Stellantis al primo posto nei depositi di brevetto in Francia (ovviamente per merito di Psa)

Con 1.239 domande pubblicate nel 2020, l'azienda si conferma per la seconda volta sul primo gradino del podio

Con 1.239 domande pubblicate nel 2020, Stellantis è al primo posto della classifica dei depositi di brevetti in Francia. Le invenzioni brevettate sono essenziali per ottenere questi risultati e forniscono all’azienda un vantaggio competitivo strategico. Le tecnologie protette creano valore e costituiscono una parte importante del capitale immateriale del gruppo.

Gli asset tecnologici protetti da tali diritti di proprietà intellettuale hanno come obiettivo prioritario le principali sfide della mobilità del futuro:







  • lo sviluppo di nuovi motopropulsori in grado di soddisfare le aspettative dei clienti sui temi della transizione ecologica e della mobilità sostenibile e responsabile (100% elettrico, ibridizzazione, idrogeno): motori, trasmissioni, batterie, celle a combustibile e i relativi sistemi di controllo.
  • lo sviluppo dei sistemi digitali e della connettività e a nuovi utilizzi (veicoli condivisi, servizi): infotainment, connettività/applicazioni Car-to-X, diagnosi remota, aggiornamento del software di bordo, funzioni “E-call” avanzate, interfaccia uomo-macchina/cockpit digitale.
  • L’implementazione di sistemi di assistenza alla guida sempre più avanzati per rendere i veicoli sempre più sicuri;
  • lo sviluppo del canale online per la vendita delle automobili e di nuovi servizi di mobilità.

«Questo straordinario risultato conferma l’eccellenza tecnica delle donne e degli uomini di Stellantis, impegnati nell’affrontare le sfide della mobilità per tutti, per una mobilità connessa, sicura, decarbonizzata, affinché Stellantis possa svolgere un ruolo di primissimo piano nell’innovazione del settore», ha dichiarato Nicolas Morel, executive vice president, enlarged europe engineering di Stellantis.














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1 commento

  1. “Ovviamente”… non vi sembra che per un periodico sull’industria italiana questo titolo è un po’ disfattista-esterofilo-patriofobico nei confronti dell’Italia?

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