Che cosa c’è dietro la volontà di Snam di diventare una data driven company?

di Marco de' Francesco ♦︎ Intelligenza artificiale, IoT, edge computing: è la dotazione messa in campo dalla società di Cdp guidata da Marco Alverà per fare della gestione dei dati un pilastro strategico del business. Il cloud ibrido progettato con Microsoft, l'accordo con Red Hat e la control tower per la sede di San Donato Milanese. E sull'idrogeno... Ne parliamo con il Cio Claudio Farina

Snam, una delle più grandi società di infrastrutture energetiche del mondo, ha deciso di diventare una data driven company. Ma che cosa significa? Snam è la prima azienda in Europa per estensione della rete di trasporto (oltre 41mila km, comprese le attività internazionali) e capacità di stoccaggio di metano (circa 20 miliardi di metri cubi) ed è tra i principali operatori continentali nella rigassificazione. La società del gruppo Cdp quotata in Borsa guidata dal Ceo Marco Alverà ha chiuso il 2020 con utili netto adjusted a 1,1 miliardi e ricavi a 2,7 miliardi. Nel piano 2020-2024 sono previsti investimenti in digitalizzazione pari a mezzo miliardo. Dalla nascita (nel 1941), Snam ha rivestito un ruolo di rilevo per la crescita e per la metamorfosi in senso industriale dell’Italia. Si pensi alla metanizzazione della Penisola, a partire dagli anni Cinquanta, all’importazione del gas dalla Russia o da Algeria e Libia, o ancora al Transmed, il gasdotto dei record che attraversa il Mediterraneo anche a seicento metri di profondità.

Ora l’azienda ha compreso che per guidare l’avanguardia è necessaria una digital transformation all’altezza delle proprie ambizioni e della propria importanza strategica. Di qui la data driven company, e cioè un’azienda che considera la gestione dei dati non come un mero fattore tecnico, ma come un pilastro strategico del business. In questo schema le decisioni vanno basate su fatti oggettivi, che derivano dall’analisi delle informazioni raccolte (con frequenza) sul campo. Oggi un Ceo, un manager, un operatore di linea, devono scegliere velocemente, perché i tempi dell’industria sono sempre più incalzanti; e le serie storiche e le analisi metriche non bastano più. Di qui una precisa definizione di attività di trasformazione digitale e di implementazione delle tecnologie necessarie: nuovi device IoT per raccogliere i dati, di edge computing per elaborarne una parte sul campo; il Cloud ibrido progettato insieme a Microsoft, l’intelligenza artificiale e una control tower a San Donato Milanese, dove l’azienda ha sede.







Di qui il recentissimo accordo con Red Hat, il principale fornitore di soluzioni open source del mondo: Snam implementerà soluzioni cloud-native per gestire da San Donato anche le applicazioni sull’edgeSnam, peraltro, investirà, sempre per il periodo 2020-2024, 720 milioni in attività di transizione energetica. È l’altra faccia della medaglia: oggi è impossibile immaginare la sostenibilità senza la digitalizzazione. Il monitoraggio dei consumi, le valutazioni sulla richiesta di gas e quindi la necessità di dirigerlo verso questa o quella parte della rete, nonché tutte le attività di efficientamento non possono prescindere dall’analisi dei Big Data. Se si prende in considerazione il principale obiettivo di Snam in quest’ambito, e cioè quello di diventare una società zero net carbon entro il 2040, questo può essere conseguito solo puntando sull’idrogeno, e cioè su un mix crescente fra questo gas e il metano nelle tubature. Ma ciò comporta lo sviluppo di software in grado di predire, grazie ad algoritmi sofisticati, l’esatta taratura dell’attività delle turbine che comprimono la miscela, in base alla diversa composizione di quest’ultima. Non a caso per l’idrogeno Snam ha dato vita ad una apposita start-up. E sempre per promuovere la transizione energetica, sono state realizzate altre tre start-up, in materia di biometanoefficienza energetica, e mobilità sostenibile. Di tutto questo abbiamo parlato con l’executive vice president digital transformation & technology dell’azienda Claudio Farina, che abbiamo intervistato.

