Dopo Yoox, arriva il secondo unicorno made in Italy: l’ex start-up Depop (nata in H-Farm) venduta per 1,6 miliardi di dollari

La start-up nata nel 2011 in H-Farm in 10 anni è crescita rapidamente, conquistando 30 milioni di utenti e arrivando a essere il secondo unicorno in Italia

Depop è il secondo unicorno italiano, il primo in termini di valorizzazione della exit

Depop è un fashion marketplace per acquistare e vendere vestiti e accessori di moda. Nata dall’intuizione di Simon Beckerman, sui ideatore, è cresciuta all’interno di H-Farm, uno dei principali acceleratori di start-up a livello globale, conquistando in 10 anni 30 milioni di utenti in 150 Paesi. Le statistiche sono impressionanti: viene venduto un capo di moda ogni 3 secondi, e ogni secondo vengono caricati due nuovi prodotti sulla piattaforma. Nel solo 2020, Deopo ha movimentato 1 miliardi di articoli per un valore complessivo di 650 milioni di dollari, il tutto senza negozi o magazzini, ma mettendo direttamente in contatto acquirenti e venditori.

Per il fondatore Beckerman è arrivato il momento della exit, e ha ceduto Depop al marketplace americano Etsy per 1,6 miliardi di dollari. Una cifra impressionante, poco meno del doppio di quanto Facebook per acquistare Instagram. A tutti gli effetti, Depop è un’unicorno, una di quelle poche start-up che riesce a crescere vertiginosamente. Più precisamente, è il secondo unicorno nato in Italia, e il primo per valorizzazione della exit.







Depop è nata nel 2011 sotto il nome di Garage come social network per i lettori della rivista Pig, per consentire loro di acquistare gli articoli presenti sul magazine. In breve tempo l’app si trasforma in un mercato globale che cresce rapidamente, tanto che oggi Depop conta più di 400 dipendenti sparsi fra la sede di Londra e negli uffici di Manchester, Los Angeles, New York e Sydney. Il suo punto di forza è la disintermediazione, dato che mette in diretto contatto venditori e acquirenti nel settore fashon.

La exit di Depop ha consentito a H-Farm di diventare uno dei principali acceleratori e incubatori a livello globale. Grazie alla clausola di earn out prevista dall’azienda, che prevede il pagamento di un ammontare pari al 35% del corrispettivo incassato dagli attuali venditori per la cessione delle azioni, H-Farm incasserà 6 milioni di euro: un ottimo risultato, se si considera che l’investimento iniziale è stato di 792.000, che ha quindi generato u ritorno 15,5 volte superiore. Fatto che le consentirà di superare le aspettative del piano industriale presentato ad agosto 2020, che prevedeva per il quinquennio 2020-2024 incassi da exit da start-up per 1 milione di Euro l’anno (5 milioni di Euro complessivi).

Gli introiti dell’operazione verranno utilizzati da H-Farm per sostenere il piano industriale e in  particolare lo sviluppo edutech di tutta la business unit H-Farm Education, i cui percorsi scolastici coprono la fascia K-12 fino all’università e ai master e che hanno fatto propri gli elementi chiave del “DNA di H-FARM”, cioè innovazione, entrepreneurship, digitale, trasformazione e nuove tecnologie.

Riccardo Donadon, presidente e fondatore di H-Farmacceleratore

«Sono felicissimo per Simon, che in questi 10 anni è diventato un grande amico: la sua è una storia bellissima fatta di umiltà, grandissima visione, enorme sensibilità per il design, capacità di ragionare in grande, ed un incredibile capacità di saper interpretare la società di oggi», ha dichiarato Riccardo Donadon, presidente e fondatore di H-Farm. «Depop in 10 anni ha fatto qualcosa di straordinario, raggiungendo dei numeri che molti gruppi industriali raggiungono in due generazioni e questa cessione è solo l’inizio di un enorme creazione di valore. Il modello di business di puro acceleratore con l’esigenza di dimostrare al mercato le exit, associato alle difficoltà dovute al ritardo del Campus, ci ha imposto una prematura uscita da Depop. Il risultato raggiunto è comunque molto soddisfacente e lo è stato anche per tutti gli angels investor che hanno seguito i nostri suggerimenti ed investito con noi, e grazie a noi nel 2012 e negli anni successivi. Spero che questo successo possa spingere tanti altri a credere nei giovani e in piattaforme come la nostra che fanno di tutto per aiutarli. Nei prossimi anni il nostro sogno sarà ripetere questa storia con i nostri studenti, ogni giorno sento idee straordinarie: ora vogliamo fare in modo che il prossimo unicorn esca dalla nostra università, dalla nostra scuola o dai nostri corsi».














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