I brutti risultati di Tim nel 2021: fatturato e redditività in calo di quasi il 10%

Il calo dell'Ebitda è dovuto alla pressione competitiva, al ritardo del piano voucher e ai costi di startup delle digital companies

Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim

Il 2021 ha visto i risultati di Tim scendere in calo: i ricavi ammontano a 15,3 miliardi, -1,9% rispetto al precedente anno, ma a crollare è il margine operativo lordo. L’Ebitda infatti scende del 9,6%, a 6,2 miliardi, per effetto della pressione competitiva, del ritardo del piano voucher e dei costi di startup delle digital companies.

Cala di 1 miliardo, a quota 17,6 miliardi, l’indebitamento finanziario netto, e questo nonostante gli investimenti (principalmente fibra, cloud e calcio in streaming) siano cresciti del 14,1% rispetto al 2020.







Secondo l’azienda, il risultato netto è attribuibile ai soci della controllante negativo per 8,7 miliardi, dopo la svalutazione del goodwill pari a 4,1 miliardi domestico e lo stralcio delle attività per imposte anticipate pari a 3,8 miliardi. Ambedue le partite sono Non Cash Items.

L’Autorità Antitrust ha approvato gli impegni relativi agli accordi tra Tim, Kkr e Fastweb per la costituzione di FiberCop, che nel corso del 2021 ha incremento la copertura Ftth del 36%. Il Gruppo ha così portato la banda ultralarga a circa il 94% delle linee fisse.














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