Tra Apple e Google Pay: segreti e strategie di Soldo. E sulla Borsa…

di Laura Magna ♦︎ Soldo 1/ I clienti della società di Carlo Gualandri potranno saldare le proprie spese via iPhone, senza utilizzare la carta di credito. Il servizio per ora è attivo in Italia e Regno Unito, ma sarà esteso in tutta Europa entro fine 2022. La tecnologia proprietaria integrabile con i principali software di contabilità. Ne parliamo con il fondatore e ceo

Carlo Gualandri, ceo e founder di Soldo

Un accordo con un colosso del calibro di Apple introduce Soldo nell’era dei pagamenti senza carta. È stato appena siglato e consentirà fin da subito di usare il servizio di pagamento del colosso di Cupertino – via iPhone, senza utilizzare la carta di credito – a tutti i clienti della scale up focalizzata nell’automazione dello spending management delle imprese. Soldo è una storia di impresa che spicca in mezzo alle migliaia di storie di aziende innovative con radice nel Belpaese, per diversi motivi.

Una tecnologia proprietaria, in cui Soldo ha investito 80 milioni di euro dall’anno della fondazione (2015); l’impronta globale (fin da subito la sede è stata fissata a Londra) e soprattutto la figura di Carlo Gualandri, nel ruolo di ceo e founder. Gualandri è uno dei pionieri di Internet in Italia: il suo nome è legato a doppio filo a Virgilio, primo portale della storia di Internet e a Fineco, che può essere considerata a buon diritto la prima challenger bank italiana in un’era, gli anni ’90 e in un Paese come l’Italia in cui la digitalizzazione era uno scenario quasi da fantascienza.







 

Di cosa si occupa Soldo

La piattaforma fintech Soldo per lo spend management

L’idea di business di Soldo è rendere più semplice la gestione delle uscite di cassa di pmi e grandi aziende. Uscite di cassa che avvengono in diverse occasioni: dai viaggi di lavoro, all’acquisto del carburante, alle spese per la formazione, agli abbonamenti ai software, all’advertising online e all’acquisto di servizi. Il processo di spesa avviene tipicamente in quattro fasi (decisione, autorizzazione, pagamento e contabilizzazione): se diventa automatico, il risparmio di costi annuo che può arrivare fino al 2% del fatturato, secondo quanto calcola la stessa Soldo. Con questa idea e il suo modello di business, Soldo ha attratto negli ultimi due anni 260 milioni di dollari da parte di investitori istituzionali internazionali.

L’ultimo a luglio 2021 un round C per un valore di 180 milioni di dollari, un record europeo per la sua categoria. La raccolta è stata guidata da Temasek, uno dei principali investitori globali con un portafoglio che include Adyen, Dell, Paypal e Visa. Il round ha visto la partecipazione di nuovi investitori come Sunley House Capital, il fondo crossover Advent International, Citi Ventures, e la riconferma di fondi come Accel, Battery Ventures, Dawn Capital e Silicon Valley Bank per il debt financing. Il precedente round B (61 milioni di dollari) era stato guidato da Battery Ventures e Dawn Capital, con la partecipazione di Accel e altri investitori ed era stato il più grande round di finanziamento mai siglato nel mondo fintech. «Risorse che impiegheremo – dice Gualandri a Industria Italiana – per decuplicare il fatturato in tre anni, fino a 200 milioni di euro. Lo faremo crescendo in Europa (dove già siamo presenti in Italia, Regno Unito, Irlanda, Francia, Olanda, Germania, Spagna). E in termini di prodotto». Fino all’obiettivo finale, quello di approdare in Borsa. «Ma nel frattempo non escludiamo di fare altre raccolte di capitale e dunque nuovi round di finanziamento».

