Pionieri della space economy, lo spazio è vostro! Ma attenzione alla microgravità…

di Piero Formica* ♦︎ L’aerospazio si sta rapidamente democratizzando, aprendosi alle aziende private. Grazie all’evoluzione delle telecomunicazioni satellitari e alla produzione nelle stazioni orbitanti. Con il lavoro di colossi come Avio e Leonardo (con Thales Alenia Space e Telespazio), di Pmi quali Sitael e Argotec e di start-up come D-Orbit, Picosats e Latitudo l’economia spaziale tra 10 anni varrà mille miliardi!

Nel tempo delle esplorazioni scientifiche e dei viaggi turistici nello spazio che coinvolgono anche le aziende private, l’industria italiana dovrà usare al meglio la sua forza gravitazionale positiva. Va evitata la “Sindrome di Venezia” che, all’epoca della scoperta di nuove rotte commerciali, volse in negativa la forza gravitazionale del suo pioneristico e potente Arsenale.

Lo spazio si sta rapidamente democratizzando, aprendosi alle aziende private che…

Una nuova specie aziendale, quella degli imprenditori spaziali, ha inaugurato l’era delle esplorazioni che oltre ad essere viaggi nello spazio si rivelano generatori di profonde trasformazioni industriali. A monte, le telecomunicazioni satellitari si evolvono. Satelliti sempre più sofisticati, economici e di ridotte dimensioni alzano lo scenario sulla connettività pervasiva. A valle, altrettanto velocemente l’industria si modifica intensificando gli sforzi intellettuali e materiali per esplorare la produzione in ambienti di microgravità. Gli esploratori si prefiggono di porsi in posizione preminente all’avvento dell’era dell’iperintelligenza, il Novacene preannunciato da James Lovelock con la sua sorprendente teoria sul futuro della vita sulla Terra. Costoro agiscono nello spazio sondando il mondo della produzione in stazioni spaziali, ambienti di microgravità come prossima frontiera della produzione avanzata. Il solo mercato di microgravità per la produzione biologica nello spazio dovrebbe raggiungere quasi 3 miliardi di dollari entro la metà degli anni 2030, secondo i dati resi noti da Innovation Files.







...sanno sfruttare la forza gravitazionale

Simulatore spaziale Sitael

Ogni problema porta con sé i semi di qualche opportunità. La forza gravitazionale su cui ci soffermiamo presenta due facce, positiva e negativa. Nelle missioni spaziali si utilizza la gravità dei corpi planetari per cambiare la velocità di un veicolo spaziale. Nelle missioni aziendali è la gravità dei corpi culturali a regolare la velocità dell’innovazione. Le esplorazioni possono essere detti aguzzi che lasciano il segno sulle magnifiche sorti e progressive di comunità e industrie. La forza gravitazionale dello status quo causò la caduta dell’impero veneziano. Come in molte altre storie di successo, Venezia raggiunse un punto nel quale si focalizzò molto di più sullo sfruttamento che sull’esplorazione: i mercanti veneziani seguivano strade verso il successo già battute. Gli imprenditori sceglievano di non spostarsi dai tradizionali sentieri; le pratiche stabilite e preferite diventarono più popolari dell’esplorazione e della ricerca. Gli uni e gli altri intrapresero il gioco dell’innovazione incrementale, focalizzandosi sull’efficienza e sull’ottimizzazione. Determinati ad accrescere rapidamente le proprie fortune, spingevano sull’acceleratore piuttosto che testare nuovi e più impervi percorsi. Il fatto è che verso la fine del sedicesimo secolo il mondo stava cambiando a tal punto da rendere Venezia meno rilevante.

Il focus dell’Arsenale sulle galee aveva senso quando il Mediterraneo era la più importante rotta commerciale. La galea rimase ancora per lungo tempo la nave preferita dei navigatori veneziani, ma l’invenzione dei galeoni consentì di attraversare l’Atlantico per creare nuove rotte commerciali che non passavano attraverso l’Adriatico. Quell’epoca di esplorazioni innescò il declino di Venezia. Un grande sviluppo tecnologico – navi che potevano resistere in mare per mesi o anche anni – indebolì il vantaggio competitivo di Venezia e l’importanza strategica delle sue competenze. La diffusione del galeone comportò per Venezia un improvviso svantaggio a causa della sua posizione all’estremo nord del Mar Adriatico. Inoltre, il suo Arsenale non era più all’avanguardia nel campo della tecnologia navale. L’importanza economica di Venezia venne poi bruscamente ridimensionata dall’invasione napoleonica, portando così l’impero veneziano alla fine. Nei tempi dirompenti in cui viviamo, l’esplorazione dello spazio potrebbe rivelarsi una minaccia anziché essere un’opportunità per l’industria italiana. C’è, allora, da interrogarsi sul perché Venezia non sfruttò la forza gravitazionale positiva del suo Arsenale quando si aprì la rotta di navigazione intorno al Capo di Buona Speranza dall’Africa verso l’Asia, interrompendo le esclusive rotte di rifornimento di Venezia sul Mediterraneo, e quando la scoperta delle Americhe portò il commercio verso ovest invece che solo verso est.

