modo? «Il nostro ruolo non è quello di compilare la domanda – dice a Industria Italiana Marco Taisch, professore della School of Management del Politecnico di Milano e direttore del Competence Center milanese – ma soprattutto quello di consentire alle imprese di validare le proprie idee e testare i progetti sul campo. Nella nostra fabbrica: un ambiente protetto nato per dare vita a prototipi e migliorarli».

L’ambiente protetto a cui Taisch si riferisce è la Teaching & Learning factory, la struttura di 2500 mq nel Polimi che è il fiore all’occhiello del Made. La fabbrica ospita 20 dimostratori in sei aree tecnologiche: ovvero l’area virtual design e allo sviluppo del prodotto; l’area del gemello digitale e del virtual commissioning, con tutti i temi della lean factory e della logistica 4.0; l’area dedicata alla robotica collaborativa con l’uomo al centro; quella focalizzata sulla qualità 4.0 con la tracciabilità di prodotto e la manifattura additiva; l’isola del monitaraggio e controllo energetico smart e infine quella della cyber security e dei big data. Su queste linee le pmi hanno la possibilità di testare sul campo le tecnologie applicandole a casi di uso reali e di apportare miglioramenti progressivi per renderli adatti all’industrializzazione. Made può anche fare formazione alle aziende candidate, per completare la gamma di competenze necessarie alla corretta formulazione del progetto. Può contribuire fattivamente al miglioramento del progetto, può scrivere gli economics e i parametri chiave del business plan. Insomma, è un partner che arricchisce di valore ogni candidatura.

 

Un bando innovativo perché consacra la convergenza della transizione digitale ed ecologica

Linea di produzione del Made

«Il bando è innovativo perché contiene nel wording l’abbinamento tra tecnologie digitali e sostenibilità – commenta Taisch – sancendo la convergenza tra le due transizioni. È un aspetto da rilevare, perché è una delle prime volte che questa evidenza esce dal mondo ristretto delle fabbriche e dell’industria e arriva in un bando pubblico. In questo modo si indirizzano le imprese verso la consapevolezza che le due transizioni vadano gestite in maniera integrata». Imprese che sono piccole e micro: a queste si rivolge il bando perché il sistema delle imprese lombarde è fatto in prevalenza da organizzazioni di queste dimensioni. «Il terzo aspetto che rileva – prosegue Taisch – è che assegnando a Made il ruolo di partner nella presentazione delle domande, lo si riconosce nel ruolo di guida di attore del trasferimento tecnologico».

 

Transizione digitale ed ecologica: a che punto sono le pmi italiane?

L’obiettivo ultimo della formazione in Made resta quello di creare una cultura di impresa orientata alla digitalizzazione e che ponga le risorse umane in primo piano, in un’ottica orientata alla sostenibilità

Fronte pmi, il Covid è stato un grande acceleratore della digitalizzazione, che ha portato di per sé un aumento degli elementi green sulle linee produttive. Oggi nuovi cigni neri costringono le imprese a guardare sempre più nella stessa direzione. «L’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, l’allungamento dei tempi di consegna sono fattori che vanno al di là delle ragioni contingenti legate alla guerra e trovano una causa importante di medio lungo termine nelle tensioni tra Usa e Cina – dice Taisch – e sono acceleratori di ulteriore innovazione tecnologica e sostenibile. Perché spinte dalla necessità le pmi agiscono». Quando ci sono choc sistemici, ne consegue un’accelerazione dell’utilizzo della tecnologia. Mentre in stato di calma l’inerzia al cambiamento delle pmi è alto. In generale l’innovazione ha bisogno di sfide, di grandi cambiamenti climatici, sociali ed economici.

Così è avvenuto con il blocco dei porti che ha distrutto il sistema logistico globale, è diventato necessario ridisegnare le nostre filiere. E l’aumento dei prezzi del petrolio ha attivato la digitalizzazione finalizzata al risparmio energetico. «Mai come oggi l’aumento della bolletta energetica obbliga le imprese a cercare soluzioni per risparmiare e la tecnologia digitale diventa fattore abilitante di questo risparmio. Ma cercare soluzioni non è solo risparmiare energia. Poiché le linee devono essere attive e devono produrre, è necessario limitare lo spreco e riutilizzare l’energia che si genera in produzione che andrebbe dispersa se non venisse recuperata e re-immessa sulla linea». Un concetto che porta verso l’economia circolare, che però, ammonisce il professore, deve essere realizzata come mezzo e non come fine. E va definita con chiarezza. «Nell’economia circolare rientrano concetti come il de-manufacturing e il re-manufacturing – dice Taisch – e soprattutto l’idea di estendere il ciclo di vita del prodotto, per non innescare un ciclo infinito di economia circolare ma comunque non sostenibile». Un altro elemento indispensabile è che l’economia circolare deve essere attuata non per diventare compliant sul fronte normativo, ma deve essere considerata un’opportunità e fonte di competitività. «La circolarità deve diventare strategica e deve essere integrata nel modello di business, che sia orientato a introdurre sul mercato prodotti eco-compatibili accessibili al maggior numero di consumatori». La sostenibilità ha una dimensione economica e non è solo un fatto di responsabilità sociale: «Se la si intende con questo approccio – conclude Taisch – diventa possibile creare ecosistemi manifatturieri equilibrati da un punto di vista ambientale, sociale ed economico».














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