Sol: digitalizza lo spending con Soldo e…

di Laura Magna ♦︎ Soldo 2/ Il servizio della scale up di Carlo Gualandri consente ai collaboratori della storica industria chimica guidata da Aldo Fumagalli Romario di avere un unico strumento di pagamento per rifornirsi da ogni fornitore. I vantaggi? Flessibilità d’uso e risparmio di lavoro a basso valore. Ad oggi la partnership governa 4 società e 350 carte attive, ma l’obiettivo è ampliare il parterre di utenti. Ne parliamo con Giulio Fumagalli Romario e Massimo Naselli

Sol Filiale Padova

La digital trasformation delle imprese è un imperativo categorico. Ma al di là di questo che appare come uno slogan, cosa significa in pratica digital trasformation? Industria Italiana lo vuole raccontare attraverso una case history che vede coinvolte da un lato Sol, storica industria chimica che fa riferimento alle famiglie Annoni e Fumagalli, tra le leader in Europa con focus sulla produzione e la distribuzione di gas tecnici per usi industriali e sanitari. E dall’altro Soldo, una scale up che opera nell’automazione dello spending management delle imprese, e che è stata fondata nel 2015 da Carlo Gualandri, uno dei pionieri di Internet in Italia (il cui nome è legato a quello di aziende che sono oggi considerate veri esperimenti digitali, come il portale antesignano Virgilio e la banca senza sportelli Fineco).

 







I dettagli della partnership Sol-Soldo

Massimo Naselli, responsabile dell’amministrazione del personale Italia Gruppo Sol

La partnership tra Sol e Soldo inizia nel 2019, per la semplificazione dello spending per le attività di travel&entertainment, e in un secondo momento, da gennaio 2021, viene estesa alla gestione del carburante. Il focus è chiaro: «la partnership rientra nell’ambito dell’attenzione crescente alla digitalizzazione, che è la sfida di questi tempi – dice a Industria Italiana l’amministratore esecutivo del Gruppo Sol Giulio Fumagalli Romario – Non si può non digitalizzare, digitalizziamo le connessioni tra pazienti e dottori nel core business, digitalizziamo i processi produttivi interni. Dunque con Soldo digitalizziamo le attività anche per il personale».

La scelta è quella di procedere a «un avvicinamento a passi piccoli e sostenibili verso la digitalizzazione – dice Fumagalli Romario – Noi abbiamo scelto di avere questa relazione con Soldo per alcuni motivi specifici: il primo era quello di non legarci a un singolo fornitore, in particolare nel caso del carburante. La seconda motivazione è stata quella di non far gravare su carte personali del dipendente le spese per attività professionali. Anche con un fondo spese, andando a utilizzare carte di credito familiari si doveva limitare o condizionare il bilancio della famiglia». La carta Soldo consente di avere dunque un unico strumento di pagamento per rifornirsi da ogni fornitore. «Abbiamo fatto un primo test nel 2019, poi nel 2020 gli spostamenti si sono ridotti per il lockdown e ci siamo messi in attesa – spiega il responsabile dell’amministrazione del personale Italia del Gruppo Sol Massimo Naselli – Nel 2021 il passo successivo è stato quello di abilitare la carta Soldo anche all’acquisto del carburante, una volta definito il flusso delle fatture elettroniche, che è un mondo complesso, soprattutto dalla parte dei fornitori del servizio. Ad oggi abbiamo con Soldo un contratto quadro che governa 4 società e 350 carte attive». Con l’obiettivo di ampliare ancora il parterre di utenti. «La carta è oggi assegnata agli amministratori, ai dirigenti e a tutto il personale che ha in uso un’auto aziendale. La logica dei piccoli passi prevede nei prossimi mesi l’estensione delle carte anche ai colleghi che, pur non utilizzando l’auto aziendale, svolgono un’attività che li porta con frequenza sul territorio, sostenendo importanti spese di trasferta».

 

I vantaggi: flessibilità d’uso e risparmio di lavoro a basso valore

Sol si occupa della produzione gas destinati all’industria e alla sanità: ovvero ossigeno, azoto e argon prodotti dall’aria e altri gas come l’acetilene e l’anidride carbonica. Azoto e ossigeno possono andare in gasdotto per i principali clienti o portati in stato liquido in cisterna. Sol stabilimento Mantova

Abbiamo detto che le motivazioni per la scelta di Soldo erano diverse. «Ma tutte nel segno della semplificazione verso tutti gli utenti coinvolti, alleggerendo, ad esempio, le fasi di rendicontazione delle spese sostenute, in quanto tutte le transazioni fatte con Soldo non devono essere rendicontate manualmente ma vengono importante automaticamente». Un altro importante plus che Fumagalli Romario riconosce a Soldo è la flessibilità.