Fonte: Tony Saldanha – https://gritdaily.com/use-the-gravitational-force-of-the-status-quo/
Piero Formica, Why Innovators Should Study the Rise and Fall of the Venetian Empire. Harvard Business Review, January 17, 2017

 

Per cogliere le opportunità dell’esplorazione spaziale, l’industria italiana è chiamata ad operare nello spazio delle idee che…

Thales Alenia Space – ExoMars Integration

È nello spazio delle idee che si svolge il processo di ricombinazione mediante il quale si ottengono nuove combinazioni da metodologie e tecnologie esistenti. La ricombinazione ha un forte potere innovativo. Ritornando a Venezia, si prenda il caso della gondola veneziana così abbozzato dallo storico Joseph Dambrosio: “Mentre non è una consuetudine quella di vedere le gondole attraversare i nostri corsi d’acqua, elementi del suo disegno furono ripresi dai costruttori navali prima di allora, e altri elementi del disegno sono diventati fondamentali per la costruzione di navi, automobili, aerei, mobili, imballaggi, gioielli, e anche per l’abbigliamento”. Tra le fonti dell’innovazione si annovera la ricombinazione creativa di elementi del passato. Jason Owen-Smith dell’Università del Michigan ha sostenuto che “molte delle innovazioni più interessanti di oggi sono il risultato di conoscenze e tecnologie esistenti che probabilmente non sono state abbinate prima” (Research Universities and the Public Good: Discovery for an Uncertain Future, Stanford University Press, Stanford, California, 2018). A giudizio di Owen-Smith, l’accessibilità ai risultati dei lavori di ricerca condotti nell’università e le competenze delle persone che sono state coinvolte in quelle indagini formano un insieme essenziale di ‘mattoni’. Reti estese su molti campi disciplinari, unitamente alla conservazione e condivisione della conoscenza, fanno sì che pochi di quei ‘mattoni’ siano inaccessibili quando arriva il momento di usarli.

…la materia possa trasformarsi e piegarsi

ION Satellite Carrier. Molti Ion (così di chiamano le piattaforme satellitari che muovo i carichi dei clienti nello spazio, ndr) di D-Orbit vengono lanciati con il Falcon9 di SpaceX. Ma anche con lanciatori europei, tra cui spicca il Vega dell’italiana Avio

Una materia può essere trasformata per essere impiegata in funzioni diverse da quelle originariamente concepite. Come ci ricorda Myriam Depalo (Una gru che spicca il volo, Bloom, !5 febbraio 2022), è in Giappone che “la carta scopre anche una funzione differente da quella di semplice supporto per la scrittura. Qui, dà vita alle più svariate forme, si trasforma appunto”. È l’arte degli origami. Dall’esplorazione dello spazio, l’industria può apprendere quanto oggetti sia possibile progettare e realizzare piegando la materia. Depalo sottolinea lo Starshade, un occultatore pieghevole che blocca la luce eccessiva per consentire l’osservazione dei corpi più deboli, la lente del telescopio Hubble e poi quella Eyeglass, progettate in modo tale da essere spedite nello spazio piegate, pronte ad aprirsi facilmente una volta giunte a destinazione. Nell’industria italiana, ingegneri, tecnologi e matematici insieme ali umanisti si spera che abbiano nelle loro agende esercizi di trasformazione e piegatura per rendere positiva la forza gravitazionale delle esplorazioni nello spazio.

La space economy? Tra 10 anni varrà mille miliardi!

Una generazione di “astropeneurs” si fa strada anche in Italia. Sono i seguaci di Jeff Bezos, Elon Musk, Richard Branson che con Blue Origin, SpaceX, Virgin Galactic hanno dato vita all’industria privata dell’aerospazio. Un settore – che globalmente vale 430 miliardi di dollari e punta ai mille entro dieci anni – in cui il nostro Paese può giocare un ruolo di primo piano. Perché vanta industrie importanti e consolidate come Avio e Leonardo (con Thales Alenia Space e Telespazio), ma anche medie imprese come Sitael e Argotec, specializzate nella costruzione di piccoli satelliti e Altec, che si occupa di servizi logistici di supporto alla Stazione Spaziale Internazionale. Mentre si fanno strada una miriade di start-up, dalla comasca D-Orbit, che è focalizzata nei trasporti spaziali, alla triestina Picosats, nello sviluppo di tecnologie per microsatelliti, alla napoletana Latitudo attiva nell’utilizzo dei dati geospaziali. Ma ci sono anche aziende diverse, nei settori più disparati, che stanno iniziando a sperimentare tecnologie disruptive con la volontà di sfruttare i dati in arrivo dallo spazio per usi commerciali. Da Enel ad Acea, da Prysmian a UnipolSai, i casi di uso sono ormai molti.

 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 18 febbraio 2022)

 

*Piero Formica è Professore di Economia della conoscenza. Senior Research Fellow dell’International Value Institute, Maynooth University, Irlanda. Docente e advisor, Cambridge Learning Gateway, Cambridge, UK. Presso il Contamination Lab dell’Università di Padova e la Business School Esam di Parigi svolge attività di laboratorio per la sperimentazione dei processi di ideazione imprenditoriale














Articolo precedenteIn-orbit services, quantum technology e… le sfide di Telespazio, big della new space economy
Articolo successivoL’aerospazio italiano? Per innovare sulla frontiera tech ha bisogno della filiera!






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui