Fim-Cisl: in Stellantis finalmente le cose marciano bene!

di Marco De' Francesco ♦︎ L'analisi della situazione italiana del gruppo automobilistico guidato da Carlos Tavares e John Elkann. Ne ha parlato il Segretario nazionale Fim-Cisl Responsabile del settore automotive Ferdinando Uliano, che insieme al segretario generale Fim di Torino Rocco Cutrì ha presentato a Torino “Stellantis: Report al 1^ semestre 2023 produzione e occupazione degli stabilimenti italiani del Gruppo”. Preoccupa solo il futuro di Comau e Teksid. Nei prossimi giorni Industria Italiana interpellerà anche la Fiom Cgil

Ultime finiture prima di passare alle fasi di collaudo della 500e presso Mirafiori

D’acchito, nessuno può negare l’inversione di tendenza già riscontrata nel primo trimestre, ma rafforzatasi nei primi sei mesi dell’anno in corso: la produzione di Stellantis in Italia è aumentata del 15,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tra autovetture e furgoni, sono state realizzate 405.870 unità contro le 351.890 del primo semestre dell’anno scorso. Peraltro, se si parla di autovetture, Stellantis nel Belpaese è andata anche meglio: +16,9%, pari a 291.110 unità; il gruppo, tuttavia, corre un po’ più lentamente, ma sempre a doppia cifra, quanto a veicoli commerciali: + 11,5%. Le ragioni dell’exploit?

Il fatto è che la strozzatura globale sulle materie prime e sui componenti sta allentando la presa. In tutti gli stabilimenti i fermi produttivi si sono ridotti drasticamente.  Nel 2022 c’erano tanti ordini ma il manufacturing era al singhiozzo. Ora è diverso. Inoltre, il piano Stellantis sta avanzando: sono state assegnate importanti piattaforme per realizzare i nuovi modelli green. Gran parte degli stabilimenti, sotto questo profilo, sembrano al sicuro. Si stima che le nuove produzioni a pieno regime potrebbero portare le produzioni al periodo pre-covid, intorno alle 800mila unità. Tra i motivi dell’inversione di rotta, il successo della 500e, ma anche del Tonale e della Hornet. Tra quelli di grande ottimismo, la conferma della partenza della Gigafactory di Termoli e la conferma di quattro nuovi modelli multibrand per Melfi.







Tra le preoccupazioni, anzitutto il fatto che le attribuzioni di nuovi modelli stabilimento per stabilimento non sono chiare; e poi la sorte di Comau e Teksid, gioielli industriali della robotica e della siderurgia prima nel perimetro Fca ora in quello Stellantis. Come presagito nel lontano 2018 da Industria Italiana (si legga questo articolo premonitore) la loro situazione potrebbe definirsi in senso negativo per l’industria del Belpaese. Per Comau è stato confermato lo spin-off. Di tutto ciò ha parlato oggi il Segretario nazionale Fim-Cisl Responsabile del settore automotive Ferdinando Uliano, che insieme al segretario generale Fim di Torino Rocco Cutrì ha presentato a Torino “Stellantis: Report al 1^ semestre 2023 produzione e occupazione degli stabilimenti italiani del Gruppo”.

Torino sfiora la doppia cifra grazie all’exploit della 500 Bev

Buon risultato del polo produttivo torinese: i volumi del primo semestre 2023 sono pari a 53.330 unità rispetto alle 48.760 rilevate nello stesso periodo del 2022 (+9,4%). In realtà, molto è dovuto alla 500 Bev, che ha raggiunto quasi 47mila unità (+21%). «Nel 2022 si è attestata sulle 77.500 unità, ma l’attuale andamento produttivo fa prefigurare un 2023 prossimo alle 100mila Fiat 500e. Un livello che potrebbe ulteriormente salire nel 2024, quando la piccola elettrica verrà lanciata per il mercato nord-americano: si stima un ulteriore crescita di 30mila unità» – afferma Uliano. In effetti, l’88% della produzione dello stabilimento di Torino è rappresentato dalla Fiat 500 elettrica, mentre il restante 12%, pari a 6.400 unità, dalle produzioni Maserati, che sono lontane dalle 27mila unità prodotte nel primo semestre del 2017, uno dei periodi di maggior produzione per Maserati. Sulla linea di produzione della Fiat 500 elettrica si lavora in due turni e non ci sono stati stop, mentre sulla linea Maserati sono stati registrati 58 giorni di fermo produttivo, che hanno coinvolto circa 1.740 lavoratori.

