Stellantis: previste 1.820 uscite volontarie. Fiom non firma accordo

Per il sindacato è necessario aprire un confronto sulle prospettive industriali ed occupazionali del gruppo in Italia

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«Sono altre 1.820 le uscite incentivate dagli enti centrali, dalle aree di staff e dagli stabilimenti di Termoli, Verrone, Pratola Serra e Melfi, che la Fiom ha deciso di non firmare. Se si considerano le uscite già previste fino ad oggi si arriva ad oltre 4.000 lavoratrici e lavoratori in meno dal 2021. Si continua senza avere un piano complessivo sulle missioni degli enti centrali, di staff e della maggior parte degli stabilimenti e senza un piano sull’occupazione che preveda un reale ricambio generazionale. La transizione ecologica impone un confronto serio sulle competenze e sull’occupazione, ma il risultato di questi accordi è che la maggioranza di chi ha deciso di uscire sono lavoratori e lavoratrici giovani.La situazione preoccupa anche per i segnali che arrivano sulle prospettive industriali della filiera, sull’esaurimento degli ammortizzatori sociali che stanno aumentando la preoccupazione tra i lavoratori del settore. Non si può continuare a navigare a vista senza avere prospettive a medio, lungo termine e strumenti idonei a garantire il lavoro e attività produttive. È necessario che il governo intervenga nei confronti dell’azienda e si apra immediatamente un confronto anche sulla filiera». Lo dichiara in una nota Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil.














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