Banca Ifis: lo skill mismatch rimane un problema, ma quasi la metà delle imprese cerca il personale basandosi sul passaparola

Per tutte le imprese la formazione interna è fondamentale per contrastare la veloce obsolescenza delle competenze dovuta al progresso tecnologico. Le aree considerate prioritarie per l’aggiornamento si confermano le tecniche di produzione, le abilità digitali e le tecnologie 4.0

Villa Fürstenberg Direzione Generale Banca Ifis a Mestre

Le aziende sono alla ricerca di personale, ma è difficile trovare talenti dotati delle giuste competenze, siano esse quelle tecniche, le hard skill, o quelle più generiche, le soft skil (risoluzione di problemi, capacità di lavorare in team, flessibilità). Una situazione che coinvolge più della metà delle Pmi prese in esame nel report Market Watch Pmi di Banca Ifis.

Il rapporto sottolinea come nonostante l’incertezza causata dalla pandemia la maggior parte delle imprese non ha smesso di cercare nuovi talenti da inserire in organico, ma trovare le persone giuste è difficile. Il 59% delle Pmi dichiara di aver bisogno di nuove competenze legate alle tecniche di produzione specifiche per il proprio settore; il 28% di collaboratori in grado di gestire soluzioni digitali; il 26% di profili amministrativi e il 24% di soggetti specializzati nell’industria 4.0. Per l’8%, infine, sono necessarie risorse esperte nell’area Smac (social, mobile, analytics, cloud).







Le competenze richieste dalle Pmi

La richiesta di conoscenze specifiche non è destinata a esaurirsi nel breve periodo. Nel prossimo triennio, le figure esperte di tecniche produttive rimarranno le più ricercate (42%), seguite da quelle che possono contare su competenze digitali e 4.0 (entrambe al 39%). Molto ricercate dalle Pmi anche le soft skills, ovvero quelle capacità relazionali o di comunicazione in grado spesso di fare la differenza all’interno di un gruppo, e che pesano in media per quasi la metà (45%) nel profilo tipo ricercato dalle aziende. Ai primi posti: team working (63%), problem solving (52%), flessibilità (40%) e capacità di comunicazione (38%).

Per tutte le imprese la formazione interna è fondamentale per contrastare la veloce obsolescenza delle competenze dovuta al progresso tecnologico. Le aree considerate prioritarie per l’aggiornamento si confermano le tecniche di produzione (52%), le abilità digitali (51%) e le tecnologie 4.0 (40%).

I canali più utilizzati per la ricerca del personale. Quasi la metà delle aziende si affida ancora al passaparola

In parte, il problema nello scovare talenti può però dipendere dai canali utilizzati per cercare il personale. Quasi la metà delle aziende (48%) si affida al passaparola e alle relazioni territoriali per trovare i candidati giusti, il 41% alle società di selezione del personale. Solamente il 14% attiva collaborazioni con Università e Istituti Tecnici Superiori e il 6% si rivolge ai centri per l’impiego.

L’impegno di Banca Ifis per la formazione

Il gruppo Banca Ifis conta oltre 1.800 persone in tutta Italia e vanta un’età media dei dipendenti di 40 anni. Solo il 19% della popolazione aziendale supera i 50 anni d’età. Nel 2020 Banca Ifis ha erogato oltre 37mila ore di formazione tecnica e soft skill (+16,4% rispetto al 2019) su canali digitali e sulla piattaforma web Ifis Talent che coordina i processi di sviluppo delle persone, grazie anche a logiche di “continuous feedback”, e integra il processo di onboarding per i neoassunti, guidandoli nei primi tre mesi in azienda. Nel 2019 Banca Ifis è stata premiata con l’Hr Innovation Award dall’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano per l’impegno nella digitalizzazione di molti processi relativi alle risorse umane.














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