Tutte le proposte di Anie al governo per industria, building, energia e trasporti

Giuliano Busetto, presidente Anie

di Marco de’ Francesco ♦︎ Per la Federazione Anie, che rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche e che è aderente a Confindustria, di fronte a una flessione a due cifre dei fatturati delle imprese occorre un impegno governativo di politica industriale che punti sulla trasformazione digitale del Paese. Soprattutto, una parte consistente del Recovery Fund va utilizzata in questa direzione. Di qui le proposte di Anie in quattro aree di interesse della Federazione: industria, building, energia e trasporti.

 

Industria, innovazione e digitalizzazione: sono i tre ingredienti fondamentali che consentirebbero al Paese di risalire la china, dopo una crisi – spartiacque tra il mondo di prima e quello che si apre. La tecnologia è la chiave di volta, ed è più accessibile alle imprese, a causa dei costi contenuti. Le risorse, poi, ci sono. Sono quelle che saranno stanziate dall’Europa, quelle del Recovery Fund, propriamente “Eu Next Generation”, che è un fondo europeo dotato, a livello continentale, di una capacità finanziaria di 750 miliardi di euro. Per l’Italia, vale 209 miliardi, di cui 82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti. Vanno però indirizzate nei capitoli giusti. Per questo Anie – una delle più importanti organizzazioni Confindustriali per peso e rappresentatività con oltre 84 miliardi di euro di fatturato, 1.500 aziende associate e circa 500mila addetti – ha redatto un insieme di proposte dirette al governo e relative ai quattro mercati strategici che ricevono tecnologie dalle aziende Anie: industria, building, energia e infrastrutture. Occorre, secondo l’Anie, un forte impegno di politica industriale.







Tutto ciò è emerso all’assemblea pubblica dell’Anie, intitolata “Tecnologie per la ripresa”. All’evento hanno partecipato Giuliano Busetto, Presidente di ANIE, Gianni Brugnoli, Vice Presidente di Confindustria, Elio Cosimo Catania, Consigliere Politica Industriale del MISE, Francesco Daveri, economista e Alda Paola Baldi, responsabile acquisti Italia Enel.

 

Le proposte di Anie al governo per il rilancio nelle quattro aree di interesse della Federazione

Quanto all’industria, secondo Busetto «risorse significative» fra quelle provenienti dal Recovery Fund vanno indirizzate verso la digitalizzazione delle imprese. D’altra parte, secondo Busetto «le aziende che avevano già iniziato questo percorso sono quelle che hanno subito meno gli effetti del Covid-19, e quelle che hanno incrementato di più i fatturati, l’export e l’occupazione. È un’evidenza di cui non si può non tenere conto, soprattutto in questo periodo complicato». Si tratta di rafforzare il Piano Transizione X.0, evoluzione del Piano Calenda fondata però non più sull’ammortamento ma sul credito di imposta. Per Anie è fondamentale aumentare le aliquote o i massimali di spesa sugli incentivi fiscali, sia per i beni materiali e immateriali che per la ricerca e lo sviluppo. Ma il grande tema è quello dell’orizzonte. Secondo Busetto, quello “corto” degli ultimi anni non ha favorito le aziende: occorre pertanto allungare il periodo finanziato «a tre, o possibilmente cinque anni», per trasmettere alle aziende più certezze nei propri investimenti in materia.  Per Busetto, peraltro, non basta finanziare l’acquisto di questo o quello strumento o di quella tecnologia abilitante: occorre invece rendere finanziabili i progetti di Industria 4.0 e di transizione al green dell’azienda. In tutti i casi, le premialità devono essere tali da determinare una forte spinata agli investimenti privati all’inizio del 2021. Perché si tratta di recuperare il terreno perduto negli scorsi mesi. In generale, secondo Busetto «l’industria deve tornare al primo gradino» nel senso che la sua trasformazione, anche in vista di creazione di filiere più resilienti e innovative deve essere considerata dal governo come una priorità assoluta, e non come uno dei tanti argomenti sul tavolo.