«Da un lato, la carta può facilitare le transazioni nei Paesi fuori dall’area Sepa – dice l’amministratore – dall’altro è possibile gestire in tempo reale il trasferimento e/o l’integrazione dei fondi disponibili , e governare l’abilitazione, o meno, della stessa in quei Paesi dov’è facile la clonazione». Ultimo, ma non meno importante, gli automatismi attivati hanno consentito di contenere alcuni costi nascosti legati, ad esempio, alle rendicontazioni manuali di basso valore aggiunto. «Rimane più tempo per un’attività più proficua a chi si occupa di amministrazione, ma anche ai colleghi che devono comunicare i dati delle spese effettuate: la web console di gestione di Soldo, che usano tutti gli utenti delle carte, aiuta a semplificare, liberare da lavori che hanno valore intrinseco basso ma che sono necessari per realizzare gli adempimenti burocratici in maniera puntuale».

 

Cosa fa Soldo per le imprese

Carlo Gualandri, ceo e founder di Soldo

L’idea di business su cui si basa Soldo è quella di rendere più semplice la gestione delle uscite di cassa che pmi e grandi aziende devono sostenere in diverse occasioni. E Soldo lo fa attraverso una piattaforma tecnologica proprietaria che integra carte di pagamento prepagate (con somme a disposizione di manager e dipendenti, che diventano autonomi nelle spese a carico delle aziende), con sistemi di riconciliazione e rendicontazione inclusi. I pagamenti tradizionalmente si basano sulla condivisione di una carta di credito aziendale, che è unica e intestata a chi si occupa della funzione amministrazione. Le spese di viaggio dei dipendenti invece, per fare un altro esempio, si basano sul meccanismo dell’anticipo e del rimborso su nota spesa, tutti metodi che presentano problematiche di gestione e margine di rischio sull’uso dei fondi aziendali.

Senza dimenticare che a ogni transazione segue una ricevuta, il report delle spese, la classificazione e riconciliazione, l’analisi del budget di spesa, tutte attività disconnesse e fortemente manuali. Questo va moltiplicato per tutte operazioni di spesa: da quelle che l’azienda sostiene per mandare in giro un dipendente; all’acquisto di beni sull’ecommerce ai servizi immateriali, fino alla benzina e alle flotte di auto aziendali. Per ognuno di questi processi ci sono quattro fasi: la decisione e l’autorizzazione, il pagamento e la rendicontazione. Con Soldo diventano tutti automatici: emettere una carta virtuale con l’importo preciso del costo da sostenere e dandola in dotazione al dipendente che deve effettuare la spesa si accorpano le prime due fasi. Dopo il pagamento che avviene in autonomia, tutte le operazioni successive di raccolta delle informazioni per poter classificare, riconciliare e contabilizzare ogni transazione viene realizzata in automatico dalla piattaforma.

 

Il Gruppo Sol, specialista dei gas tecnici e non solo …

Chi è invece Sol? Fondato nel 1927, è – secondo il Rapporto Federchimica 2020-2021 – il sesto gruppo chimico con proprietà a maggioranza italiana in Italia. Furgone Vivisol

Chi è invece Sol? Fondato nel 1927, è – secondo il Rapporto Federchimica 2020-2021 – il sesto gruppo chimico con proprietà a maggioranza italiana in Italia (sesto in Europa e ottavo nel mondo). «Abbiamo superato 1,1 miliardi di fatturato nel 2021 e la presenza in 30 paesi del mondo con oltre 5 mila persone», dice Fumagalli Romario. Sol ha due attività principali: la produzione e la commercializzazione di gas industriali e medicinali a marchio Sol e l’assistenza domiciliare «intesa come fornitura di apparecchi medicali e servizi per terapie a domicilio a marchio Vivisol», precisa Fumagalli Romario. «Più recentemente abbiamo diversificato nell’idroelettrico e poi nel settore delle biotecnologie, investendo in Personal Genomics, spin off dell’Università di Verona e Bologna, in Diatheva con l’Università di Pesaro e Urbino e in Cryolab con l’Università Tor Vergata di Roma».