Alle produzioni di Levante, Ghibli e Quattroporte si sono aggiunte le nuove produzioni di Granturismo e Gran Cabrio, con le nuove versioni Folgore del tutto elettriche. Secondo i piani di Stellantis, a partire dal 2024 e entro il 2025, si procederà all’ammodernamento dei modelli berlina E/E+ e Levante nelle loro versioni completamente elettriche. Tuttavia, il sindacato Fim-Cisl ritiene necessario «accelerare i tempi di produzione della nuova Quattroporte elettrica per contrastare la riduzione dei volumi per le due berline della Maserati, che a partire da settembre 2023 porteranno a una richiesta di cassa integrazione. Va ricordato che l’obiettivo del gruppo Stellantis nel piano “Dare Forward 2030” è di aumentare di tre volte la quota di nuove auto nei segmenti dei veicoli premium e di lusso, con un incremento dei ricavi quattro volte e una redditività cinque volte superiore».

Buon risultato del polo produttivo torinese: i volumi del primo semestre 2023 sono pari a 53.330 unità rispetto alle 48.760 rilevate nello stesso periodo del 2022 (+9,4%)

Boom di Pomigliano D’Arco grazie a Tonale e Hornet

Aumento del 26%, a Pomigliano D’Arco, nella produzione di autovetture: lo stabilimento ha raggiunto quota 100.420 unità. «Si pensa che entro la fine dell’anno saranno superati i livelli pre-Covid» – afferma Uliano. Il successo di Pomigliano è legato a quelli del nuovo Suv Alfa Romeo Tonale e del modello Hornet, che hanno raggiunto un totale di 35.900 unità, oltre alle 64.520 unità della Fiat Panda. Va sottolineato che a Pomigliano non sono più necessari ammortizzatori; anzi, vi lavorano oltre 500 lavoratori provenienti da altri siti del Gruppo, soprattutto da Melfi e dal Polo Logistico di Nola. La produzione della Panda terminerà nel 2026. «Dopo la Panda, che succede?» – si chiede Uliano. «È bene che Stellantis individui con certezza una nuova vettura da realizzare a Pomigliano, perché c’è in effetti poco tempo».

Stellantis Italia: volumi produttivi per stabilimento dal 2016 al 2022

Cassino in lieve flessione, ma con buone prospettive

Carlos Tavares, ceo di Stellantis

Guardando ai numeri, si rileva che nel primo semestre del 2023, la produzione dello stabilimento di Cassino è stata di 25.940 unità, con una leggera flessione negativa dello 1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In realtà, emerge un’inversione di tendenza rispetto al 2021: il trend è comunque in crescita. «D’altra parte, lo stabilimento ha potenzialità che superano l’attuale produzione» – afferma Uliano. Va peraltro sottolineato che la nuova Maserati Grecale (della quale già si produce la versione Bev rappresenta il 40% della produzione complessiva, mentre il restante 60% è costituito dalle due Alfa Romeo Stelvio e Giulia.

Negli ultimi mesi sono stati completati i lavori di unificazione del reparto di verniciatura e a breve, nel mese di agosto, saranno terminati i lavori di unificazione del reparto di lastratura. Queste attività hanno determinato nel corso dell’anno 37 giorni di fermo. Inoltre, sono circa 60 i lavoratori in cassa di solidarietà. I sindacati sono molto soddisfatti per l’assegnazione della piattaforma Stla large bev: «Garantisce una prospettiva futura all’impianto, che non è più in pericolo. Però, ora occorre assegnare anche altri modelli premium, oltre al Grecale e ai due dell’Alfa Romeo» – afferma Uliano.