Da azienda energetica a “data driven company” 

1)    La rete alla base della data driven company

Claudio Farina, executive vice president digital transformation & technology Snam

Si diceva della data driven company. Snam ha deciso di intraprendere questa strada partendo da un vantaggio che discende dalla sua stessa attività. «Non è strano pensare che una società come la nostra, che dispone di una vasta rete per il trasporto del gas, utilizzi questa infrastruttura anche per raccogliere e trasferire dati da un punto all’altro» – dice Farina.L’apparato fisico, cioè, può essere la base del network di raccolta dati. In realtà, l’idea non è nuova in Snam. Anzi, è presente da diverso tempo. Solo che anni fa l’azienda era costretta a selezionare le informazioni, perché c’erano dei limiti tecnici in termini di comunicazione ed elaborazione. Ora è diverso: c’è la banda larga, il Cloud, e ci sono grandi capacità di calcolo e di storage. «Entro un paio di anni –  continua Farina – gestiremo cento volte i dati che possiamo amministrare oggi, anche grazie a sensori ad alta frequenza in grado di trasmettere flussi molto elevati». Insomma, in vista di questo importante obiettivo, si stanno aprendo orizzonti davvero interessanti.

 

2)    L’IoT, il meccanismo che consente la raccolta dei dati

Anzitutto, si tratta di raccogliere i dati dal campo. Attualmente l’azienda dispone di sensori tradizionali che non si occupano di elaborazione, ma solo di trasmissione dei dati; ma, come appena accennato, fra due o tre anni la rete Snam sarà servita da 30mila device connessi con sim, wi-fi e moduli di comunicazione.

 

3)    Elaborazione di informazioni non strategiche con l’edge computing

Il piano è quello di posizionare nei punti nodali della rete 600 dispositivi di edge. Sono destinati ad elaborare tra il 20% e il 30% dei flussi di dati raccolti proprio lì dove sono stati generati. È una tecnologia che svolge un ruolo cruciale nella strategia Snam, perché risponde a tre esigenze: «Anzitutto, quella di “chiudere il cerchio” in loco quanto all’analisi di informazioni non strategiche; in secondo luogo, quella di garantire un’alta reattività dell’azienda in caso di imprevisti, per via della bassa latenza; infine quella di svolgere una funzione di back-up e di ridondanza nell’eventualità in cui il Cloud sia in sovraccarico» – afferma Farina.

 

4)    Il monitoraggio dei consumi con IoT e edge

er l’idrogeno Snam ha dato vita ad una apposita start-up. E sempre per promuovere la transizione energetica, sono state realizzate altre tre start-up, in materia di biometano, efficienza energetica, e mobilità sostenibile

I device di IoT ed edge servono soprattutto per monitorare consumi, emissioni, pressioni e portata dei gas. Le informazioni più “pregiate”, invece, saranno invece convogliate verso il Cloud.

 

5)    Il Cloud sviluppato con Microsoft

Snam e Microsoft stanno sviluppando insieme un’infrastruttura “hybrid cloud” che consente di spostare i dati tra due ambienti: i due data center di Snam e Azure – che com’è noto, eroga servizi diversi, dall’archiviazione all’elaborazione, dalla sicurezza allo sviluppo delle applicazioni. Rispetto ai modelli fisico e virtuale, quello ibrido integra i vantaggi di entrambi.

 

6)    Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella gestione della rete

L’AI avrà un ruolo fondamentale nella digitalizzazione dei processi. Attualmente, questi vengono svolti “manualmente”. Per fare un esempio, si pensi all’assetto di rete: in che misura il gas da distribuire ai clienti va compresso? E in quale stazione di compressione? Oggi tutto ciò viene deciso sulla scorta di dati statistici relativi alla domanda. È chiaro che con l’intelligenza artificiale si può fare di più e meglio. Inoltre, con l’AI, si può sviluppare la manutenzione predittiva. «Ma ci tengo a precisare –chiarisce Farina – che l’ultima parola spetterà sempre agli operatori. L’intelligenza artificiale farà delle proposte, ma a decidere saranno le persone. Sarà così anche nella control tower».

 

7)    Dalla control tower si monitora tutta la rete

La control tower è il dispacciamento, e cioè il luogo dove convergono tutte i segnali dalla rete. È in sede, a San Donato Milanese. Si tratta di un’infrastruttura strategica per il sistema energetico nazionale; vi lavorano 15 operatori su tre turni, che dispongono di un grande quadro sinottico e di altri schermi più specialistici. Qui, con avanzati protocolli di sicurezza, si monitora in tempo reale tutta la rete e si gestisce anche il pronto intervento.