            Quanto al building, appunto il Covid-19 ha messo in rilievo l’importanza della «digitalizzazione delle case»: mai come in questa occasione è apparsa così rilevante, con i tanti lavoratori in smartworking. La digitalizzazione delle abitazioni è definita da Anie “Casa 4.0”; e l’associazione chiede al governo che diventi una priorità. Una parte dei fondi europei deve essere utilizzata in questa direzione, e bisogna tener conto di Casa 4.0 anche nella prossima legge di bilancio.  Per Busetto il superbonus del 110% va applicato non solo alla domotica e agli impianti fotovoltaici e di ricarica elettrica, ma anche  a tutte le tecnologie, apparecchiature, soluzioni impiantistiche innovative, intelligenti ed energeticamente performanti (impianti di sicurezza, illuminazione, ascensori, fino agli elettrodomestici). Secondo Anie sarebbe opportuno introdurre nell’ordinamento un indicatore di intelligenza (e di interconnessione) di un edificio, il SRI, peraltro già contemplato dalla legislazione europea.

 

Quanto all’energia, se l’obiettivo della strategia europea  New Deal è quello di generare, nel 2050, zero emissioni nette di gas serra, «sarebbe importante arrivare nel 2030 ad un calo del 40%».  Per conseguire questo target, basterebbe riuscire a realizzare quanto è già stato previsto dal Piano nazionale Clima ed Energia”; attualmente, l’ostacolo più imponente è quello della burocrazia, che blocca tanti cantieri. Occorre dunque una semplificazione amministrativa. Inoltre, bisogna supportare economicamente gli impianti di piccola taglia e recuperare dal punto di vista ambientale le aree dismesse, che vanno bonificate. Sempre per Busetto, occorre promuovere gli investimenti in smart grid, ma anche la filiera produttiva dei sistemi innovativi e della componentistica avanzata in questo campo.

 

Infine, i trasporti. Qui invece si chiede all’esecutivo di garantire la copertura economica di un particolare piano di sviluppo, l’ERTMS (European Rail Traffic Management System) che è sostanzialmente un sistema interoperabile a livello continentale per incrementare l’affidabilità, le prestazioni, la sicurezza, la puntualità e per contenere i costi.  Le industrie ci stanno già investendo, e per Busetto si tratta di  realizzare una «rete all’avanguardia nel panorama europeo», tenendo presente che l’operazione avrebbe «un’ampia ricaduta economica sul sistema industriale italiano», con tante commesse e tanti investimenti.

 

Effetti del Covid-19

 

Secondo Busetto, negli ultimi anni le imprese aderenti all’Anie «che contribuiscono per il 4,7% al Pil», hanno conseguito risultati più importanti delle aziende italiane in generale. Tuttavia, anche loro hanno subito gli effetti «di una crisi senza precedenti».  I dati dell’Osservatorio sul mercato delle tecnologie della Federazione evidenziano che tra gennaio e giugno del 2020 il 71% delle imprese del campione segnalano un calo del fatturato nel confronto con i sei mesi precedenti. Nel secondo semestre le cose andrebbero meglio: la quota delle imprese che segnalano un ulteriore calo di fatturato scende al 33%. Nel complesso però, il 71% delle aziende stima un calo di fatturato sull’intero 2020. Sul fronte occupazionale, invece, si assiste ad una sostanziale stabilità.

 

Secondo le imprese Anie, la soluzione sta nell’investimento in tecnologie digitali

 

L’Osservatorio rileva che per il 65% delle imprese la necessità di ripensare l’attività lavorativa a seguito dello sviluppo della pandemia sta sostenendo, all’interno delle aziende, gli investimenti in nuove tecnologie digitali. In un’ottica di più lungo periodo, il 70% delle imprese ANIE ha compreso di dovere investire in tecnologie digitali anche oltre l’emergenza.














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