Leggera diminuzione a Modena, per questioni contingenti

Il plant di Modena nel periodo considerato ha fatto registrare 600 unità, con un calo dell’1,6%.  In realtà, la diminuzione è stata dovuta ad uno stop di tre giorni per mancanza di materiali. Dunque, la produzione della supersportiva MC20 di Maserati dovrebbe assestarsi sugli stessi volumi del 2022 con circa 1200 unità nel corso dell’anno. Volumi che garantiscono la saturazione della capacità dello stabilimento. Inoltre, è significativo l’investimento nell’impianto di verniciatura chiamato FuoriSerie, dedicato alla personalizzazione dei modelli del Tridente, che sta avendo un impatto positivo sull’occupazione e rafforza la presenza di Maserati a Modena. Nel 2025, l’implementazione della Piattaforma full electric Folgore consentirà una maggiore continuità e sicurezza produttiva. Nei due siti di Modena, oltre ai circa 200 dipendenti diretti, sono impiegati circa 900 ingegneri impegnati nella progettazione e nello sviluppo, al servizio di tutte le realtà di Stellantis. «Nel nuovo assetto dei Centri di R&D, sarà fondamentale garantire continuità a questa importante realtà, evitando ridimensionamenti» – afferma Uliano.

Melfi, in recupero, è diretta verso la produzione di quattro modelli multibrand full electric

Il Segretario nazionale Fim-Cisl Responsabile del settore automotive Ferdinando Uliano

La produzione nel primo semestre mostra una leggera crescita del 18,4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, se confrontata con il 2019, si registra una perdita di circa 42mila auto (-27%), la flessione più grave tra gli stabilimenti Stellantis. Dei 110.820 veicoli prodotti, il 24% è rappresentato dalla 500x, il 45% da Jeep Renegade e il 31% da Jeep Compass. Quanto agli stop produttivi, la situazione è in netto miglioramento: si pensi che nel 2022 avevano riguardato 297 turni; finora, nel 2023, solo 32. L’occupazione, per la prima volta, è scasa a meno di 6mila unità, ma i 1.300 lavoratori che sono usciti lo hanno fatto con modalità volontarie. La seconda metà del 2023 sarà caratterizzata dalla fase di transizione dello stabilimento di Melfi verso la produzione di quattro nuovi modelli multibrand completamente elettrici, sulla piattaforma Bev Stla Medium, confermati nel piano Stellantis a partire dal 2024.

Secondo Uliano, «è fondamentale che Stellantis garantisca un ulteriore quinto modello con il marchio Jeep, oltre ai quattro già previsti, per garantire maggiore sicurezza sui volumi dello stabilimento durante la ramp-up dei nuovi modelli: il mercato europeo per i veicoli elettrici solleva ancora preoccupazioni. Di fondamentale importanza è poi l’indotto. La questione va affrontata a livello istituzionale, sia ministeriale che regionale. Nell’incontro con Marelli della scorsa settimana, sono state accolte le nuove assegnazioni di Stellantis per le forniture dei nuovi modelli. Ci si aspetta che ciò si estenda a tutto il comprensorio, che affronta grandi difficoltà rispetto a prospettive future. Inoltre, l’accordo di programma siglato di recente dovrebbe attrarre ulteriori nuovi investimenti nell’area di Melfi».

Aumento a doppia cifra per i veicoli commerciali di Atessa

Panda Hybrid City Cross

La produzione dei veicoli commerciali sale a quota 114.760 unità, con una crescita del +11,5% rispetto al 2022 e invertendo il trend decrescente del primo trimestre. Va ricordato però che la carenza di semiconduttori e materiali aveva pesantemente influenzato i risultati dell’anno precedente; sembra che la situazione sul fronte delle forniture sia quasi completamente risolta nell’ultimo trimestre. «Ciò determinerà una forte crescita volumetrica che potrebbe portare lo stabilimento a produrre tra 220mila e 230mila unità su base annua» – afferma Uliano. Va detto che ormai la Sevel di Atessa non produce più solo veicoli Fca e Psa: ma anche quelli Opel e Vauxhall. Peraltro, di recente l’azienda ha confermato l’assegnazione della piattaforma per i veicoli commerciali di Toyota, che avrà un impatto sulla produzione a partire dal prossimo anno.

Sebbene per Stellantis ciò rappresenti un segnale di rafforzamento per Atessa, i sindacati sottolineano l’importanza che lo stabilimento mantenga la leadership nella produzione di veicoli commerciali anche all’interno del gruppo. Si tratta di monitorare attentamente gli equilibri produttivi interni al gruppo. L’accordo di espansione sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso aprile è valutato positivamente dai sindacati, poiché rappresenta lo strumento più adeguato per accompagnare il processo di rinnovamento generazionale. Le 40 nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani somministrati, che saranno completate a settembre, vanno in questa direzione. Al contrario, la decisione dell’azienda di interrompere l’attività di 20 somministrati impiegati nelle forniture per il Messico va, secondo i sindacati, in quella opposta.