 

I nuovi prodotti: l’accordo con Apple Pay

L’idea di business di Soldo è rendere più semplice la gestione delle uscite di cassa di pmi e grandi aziende. Uscite di cassa che avvengono in diverse occasioni: dai viaggi di lavoro, all’acquisto del carburante, alle spese per la formazione, agli abbonamenti ai software, all’advertising online e all’acquisto di servizi

L’accordo siglato con Apple Pay consente intanto di fare un ulteriore passo verso la dematerializzazione dei pagamenti. Che diventano completamente digitali e contactless: non c’è più la carta di credito, ma si utilizza l’Iphone per effettuare la spesa. In sostanza, i 30mila clienti Soldo potranno semplicemente avvicinare il proprio iPhone (ma anche l’Apple Watch) a un Pos per completare un pagamento contactless. Questo sistema garantisce sicurezza e privacy: i numeri della carta non sono memorizzati sul dispositivo, né sui server. Ed è, quella del pagamento dematerializzato, una tendenza che aumenta nelle preferenze dei consumatori, mentre lo strumento di pagamento è sempre più accettato da alimentari, farmacie, taxi, ristoranti, caffè, negozi al dettaglio. Insomma, un’abitudine che diventa mainstream e che un’azienda innovativa non può ignorare. E infatti, già nel mese di marzo, Soldo aveva annunciato un accordo simile con Google Pay.

«In generale – spiega Gualandri – l’offerta di Soldo evolve in parallelo a quella dell’industria dei pagamenti e delle nuove esperienze di acquisto che il cliente finale domanda. La ratio di questa soluzione in partnership con Apple è proprio questa: migliorare l’esperienza d’uso dei clienti e dotare ogni impresa degli strumenti migliori per gestire in maniera ottimizzata le spese quotidiane». Dopo aver “inventato” una piattaforma che integra carte di pagamento prepagate (con somme a disposizione di manager e dipendenti, che diventano autonomi nelle spese a carico delle aziende), con sistemi di riconciliazione e rendicontazione inclusi, ora Soldo rende possibile usare i suoi servizi via smartphone. E il servizio che per ora è attivo in Italia e Regno Unito sarà esteso in tutta Europa entro fine 2022. Europa che è il mercato di riferimento per l’azienda italo-britannica: 24 milioni di aziende e un valore stimato di 170 miliardi di dollari all’anno.

 

Come funziona Soldo e come cambia lo spending management delle imprese

Soldo suite. L’offerta di Soldo evolve in parallelo a quella dell’industria dei pagamenti e delle nuove esperienze di acquisto che il cliente finale domanda

Soldo funziona perché semplifica procedimenti aziendali complessi e trasporta in digitale processi che normalmente si svolgono in analogico. Proviamo a capire dunque cos’è lo spending management tradizionale per spiegare cosa cambia con Soldo. I pagamenti aziendali online tradizionalmente si basano sulla condivisione di una carta di credito aziendale, che è unica e intestata a chi si occupa della funzione amministrazione. Le spese di viaggio dei dipendenti invece, per fare un altro esempio, si basano sul meccanismo dell’anticipo e del rimborso su nota spesa, tutti metodi che presentano problematiche di gestione e margine di rischio sull’uso dei fondi aziendali. «E questo – dice Gualandri – senza dimenticare che a ogni transazione segue una ricevuta, il report delle spese, la classificazione e riconciliazione, l’analisi del budget di spesa, tutte attività disconnesse e fortemente manuali». Questo va moltiplicato per tutte operazioni di spesa: da quelle che l’azienda sostiene per mandare in giro un dipendente; all’acquisto di beni sull’ecommerce ai servizi immateriali: cloud e Software as a Service, dal sistema mail a quello della videoconferenza, dalla formazione all’advertising on line. Fino alla benzina e alle flotte di auto aziendali. Per ognuno di questi processi ci sono quattro fasi: la decisione e l’autorizzazione, il pagamento e la rendicontazione.

Per la fase di pagamento sono necessari i servizi bancari ed è «una fase critica perché è quella in cui si muovono i soldi. In genere la funzione è centralizzata nel cfo che deve autorizzare ogni uscita di cassa e ha l’onere del controllo. Ma nello stesso tempo questo crea un collo di bottiglia: perché tutta l’azienda deve chiedere al cfo che deve autorizzare il pagamento di acquisti già deliberati. È evidente che questa fase possa essere tranquillamente automatizzata. Basta emettere una carta virtuale con l’importo preciso del costo da sostenere e darla in dotazione al dipendente che deve effettuare la spesa», spiega Gualandri. La quarta fase è infine quella della raccolta delle informazioni per poter classificare, riconciliare e contabilizzare ogni transazione. «Quindi è necessario classificare dal punto di vista fiscale e gestionale ogni uscita di cassa, registrare l’Iva, attribuire il costo al sales o al marketing o altra funzione e arrivare alla riconciliazione della contabilità. Di fatto la tecnologia di Soldo consente di eliminare tutta la manualità del lavoro ricorrente, e lo portiamo su un’unica piattaforma che gestisce il processo dal momento in cui si decide cosa si deve acquistare a quello in cui si contabilizza il pagamento».

