CtrlX Automation: così Bosch Rexroth è al centro dell’ecosistema! Con il ceo Italia Ugo Caratti

di Piero Macrì ♦︎ È l’Android del manifatturiero: interconnette qualsiasi protocollo di comunicazione, unificando la piramide dell’industrial IoT. Logiche low code e linguaggi di ultima generazione: creazione di applicazioni per il controllo real time o near real time di macchine e linee di produzione

Con la piattaforma CtrlX Automation di Bosch Rexroth si aprono le porte alla Schengen del manifatturiero: libera circolazione di dati in libera impresa, una dimensione digitale dove non esiste alcuna barriera o terra di confine tra i vari silos dipartimentali. «Nel manifatturiero esiste una molteplicità di macchinari e impianti che risponde a logiche di automazione diverse», afferma Ugo Caratti, ceo e vice president finance and administration Sud Europa di Bosch Rexroth. Un ambiente multivendor che deve essere in qualche modo orchestrato, governato, normalizzato. Non esiste uno standard, ma una babele di protocolli ereditati dagli investimenti pregressi. La digitalizzazione è per noi un’opportunità per portare a fattore comune tutte queste diversità. Lo facciamo con CtrlX, che rende possibile la creazione di un enterprise data layer, un data warehouse avanzato in cui riversare le varie sorgenti dati, di campo e di processo, per generare informazioni di supporto decisionale dentro e fuori il perimetro di fabbrica o di officina». CtrlX, quindi, come banca dati dell’Industrial Iot per alimentare un self-service applicativo dove ciascuno –  oem o utilizzatore finale – attinge secondo i propri bisogni e diventa autonomo nel manipolare e analizzare i dati. «Il nostro impegno – dice Caratti – è la liberazione delle imprese dalla schiavitù degli ecosistemi proprietari. La mia esperienza come direttore finanziario, prima ancora che da amministratore delegato, mi insegna che per evolvere e valutare nuovi modelli operativi e di business si deve essere aperti a una nuova cultura d’impresa. La sfida sta nel creare le condizioni affinché si possa dare vita a una data driven company fatta di ecosistemi aperti, interconnessi e interattivi. In Italia Bosch Rexroth non ha una produzione. Svolgiamo un ruolo commerciale. Eppure, ci confrontiamo con gli stessi problemi di una qualunque azienda manifatturiera: il superamento di un’organizzazione a silos, la frammentarietà e, spesso, non univocità dei dati». 

Ugo Caratti, ceo e vice president finance and administration Sud Europa di Bosch Rexroth

Ecco, dunque, la visione Bosch Rexroth per la nuova automazione data driven secondo quanto emerso dall’incontro di Industria Italiana con l’ad dell’azienda. Una visione che implica una transizione verso un modello di business in cui il software eserciterà un ruolo sempre più strategico per continuare a dare risposte ai costruttori di macchine ed end user. Sintetizzando, CtrlX Automation è l’Android del manifatturiero. Si candida ad essere la tecnologia abilitante lo sviluppo di applicazioni e servizi per il machinery. Interconnette qualsiasi protocollo di comunicazione, unificando la piramide dell’industrial IoT, dal plc al cloud passando per l’edge computing. Con logiche low code e linguaggi di ultima generazione permette la creazione di applicazioni per il controllo real time o near real time di macchine e linee di produzione, con analisi dati supportate dalla conoscenza aumentata dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è supportare la transizione al product “as a service”, garantendo produttività e flessibilità di qualsiasi impianto, in tutte le sue componenti, con una programmazione semplificata. Una logica open system abilitante servizi di condition monitoring, di cybersecurity, di manutenzione preventiva e predittiva fruibili on premise o da remoto. 







Lei insiste sulla necessità di introdurre di una nuova cultura d’impresa data driven. Ci può spiegare cosa realmente significa per Bosch Rexroth?

Nella transizione a un’impresa digitale la coerenza dei dati diventa un valore fondamentale e irrinunciabile. Fino a non molti anni fa anche all’interno di Bosch Rexroth avevamo una rappresentazione della realtà, del fatturato per esempio, che si prestava a interpretazioni diverse. Tutto questo finché non abbiamo creato un percorso single source of truth, una vista unica del dato. Ecco, altrettanto va fatto nelle aziende che operano nel nostro mercato di riferimento. Per molto tempo i diversi dipartimenti aziendali delle imprese manifatturiere sono stati delle black box: entravano e uscivano dati che venivano interpretati secondo le più diverse logiche. Oggi diventa tutto più complicato perché si lavora in rete e le black box devono essere integrate. Il flusso dei dati e l’interpretazione degli stessi vanno normalizzati. Per noi è un’opportunità e pensiamo di poter dare delle risposte in modo più spregiudicato rispetto a quanto fanno i grandi player. Le soluzioni eterogenee del passato stanno lasciando il posto a sistemi flessibili di creazione del valore: sistemi di automazione rigidi e complessi vengono sostituiti da piattaforme aperte che soddisfano i requisiti odierni di networking. Gli obiettivi sono l’ottimizzazione dei processi, una maggiore efficienza, nonché la creazione di nuovi modelli di business a maggiore valore aggiunto.