La verifica del piano industriale di Stellantis

Stellantis Mirafiori, produzione 500e

Nel corso dell’ultimo incontro al MiMiT del 14 febbraio 2023, Fim Cisl ha verificato lo stato di avanzamento del piano industriale di Stellantis, stabilimento per stabilimento. Quest’ultimo, “Dare Foward 2030”, ha come obiettivo la strategia zero emissioni di carbonio entro il 2038. Con una riduzione del 50% entro il 2030: il 100% delle vendite in Europa e il 50% negli Stati Uniti, sarà costituito da veicoli elettrici a batteria (Bev), con più di 75 modelli (45 nel 2024), raggiungendo circa 5 milioni di veicoli Bev. Entro il 2025 l’investimento complessivo per l’elettrificazione sarà di 30 miliardi, comprendendo anche un aumento della capacità produttiva delle batterie da 140 GWh a 400 GWh, con 3 fabbriche in Europa (di cui una a Termoli) e 2 negli Usa. Dal 2022-2030 globalmente saranno complessivamente 100 i lanci di nuovi modelli. Tra gli aspetti più rilevanti, a Torino si terrà una Joint venture con Punch Powertrain, operativa dall’inizio 2024, per la produzione delle nuove trasmissioni elettriche per la nuova generazione di modelli ibridi e Phev.

Soprattutto, a Termoli è confermata la partenza della terza Gigafactory e la relativa partenza produttiva nel 2026. Attualmente Acc (la joint di Stellantis, Total Energy e Mercedes) occupa 20 dipendenti. Sono in corso le pratiche autorizzative dall’ Unione Europea e quelle relative all’acquisizione dei terreni. «Nell’ultimo incontro con il Ministro Urso abbiamo risollecitato la convocazione di un tavolo specifico con MiMit, Ministero del Lavoro, Acc, Stellantis, Istituzioni locali e le organizzazioni sindacali per costruire le condizioni necessarie a fornire tutte le garanzie nella fase di transizione, sul piano industriale e occupazionale, della copertura degli ammortizzatori sociali, della formazione professionale nonché di tutti gli aspetti relativi alla tutela contrattuale, sia normativa che economica» – afferma Uliano. Pratola Serra dal 2024 sarà unico stabilimento a fornire le motorizzazioni diesel Euro 7 per tutti i veicoli commerciali del Gruppo; mentre Verrone dallo stesso anno sarà l’unico supplier cambio dei veicoli commerciali prodotti ad Atessa e a Cliwice. Cento di Ferrara, ha raggiunto una grande autonomia sui motori marini e industriali.

I problemi all’orizzonte

La linea di premontaggio dei cruscotti usa bilancelle girevoli per facilitare le operazioni presso Mirafiori

Si diceva di Comau e Teksid. La conferma dello spin-off di Comau suscita preoccupazione per tempi e modalità. L’azienda, che impiega circa 700 dipendenti in Italia e oltre 3.500 nel mondo, potrebbe essere ceduta a società straniere, con il rischio evidente di impoverire il patrimonio di ricerca e sviluppo del Paese. Per la Fim è importante che il Ministro Urso, nel prossimo incontro con il Ceo Tavares, affronti anche la questione Comau. Quanto a Teksid, la fonderia di Carmagnola conta circa mille lavoratori. Le produzioni si concentrano sulla componentistica legata ai motori endotermici e quindi soggette a una riduzione. Ad oggi non ci sono risposte chiare sulle prospettive e sugli impatti occupazionali. Occorre organizzare al più presto un incontro sindacale a livello nazionale per affrontare la situazione. In generale, secondo la Fim Cisl, nei primi 9 mesi, il governo Meloni non ha fatto abbastanza per l’automotive.  «Il giorno 19 giugno 2023 il Ministro Urso ha convocato le organizzazioni sindacali al MiMiT, dopo che Fim-Fiom-Uilm hanno comunicato le iniziative di mobilitazione a sostegno del settore industriale metalmeccanico. È necessario definire concretamente le linee di intervento per i finanziamenti per governare la transizione e trasformazione del settore automotive» – termina Uliano.














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