 

La transizione energetica e l’obiettivo zero emissioni nette 

Snam è la prima azienda in Europa per estensione della rete di trasporto (oltre 41mila km, comprese le attività internazionali) e capacità di stoccaggio di metano (circa 20 miliardi di metri cubi) ed è tra i principali operatori continentali nella rigassificazione

Si accennava al piano di Snam per diventare net zero carbon entro il 2040: precisando, prevede obiettivi intermedi di riduzioni delle emissioni di gas ad effetto serra; ad esempio, per il 2030 il traguardo è il calo del 50%. Sono “date” davvero “dietro l’angolo” se si pensa che gli asset di Snam hanno vita funzionale lunghissima, e che la tempistica amministrativa per realizzare le opere (tubi, centrali) può richiedere molti anni. Per l’azienda è chiamata a definire in largo anticipo ciò che si costruirà domani e come farlo. Attualmente, per conseguire questi target ambizioni, Snam sta lavorando sull’adeguamento delle infrastrutture al trasporto di idrogeno, sulla sostituzione di alcuni elementi di rete e sulla digitalizzazione dei processi, di cui però abbiamo già parlato.

 

1)    L’idrogeno

Snam è stata la prima in Europa a sperimentare la fornitura, in provincia di Salerno, di una miscela di gas naturale e idrogeno – quest’ultimo fino al 10% in volume – a due aziende, un pastificio e un’impresa di imbottigliamento, senza necessità di modifiche infrastrutturali. Le tubazioni non hanno fatto riscontrare problemi; e anche le saldature si sono dimostrate all’altezza. L’azienda ritiene pertanto di poter aumentare la percentuale dell’idrogeno nel mix. L’aspetto sul quale ci si sta concentrando è quello delle turbine, che servono a comprimere il gas nelle tubature: vanno tarate in base alle caratteristiche della miscela. Comunque, per realizzare i suoi obiettivi in materia, Snam ha dato vita ad una start-up, che per ora non ha un brand. È al lavoro, anche in partnership con vari operatori, per abilitare lo sviluppo della filiera a livello nazionale ed europeo, a partire dai treni.

Nel piano 2020-2024, infatti, è prevista la realizzazione di infrastrutture di rifornimento per la conversione di tratte ferroviarie da diesel a idrogeno, in sinergia con altri operatori. Contestualmente, Snam si sta posizionando sulle nuove tecnologie che potranno abilitare lo sviluppo di questo gas, in particolare gli elettrolizzatori, che permettono la trasformazione dell’elettricità rinnovabile in idrogeno verde, anche attraverso le partnership avviate con l’azienda italiana De Nora e con la britannica ITM Power. Peraltro, di recente Snam e Mubadala Investment Company – un fondo sovrano che gestisce un portfolio da 232 miliardi di dollari per generare ritorni finanziari sostenibili per il governo di Abu Dhabi – hanno siglato un accordo in base al quale realizzeranno studi tecnici relativi a progetti e soluzioni per promuovere lo sviluppo dell’idrogeno negli Emirati Arabi Uniti e altrove, a livello globale.

 

2)    La sostituzione di alcuni elementi di rete

Si tratta di sostituire valvole pneumatiche con altre attuate elettricamente, ritenute più efficienti; e anche le turbine a gas saranno gradualmente rimpiazzate da elettrocompressori. Ma in questo secondo caso non si arriverà ad un totale replacement, perché si deve tener presente l’eventualità di un black out.

 

Le start-up per la transizione energetica 

1)    Snam4Enviroment fa impianti per il biometano

La società del gruppo Cdp quotata in Borsa guidata dal Ceo Marco Alverà ha chiuso il 2020 con utili netto adjusted a 1,1 miliardi e ricavi a 2,7 miliardi. Nel piano 2020-2024 sono previsti investimenti in digitalizzazione pari a mezzo miliardo

Con Snam4Environment, l’azienda è attiva nello sviluppo di infrastrutture di produzione di biometano – una fonte di energia rinnovabile e chimicamente indistinguibile dal gas naturale, ottenuta da rifiuti organici, scarti agricoli, agro-industriali ed effluenti zootecnici. Entro il 2024 è prevista la realizzazione di impianti per una capacità installata di 64 MW. Peraltro tre anni fa Snam ha acquistato, per circa 4 milioni di euro, il 70% di Ies Biogas, una delle principali aziende italiane nella progettazione e costruzione di queste strutture: ha una quota di mercato superiore al 10%. Gli stabilimenti esistenti sono gestiti dalle piattaforme Renerwaste e Iniziative Biometano.

 

2)    Servizi integrati per la mobilità sostenibile con Snam4Mobility

Quello della mobilità a gas è un settore in cui l’Italia è all’avanguardia in Europa: possiede la rete infrastrutturale più capillare dell’intero continente e il maggior numero di auto a gas e distributori. Il comparto conta 6mila officine e, tra indotto diretto e indiretto, e dà lavoro a oltre 50mila addetti. A oggi esistono nel Paese più di 1.400 stazioni di rifornimento per il gas compresso per auto e più di 70 per il gas liquefatto per camion, realizzate con investimenti privati e in veloce espansione. Snam4Mobility offre servizi integrati per la mobilità sostenibile a gas naturale e biometano, realizzando infrastrutture di rifornimento e fornendo componenti per distributori di cui, attraverso la controllata Cubogas, è tra i leader di mercato. Entro il 2024 è prevista la realizzazione di 150 nuove stazioni di rifornimento di gas naturale e biometano, l’ampliamento dell’offerta per i mezzi pesanti anche con la liquefazione.

In questo contesto Snam4Mobility e Wolftank Hydrogen, azienda del Gruppo austriaco Wolftank-Adisa hanno avviato una collaborazione per dare impulso alla mobilità a idrogeno con la realizzazione di stazioni di rifornimento per automobili, bus e camion. Si pensa anzitutto di operare lungo l’Autostrada del Brennero; ma si guarda ai mercati di Germania, Austria e Svizzera. Inoltre il Gruppo API – un’azienda privata italiana attiva nel settore dei carburanti e dei servizi alla mobilità – Snam4Mobility hanno inaugurato a Rieti il primo dei 26 impianti di rifornimento a gas naturale previsti dall’accordo siglato fra le aziende nel 2018. Entro il 2022 la regione Lazio potrà contare su altri 5 distributori, 3 dei quali sulla A1.

 

3)    L’efficienza energetica

Marco Alverà, amministratore delegato di Snam

Quanto all’efficienza energetica, Snam ha dato vita in pochi anni ad uno dei player principali a livello nazionale. La società dedicata a queste attività, Snam4Efficiency, ha cambiato nome in Renovit nel gennaio 2021, a seguito dell’ingresso di Cdp Equity nell’azionariato con una partecipazione del 30%. Anzitutto, si rivolge ad industrie che non dispongono di un energy manager, benché l’energia rappresenti, per loro, una spesa considerevole. Spesso queste imprese hanno in funzione generatori diesel; ecco, Renovit propone loro la sostituzione con moderni cogeneratori, che utilizzano il calore prodotto per il riscaldamento o per i processi industriali. Il secondo ambito di interesse è il residenziale, e cioè i grandi condomini. Qui rileva il Superbonus 110% (Decreto Rilancio; probabilmente, la misura sarà prorogata al 2023) che definisce la quota di detrazioni per opere come, ad esempio, il cappotto termico. È un mercato crescente. La terza area riguarda gli uffici della pubblica amministrazione; e qui la nostra attività è simile a quella per i condomini privati.

 

Impianti di stoccaggio e rigassificazione 

Quanto agli impianti di stoccaggio, sono una risorsa strategica per l’Italia: si inietta il gas nei giacimenti quasi esauriti per poi riutilizzarlo quando serve. Snam gestisce tra l’80% e il 90% della capacità nazionale, che è molto ingente nel contesto europeo. Quanto a quelli di rigassificazioneSnam è proprietaria al 100% di quello di Panigaglia (La Spezia), al 50% di quello di Livorno e siamo presenti con una quota di minoranza in quello di Rovigo. L’idea è che, quando il gas ha un prezzo conveniente, lo si trasporta in forma liquida da Paesi come il Qatar, ottenendo, in prospettiva, dei risparmi considerevoli.














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