Ctrlx Automation Interconnette qualsiasi protocollo di comunicazione, unificando la piramide dell’industrial IoT, dal plc al cloud passando per l’edge computing

In questo scenario di trasformazione, che vede il software come una componente sempre più strategica, qual è il vostro vantaggio competitivo, quali i vostri punti di forza?

Nella visione di Bosch Rexroth, software eserciterà un ruolo sempre più strategico per continuare a dare risposte ai costruttori di macchine ed end user.

Non abbiamo un’eredità da difendere, giochiamo su un green field. E’ ormai irrealistico pensare di poter risolvere i problemi del manifatturiero con un’automazione proprietaria. Serve un’apertura mentale molto maggiore rispetto al passato. In linea di principio il nostro modello di business abilitato dal software è lo stesso che ha adottato Google nel momento che ha portato sul mercato Android, piattaforma e sistema operativo aperto che ha rivoluzionato il mondo mobile, decretando la fine dei sistemi proprietari. Con CtrlX offriamo a tutti la possibilità di sviluppare app e soluzioni software che possono essere caricate su qualsiasi dispositivo, indistintamente da chi lo produce. Come Android è basato su Linux, il sistema operativo open source per antonomasia utilizzato da milioni di sviluppatori. 

Insomma, la vostra idea è essere l’Android del manifatturiero …

Direi che la nostra proposta segna uno spartiacque tra un prima e un dopo, tra un mercato chiuso e uno aperto. Solo con una piattaforma open system è possibile riuscire a fare innovazione e rispondere velocemente a un mercato soggetto a continui cambiamenti. Con CtrlX ci impegniamo per liberare il dato da tutti i vincoli del passato. E quindi, sì, pur con tutte le dovute differenze, l’idea è diventare l’Android del manifatturiero. Proporre una piattaforma e un sistema operativo che aprono le porte a un’automazione software defined, con applicazioni e soluzioni indipendenti dall’hardware sottostante. E’ il modello architetturale che abilita il nuovo vangelo della progettazione as a service. Non più, o meglio, non solo pensata per la vendita di prodotto ma di servizi. 

Certo che vi state sfidando in un mercato che vede la presenza di grandi player, da Siemens a Rockwell…

Ciascuno sta sperimentando le proprie tecnologie. Vedremo, alla prova dei fatti, chi riuscirà a mettere a punto la tecnologia più funzionale per andare nella nuova direzione. Certo, in questo segmento non siamo tra i grandissimi. Siemens e Rockwell sono i grandi incumbent, noi siamo il newcomer. E come tutti coloro che interpretano questo ruolo siamo in grado di creare una maggiore disruption, cambiare le regole suggerendo nuovi modelli di sviluppo per trasformare l’impresa manifatturiera in una data factory. I nostri azionamenti sono tra i migliori in termini di performance di mercato e questo, non c’è dubbio, rimarrà il nostro core business. Ma sappiano che non tutti i clienti hanno un installato Bosch Rexroth. Vogliamo quindi avere una proposta inclusiva, mettendo chiunque nella condizione di avere una layer di dati e un marketplace di applicazioni per un cambio di paradigma nel governo della macchina e delle linee di produzione.

Quindi, come vi definite? Un’azienda hardware con un’anima software?

Ibrida sì, siamo un’azienda hardware e software, anche se le nostre radici sono e rimarranno quelle che servono per costruire macchine e linee di produzione e assemblaggio. La competenza hardware, meccanica e oleodinamica, rimane un fattore distintivo ed è un vantaggio competitivo per realizzare una piattaforma di automazione di nuova generazione. Conosciamo i problemi dei nostri clienti per averli risolti da più di trent’anni e questo ci aiuta nello sviluppare quanto serve per dare delle risposte software allo smart manufacturing. Partiamo da una posizione privilegiata. Bosch è leader mondiale della sensoristica IoT e nell’intelligenza artificiale propedeutica alla manutenzione predittiva.

CtrlX rende possibile la creazione di un enterprise data layer, un data warehouse avanzato in cui riversare le varie sorgenti dati, di campo e di processo, per generare informazioni di supporto decisionale dentro e fuori il perimetro di fabbrica o di officina

Siamo stati tra i primi a portare sul mercato prodotti che generano dati IoT. Da qui l’idea di costruire un’offerta abilitante un product as a service, supportando i clienti nel viaggio verso la servitizzazione con una piattaforma innovativa come CtrlX. Un mercato ancora embrionale, ma destinato a diventare il new deal machinery. In questa prospettiva non siamo solo un riferimento per i costruttori di macchine ma per i clienti finali. Automazione in open system sia per il nuovo parco macchine che per il revamping del brown field. Non è nostra intenzione interferire con i modelli dei nostri clienti oem. Nessuna cannibalizzazione del loro business. Favoriamo la loro evoluzione verso il machinery as a service. Continueremo a supportarli offrendo la migliore tecnologia per costruire una macchina e il migliore ambiente di automazione per rendere flessibile, efficiente e resiliente l’asset di produzione, ma allo stesso tempo diamo agli utilizzatori finali una piattaforma per la governance dell’ecosistema di fabbrica complessivo.

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 23 gennaio 2023)














Articolo precedentePerché comprare un robot se puoi assumerlo? La servitizzazione vista da Abb
Articolo successivoElettrificazione degli azionamenti: la sostenibilità nel machinery secondo Keb & Automa by Magic






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui