Il futuro di Solidworks secondo il ceo Gian Paolo Bassi

di Renzo Zonin ♦︎ Il dirigente vuole ampliare la base di utenti di 3DExperience, includendo anche studenti e maker ed consentendo di adottare la piattaforma senza abbandonare il cad già in uso

Gian Paolo Bassi, ceo di SolidWorks, nome storico del Cad che contribuisce per il 20/22% alle revenue del gruppo francese Dassault Systèmes, ha parlato con la stampa italiana in chiusura del recente 3D Experience World, puntualizzando alcuni dei messaggi più importanti emersi durante la manifestazione. Un ruolo centrale se lo è ritagliato la piattaforma cloud 3D Experience, resa disponibile giusto qualche mese prima della pandemia, durante la quale ha avuto un ruolo fondamentale nell’aiutare le aziende a mantenere in funzione le proprie strutture con la maggior parte degli addetti in remoto.

Ma un altro punto importante della strategia SolidWorks è il piano per allargare la base di persone capaci di utilizzare la piattaforma 3D Experience, che inizierà con la prossima disponibilità di due offerte specifiche a bassissimo costo destinate ai maker e agli studenti. Offerte che comprendono non solo l’utilizzo dell’intera piattaforma nella versione completa, ma anche l’accesso alla community degli utenti, e per gli studenti la possibilità di certificarsi sulla piattaforma.







 

Il passaggio in cloud è avvenuto “just in time”

Gian Paolo Bassi, ceo di SolidWorks

Quando gli uomini di SolidWorks hanno annunciato la piattaforma di soluzioni in cloud 3DExperience, quasi due anni fa, probabilmente non si aspettavano un’adesione così rapida degli utenti al nuovo paradigma. Ma del resto non si aspettavano nemmeno una pandemia giusto qualche mese dopo il lancio effettivo della piattaforma, avvenuto fra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Questo evento inatteso ha fatto sì che quel nuovo modo di lavorare, con i programmi su cloud e gli utenti connessi in remoto via browser, non fosse solo migliore, ma – per molti mesi – l’unico modo possibile.

«La piattaforma cloud aumenta l’agilità, la resilienza, la flessibilità. La domanda di soluzioni cloud ha avuto un aumento nel 2020 a causa della pandemia. Le aziende si sono trovate da un giorno all’altro a mandare a casa migliaia di progettisti e a cercare il modo per fornire loro gli strumenti e le informazioni necessarie perché potessero continuare il loro lavoro. Chi usava banche dati e sistemi proprietari non riusciva nemmeno a mettere in linea i collegamenti esterni. Noi abbiamo distribuito migliaia di versioni temporanee di SolidWorks per consentire ai progettisti di lavorare da casa. Con il cloud questo non serve più, e tutti lo stanno capendo».

 

Una cosa è il Cad, un’altra la piattaforma

La parte più complicata, in un certo senso, era capire cosa fosse effettivamente 3DExperience Works. Alcuni clienti all’inizio pensavano che fosse un nuovo brand, che andava a sostituire SolidWorks. «C’era chi ci chiedeva se SolidWorks sarebbe diventato 3DExperience Works. Ma no, è molto semplice: il brand è SolidWorks, noi siamo fedeli a questo marchio, esso simbolizza l’eccellenza nel design». Il marchio 3DExperience quindi è stato introdotto per caratterizzare l’intero portfolio di soluzioni cloud, per portare sul mercato in modo efficace prodotti che coprono una molteplicità di domini. «Si va dal Cad alla simulazione, dalla gestione dei dati alla collaborazione, dal manufacturing al marketing. Sì, anche il marketing. Oggi tutti i fogli di istruzioni, le fotografie delle pubblicità vengono preparate con asset digitali, prima ancora di produrre effettivamente l’oggetto. Le aziende lavorano just in time, producono dopo aver ricevuto l’ordine, ma per stimolare la domanda bisogna mostrare al cliente il prodotto, e per questo serve che il marketing possa accedere ai dati digitali dei progetti». Un collegamento, tra l’altro, bidirezionale: perché se una versione di un prodotto non incontra il favore del pubblico, dal marketing possono partire rapidamente le segnalazioni all’engineering per modificare, riprogettare, e rilanciare le nuove versioni, sempre in modalità digitale.

E contemporaneamente, sfruttando gli stessi dati, possono essere modificati i processi di produzione, gli ordinativi di componenti eccetera. Il tutto con tempi morti ridottissimi, come imposto dai paradigmi di Industria 4.0. «Tutto questo lo puoi fare solo se hai una continuità digitale, se non perdi tempo per passare informazioni dalla divisione A alla divisione B. Per questo motivo abbiamo creato questa cosa, il portfolio di soluzioni, e l’abbiamo chiamata 3DExperience Works. È la prima volta che SolidWorks espande la sua offerta in maniera così significativa. Abbiamo 71 nuove applicazioni, dal design al manufacturing, incluse generative design, 3D printing, simulazione avanzata, data management nel cloud». L’uso della piattaforma 3DExperience comporta per i clienti anche un altro grande vantaggio: quello di liberarsi dell’incombenza di gestire l’infrastruttura informatica. Non bisogna più comprare, configurare, gestire, aggiornare il server, il database, le workstation, la security e via discorrendo «Di queste cose se ne occupa direttamente SolidWorks. Ce ne occupiamo tutti i giorni, abbiamo migliaia di persone che controllano la sicurezza, che eseguono gli upgrade, eccetera. È un po’ come usare Google Maps: avete idea dell’impegno che vi richiederebbe tenere aggiornato Maps se fosse un’applicazione residente sul vostro desktop?».

Componenti piattaforma 3DExperience

Passare al cloud senza scossoni

Tuttavia, SolidWorks non vuole essere disruptive per i suoi clienti, e quindi non vuole imporre un passaggio repentino dalla versione tradizionale a quella in cloud. Per questo propone già dallo scorso anno una serie di offerte che consentono di integrare la nuova piattaforma senza dover abbandonare il software Cad in uso, sul quale magari il cliente investe da vent’anni.

«Abbiamo inventato questa maniera molto organica di fare l’upgrade, per cui il SolidWorks che i nostri clienti conoscono e usano può essere collegato al cloud. Così se devono fare simulazione avanzata, è solo a un click di distanza. Non c’è bisogno di fare cose complicate o cambiare il data model. In pratica questa versione di SolidWorks è uguale alla precedente, ma nativamente integrata nel cloud. Quindi lo stesso “linguaggio” parlato da milioni di installazioni, è capito da tutte le applicazioni della piattaforma. Questo è unico nell’industria, nessuno offre una piattaforma nella quale non c’è bisogno di fare traduzioni per andare da una applicazione all’altra. Queste offerte quindi sono il backbone di ciò che vogliamo fare in futuro, è il classico SolidWorks ma collegato al cloud». Nelle offerte sono riuniti il presente e il futuro del Cad. Nella Premium offer, per esempio, ci sono sia il classico SolidWorks, sia i programmi 3D Sculptor e 3D Creator per la realizzazione di modelli fotorealistici e il Simulation Designer, e il tutto si appoggia su Collaborative Business Innovator, che è l’elemento che gestisce il database dei progetti.

Le offerte per la transizione verso il cloud

La fine dell’era della release annuali

Un altro effetto dell’uso del cloud è che si sta chiudendo un’era, quella delle grandi release annuali dei software. Il fatto di avere le applicazioni centralizzate infatti azzera in pratica i problemi di deployment che rendono complicato aggiornare di frequente il software installato presso l’utente. Con il risultato che è possibile aggiornare componenti anche mensilmente. «Nel 2020, senza grande clamore, abbiamo rilasciato sulla piattaforma 5 nuove applicazioni, fra le quali Sheet Metal, Structures, Mold Design, Document Creator, tutte in 3D, tutte con un linguaggio che viene capito dai robot del manufacturing, senza bisogno di generare file intermedi eccetera».

Alcuni prodotti lanciati nel 2020 sulla piattaforma

Studenti e “maker” al centro dell’attenzione

A parte le offerte per le aziende, una grande novità di quest’anno è rappresentata dalle offerte per studenti e maker. Che sono radicalmente diverse da quelle di altri grandi player. «I nostri competitor rendono disponibili versioni limitate dei loro software, e i limiti diventano sempre più stringenti per “indurre” il cliente all’acquisto della versione commerciale. Noi abbiamo preferito offrire le nostre applicazioni non gratis, ma a un prezzo molto ragionevole. E parliamo della versione completa, con la sola aggiunta di un watermark per evitare che vengano utilizzate per attività commerciali». Le offerte in questione sono due, e la prima è dedicata ai “maker”.

«Definiamo il maker come qualcuno che vuole usare SolidWorks per imparare, per fabbricare delle cose per uso personale o per un limitato commercio. L’idea è che se fai meno di 2.000 dollari l’anno usando SolidWorks hai la possibilità di prendere 3DExperience SolidWorks per Maker a un prezzo di 9 dollari al mese o 99 all’anno. Ma non diamo semplicemente accesso alla tecnologia. La cosa importante è che diamo accesso a una comunità, dove i Champions saranno disponibili a dare consigli, fare lezioni, creare network, insomma è una risorsa enorme a disposizione dei maker. Per gli studenti il prezzo è ancora più basso, perché molti non hanno a disposizione SolidWorks a scuola, in particolare nelle high school, mentre l’83% delle Università ce l’ha. E con questa offerta gli studenti possono fare un salto enorme, perché essa comprende la certificazione, che possono fare da soli, con un pacchetto che include tutta la parte cloud e costa 60 dollari l’anno. Credo sia l’annuncio più importante che abbiamo fatto al 3D Experience World».

Le offerte per maker e studenti

Il cloud amplia la clientela potenziale

Le offerte per studenti mirano chiaramente ad aumentare il numero di ingegneri, progettisti eccetera che arriveranno nei prossimi anni in azienda sapendo già utilizzare al meglio i prodotti SolidWorks. La cosa è particolarmente importante in un’epoca nella quale, secondo tutte le proiezioni, ci sarà una sempre maggiore penuria di personale qualificato, mentre aumenteranno le aziende che useranno piattaforme come la 3D Experience Works per stare sul mercato. Stiamo assistendo da qualche tempo a un calo significativo degli investimenti necessari per dotarsi di infrastrutture di calcolo e di software di engineering sofisticati: con le formule pay per use, e ancora più con il cloud, è crollata la barriera del cospicuo investimento iniziale, e la spesa di infrastruttura informatica è diventata un semplice canone con il quale ci si può dotare anche di server di supercalcolo. D’altra parte, anche il software è offerto con licenze annuali ormai abbordabili. Ci si potrebbe chiedere a questo punto se SolidWorks ha notato un aumento di piccole aziende fra i suoi clienti, in seguito alla riduzione dei costi d’ingresso, e se queste hanno esigenze diverse dai clienti storici.

«Abbiamo notato che le società piccole tendono a essere estremamente specializzate. E sono quelle che servono le società grandi. Paradossalmente, le grandi hanno meno expertise perché possono lavorare con piccole società che hanno un elevato livello di specializzazione e grandi motivazioni. Nella general session ho portato un esempio lampante, la società sud coreana Tiniko che è composta di 20 persone. Tiniko ha comprato l’applicazione di simulazione più costosa di tutte, è sui 20mila dollari anno, e ci hanno detto che “noi il ritorno di quest’investimento lo facciamo in una settimana”. Quindi le piccole aziende stanno usando queste tecniche di simulazione avanzata più delle grandi aziende, perché sono più specializzate e lavorano per i grandi nomi, i quali usano queste società iperspecializzate per industrial design, simulazione, engineering. Per esempio stiamo vedendo un’adozione di questo tipo nell’healthcare, dove tutti i produttori stanno adottando simulazione avanzata per accelerare prototipazione e collaudo, i prodotti devono essere drop-proof, leak-proof, e la simulazione aiuta ad accelerare lo sviluppo. In questa situazione di pandemia, con virus che si trasmettono nell’aria, stanno utilizzando addirittura la fluidodinamica per simulare i flussi d’aria nei filtri delle maschere, o per impianti di ventilazione degli ospedali eccetera. Per il futuro quindi prevedo che le società medio-piccole avranno sempre più bisogno di specializzazione rispetto a quelle grandi, e queste ultime si baseranno sempre di più sui cosiddetti “value network”, che sono appunto reti di piccole società specializzate capaci di ottenere risultati migliori rispetto a quanto possibile solo con le energie interne dei grandi player».

Ripubblicazione dell’articolo del 18 marzo 2021














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