 

La piattaforma Soldo

Soldo opera nello spending management, ovvero la gestione di tutto ciò che gira intorno alle uscite di cassa per il business di pmi e big corp: dai viaggi di lavoro, al procurement, all’It as a service che diventano processi automatici dalla decisione, al pagamento, alla contabilizzazione

L’automazione dello spending management diventa dunque una fase della digital transformation delle imprese. E dall’emissione di carte di pagamento che consentono di automatizzare la gestione delle uscite di cassa, Soldo intende arrivare all’automazione del pagamento del mondo dei bonifici e delle fatture, con l’obiettivo di automatizzare anche in questo caso tutti i processi. «Nella pmi tipicamente c’è un impiegato che ogni giorno guarda nello scadenziario e decide quali fatture pagare e quali no avendo controllato con chi gestisce il fornitore. Per ognuna deve loggarsi nell’home banking, copiare a mano i dati ed eseguire ogni pagamento con i connessi rischi di errori e ripetere la procedura ogni giorno. C’è tanto che si può fare per rendere efficiente questo mondo». Soldo continua ad aggiungere nuove funzionalità alla sua piattaforma: in Italia nel 2021 ha per esempio aggiunto un sistema di archiviazione sostitutiva, che automatizza l’archiviazione elettronica compliant di scontrini e fatture, liberando spazio fisico negli uffici.

In base a quanto stabilisce l’Agenzia delle Entrate, nella risoluzione 96/E del 2017 e nella risposta 388 del 2019, la maggior parte dei giustificativi cartacei delle spese che un’azienda sostiene possono essere eliminati se si attuano specifici accorgimenti nell’archiviazione della copia digitaleSoldo copia e trasferisce in modo automatico all’interno del sistema di conservazione sostitutiva le immagini di scontrini e fatture ogni volta che il dipendente fotografa, via app. Una volta acquisite le immagini, la piattaforma Soldo crea una copia digitale del giustificativo all’interno del sistema di conservazione sostitutiva, con gli stessi contenuti di quella fisica e piena validità legale. Anche la ricerca, eseguibile per anno fiscale, data o mese, nominativo di colui che ha effettuato la spesa, voce di spesa o sua descrizione, rende facile l’accesso ai dati conservati che rimarranno presenti e disponibili per 10 anni dal loro inserimento nel sistema.

Il valore della tecnologia

La tecnologia proprietaria su cui si basa la piattaforma di gestione delle spese di Soldo è ciò che consente all’offerta creata da Gualandri di essere particolarmente versatile e flessibile. Può essere integrata con i principali software di contabilità da NetSuite, QuickBooks, Xero, Sage, Datev e le piattaforme di gestione delle spese di trasferta tra cui ZTravel di Zucchetti e inoltre tramite MasterCard Smart Data è possibile connettersi anche con altri gestionali di note spese tra cui Concur e Expensify.  «Il cuore tecnologico e ingegneristico dell’azienda è a Roma – dice Gualandri. – Ritengo che qui ci siano talenti senza rivali e per questo dai tempi della fusione di Virgilio con tin.it il team di sviluppatori di ogni mia azienda è sempre basato nella capitale: poi, per ognuno dei Paesi in cui operiamo, Soldo sviluppa aggiornamenti ad hoc per conformarsi alle normative fiscali vigenti» dice Gualandri.

Ma se la Ricerca & Sviluppo è a Roma, per Soldo Gualandri ha scelto Londra come sede, affiancata da Dublino post Brexit per rendersi più visibile al resto del mondo. «Fin da quando ho fondato Soldo – dice Gualandri – ho pensato che dovesse essere un’azienda globale, un’impresa dove si parla inglese, ma con l’accento, perché la maggior parte dei dipendenti non è britannica. Oggi non ha senso pensare di lavorare nel solo ambito nazionale ed è necessario pensare in termini di business globale». Il rischio, se non si pensa così, è quello di non crescere abbastanza per poter diventare un leader.














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