Ieri allo Sviluppo, il ministro Stefano Patuanelli ha convocato al Tavolo Transizione 4.0, Confindustria, Confindustria Digitale, Ucimu – Sistemi Per Produrre, Anima, Federazione Anie, Cna, Confartigianato, Confesercenti, Ance, Assilea, Coldiretti, Confagricoltura, Federmanager, Confapi, Lega delle Cooperative, SIT – Servizi Innovativi Tecnologici.
Patuanelli ha ribadito l’obiettivo di passare dalla proroga annuale, inserita in manovra, a incentivi triennali. L’orientamento, inoltre, è quello di trasformare le agevolazioni fiscali in un unico credito d’imposta allargando così la platea delle imprese del 40%, con un vantaggio soprattutto per micro e Pmi.
Secondo il Mise, fino ad oggi gli incentivi hanno privilegiato soprattutto le medio-grandi (64% nel caso dell’iperammortamento, solo 95 con investimenti oltre 10 milioni).
Il futuro delle agevolazioni
Per riassumere le intenzioni: addio a superammortamento sostituito da un credito d’imposta del 6% per l’acquisto di beni strumentali fino a un massimo di due milioni di euro. La misura è leggermente meno vantaggiosa rispetto al superammortamento che vale il 7,2% dell’investimento e non ha limiti di utilizzo.
Il credito d’imposta per l’acquisizione dei beni 4.0 – quello che sostituirebbe l’iperammortamento – avrebbe due distinti scaglioni: il 40% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro e il 20% per i beni di valore compreso tra 2,5 e 10 milioni.
Il Ministero pensa anche a un’estensione dell’attuale credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo agli investimenti in innovazione e design. Il metodo di applicazione dovrebbe essere volumetrico puro: si applicherà cioè a tutti gli investimenti e non solo a quelli che superano la soglia media del triennio di riferimento.