Space Economy: RadiciGroup al lavoro sulla tuta per le missioni su Marte. Con Eurojersey, Vagotex e Defra

Verranno realizzati tre capi: un completo intimo, una flight suit e una tuta spaziale per missioni nello spazio

La flight suit sviluppata per la missione Space Medicine Operations

Sarò italiana la tuta spaziale che verrà utilizzata nella missione Space Medicine Operations (Smops), patrocinata dall’Agenzia Spaziale Italiana e promossa da Mars Planet, la divisione italiana di Mars Society.

A realizzarla un gruppo di aziende del tessile guidate da RadiciGroup, fra cui Eurojersey, Vagotex e Defra. RadiciGroup ha fornito imateriali per la realizzazione del vestiario dei sei astronauti analoghi che parteciperanno alla missione, coordinando lo sviluppo tecnologico che ha portato alla creazione dell’abbigliamento tecnico per utilizzo in condizioni estreme. I capi verranno utilizzati, dal 10 al 23 aprile, per svolgere una serie di esperimenti nella stazione di ricerca installata nel deserto dello Utah, simulando le condizioni di vita e lavoro su Marte.







Il contributo alla missione da parte del team guidato da RadiciGroup consiste nella realizzazione di tre capi tecnici, caratterizzati da elevati standard in termini di benessere, comfort e performance, che permetteranno agli astronauti analoghi di muoversi agevolmente e in sicurezza all’esterno della stazione base con l’ausilio di sistemi avanzati di controllo, monitoraggio e comunicazione.

Un completo intimo composto da maglietta a maniche lunghe e pantaloncino realizzati con tessuti indemagliabili Sensitive Fabrics di Eurojersey (nylon), in grado di garantire comfort e traspirabilità. La maglietta è provvista di circuiti elettrici e sensori che permettono di rilevare i parametri vitali e geo-spaziali degli astronauti. I sensori possono essere rimossi in modo che l’indumento sia completamente lavabile senza rischio di danneggiare i circuiti interni.

Una flight suit comoda e confortevole, adatta per essere utilizzata durante attività lavorative e di supporto in un ambiente che simula l’ambiente analogo a quello di Marte. Il capo, alleggerito da qualsiasi sovrastruttura, risponde sia ad esigenze estetiche che di performance: è realizzato, infatti, con una cucitura double face che consente di ridurre al massimo gli spessori e aumentare di oltre il 30% mobilità e leggerezza. La tuta è dotata di tasche per dispositivi di wearable technology pensate per ottimizzare spazi e volumi. È inoltre caratterizzata da un ottimo contatto pelle e garantisce la massima comodità, grazie all’elasticità e alla traspirabilità dei materiali usati (in particolare il nylon), è impermeabile alla polvere, protegge dai raggi UV e ha una buona resistenza termica grazie all’aria contenuta nei tessuti, che, circolando all’interno di una struttura 3D alveolare, garantisce anche la termoregolazione corporea.

Per la prima volta, un team di aziende italiane ha anche realizzato la parte inferiore di una tuta spaziale analoga a quella utilizzata nelle missioni nello spazio, un indumento protettivo composto da diversi strati e progettato per un utilizzo in ambienti e situazioni anche molto estreme. Questa tuta, oltre a possedere tutti i sistemi di protezione della flight suit, comprende uno strato di aerogel per un’ulteriore protezione e degli strati di imbottitura, in lana e ovatta di nylon, per un efficace isolamento termico.

Filippo Servalli di Radici InNova, la società di Ricerca e Innovazione di RadiciGroup

«Partecipando a Smops, RadiciGroup e le altre aziende tessili che abbiamo coinvolto nel progetto hanno potuto avvicinarsi a un settore di frontiera come quello aerospaziale, rafforzando e ampliando il proprio know how e sperimentando soluzioni innovative che potranno poi avere applicazioni in ambito business, ad esempio nel settore biomedico o dove siano richiesti elevati standard di sicurezza», commenta Filippo Servalli di Radici InNova, la società di Ricerca e Innovazione di RadiciGroup. /In questa missione abbiamo potuto mettere a frutto le competenze relative allo sviluppo di indumenti per la protezione individuale (Dpi) acquisite durante la pandemia e poi applicate al settore industriale, portandole ad un livello superiore. Quella con Mars Planet e il team di gruppi tessili italiani è stata una collaborazione di grande valore sia per gli aspetti innovativi del progetto, che ci hanno consentito di sperimentare soluzioni tessili adatte a condizioni estreme e che ora possiamo trasferire nella protezione delle persone negli ambienti di lavoro, sia per l’aspetto di networking che si è venuto a creare con tutte le realtà protagoniste di questa sfida: un esempio concreto della capacità di fare squadra tra eccellenze del nostro territorio».

«Per la nostra missione Smoès abbiamo trovato in RadiciGroup un partner ideale, che ha da subito colto le potenzialità applicative insite nella ricerca spaziale», afferma Antonio Del Mastro, presidente di Mars Planet. «La collaborazione per questo progetto è stata non solo occasione per realizzare i primi prototipi di tuta di simulazione analoga, ma ha consentito di contaminare le nostre rispettive competenze, in campo spaziale e tessile, nel tentativo di creare un valore aggiunto particolare. L’auspicio è che altre aziende dell’ecosistema industriale di Bergamo e Lombardia possano avvicinarsi al settore spaziale con la stessa sensibilità di RadiciGroup, al fine di costituire in tempi brevi un comparto locale del settore spazio».














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