 

Il modello di business

Tutte le attività di Sol sono correlate al core business che è il trattamento di gas tecnici: «ci occupiamo della produzione gas destinati all’industria e alla sanità: ovvero ossigeno, azoto e argon prodotti dall’aria e altri gas come l’acetilene e l’anidride carbonica. Azoto e ossigeno possono andare in gasdotto per i principali clienti o portati in stato liquido in cisterna». I gas vengono prodotti in 40 impianti di produzione primari in giro per il mondo, di cui 17 producono azoto ossigeno e argon dall’aria. Gli impianti devono essere territoriali con un raggio di azione di 400 chilometri, perché la molecola di ossigeno ha un costo logistico e di trasporto elevato. «Si tratta di una rete di fabbriche simili, di diversa dimensione a seconda della domanda del territorio servito – spiega l’amministratore – alcune sono collegate direttamente ai gasdotti nei quali immettiamo i prodotti per i maggiori clienti». Per il resto Sol si serve anche di 52 stazioni di riempimento dove il gas in stato liquido viene evaporato e compresso nelle bombole e trasportato in un raggio di 150 km. Un modello di business così ramificato e capillare sul territorio richiede un’elevata movimentazione di persone e mezzi e la gestione digitale dei processi è senza dubbio necessaria.

Gli usi industriali e medicinali…

I gas vengono prodotti in 40 impianti di produzione primari in giro per il mondo, di cui 17 producono azoto ossigeno e argon dall’aria. Gli impianti devono essere territoriali con un raggio di azione di 400 chilometri, perché la molecola di ossigeno ha un costo logistico e di trasporto elevato. Vivisol consegna paziente

«Gli usi dei gas tecnici sono legati a molte tecnologie che sono intorno a noi – dice l’amministratore del gruppo – Per esempio nella lavorazione dei metalli, il gas può essere usato per saldare e fondere ad alte temperature o ancora nella lavorazione del vetro, nella creazione dei polimeri. Nel settore ambientale il gas è impiegato per la depurazione dell’acqua; nell’alimentare, l’anidride carbonica viene usata per gasare le bevande e il gas inserito nelle confezioni di carne o nelle patatine consente di conservare i cibi più a lungo». In questo ambito le aziende servite da Sol sono oltre 50mila in tutto il mondo. Senza contare gli oltre 1000 ospedali e case di cura a cui vengono forniti l’ossigeno, gas speciali ed altri numerosi servizi.

 

… e quelli sanitari a domicilio

L’attività di Sol pesa per metà del fatturato complessivo. L’altra metà la fa Vivisol, nata con una specializzazione nell’assistenza domiciliare ai pazienti cronici con problematiche respiratorie – e dunque con un forte legame ancora una volta ai gas tecnici. «Prima le persone che avevano problemi respiratori dovevano rimanere collegati alle bombole di ossigeno – dice Fumagalli Romario – noi abbiamo introdotto tra i primi in Italia la possibilità di avere a casa un contenitore di ossigeno liquido dal quale ricaricare un contenitore speciale trasportabile a spalla che consente alle persone di muoversi normalmente. Questa rivoluzione ha cambiato la vita delle persone: Vivisol è nata con questo focus e poi si è allargata ad altri tipi di trattamento come la ventilazione meccanica e la nutrizione. Siamo in grado di assistere a casa anche pazienti complessi che soffrono di Sla o Sma e altre malattie degenerative, fornendo tutti i servizi ed i device per le cure domiciliari, fino ai puntatori oculari negli stadi avanzati della malattia. Siamo ormai il secondo operatore europeo, con 550mila assistiti al giorno in Europa».

Nel periodo della pandemia la specializzazione sanitaria di Sol è stata molto utile nelle prime zone rosse venete e lombarde: «Abbiamo messo in sicurezza il personale per garantire la continuità della produzione di ossigeno – ricorda Fumagalli Romario – e abbiamo attivato un comitato di crisi per gestire immediatamente le azioni da intraprendere. Abbiamo collaborato all’apertura di nuove terapie intensive, attivando gli impianti di distribuzione dell’ossigeno e installando serbatoi per aumentarne l’erogazione. Vivisol poi ha preso in carico i pazienti quando venivano mandati a casa. E abbiamo dato il nostro contributo anche nella terza ondata in Europa dell’Est dove siamo secondo operatore da Slovenia a Grecia. Persino in India, dove il governo ci ha offerto canali preferenziali per poter portare l’ossigeno con trasporti militari urgenti laddove serviva».














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